Una dipendente dell’azienda Salvini del presidio di Garbagnate (MI) ha rischiato di morire schiacciata dal portone del magazzino di farmacia per mancanza o mal funzionamento delle misure di sicurezza.
Attualmente si trova in rianimazione con sei costole fratturate e un polmone perforato.
La prima regola per prevenire gli infortuni impone all’azienda che la misura di sicurezza deve essere a prova di stupido a maggior ragione se era già stato, come sembra, segnalato il cattivo funzionamento del portone.
E’ difficile, nell’immaginario collettivo, pensare che in un ospedale possano accadere degli infortuni, ed invece può succedere in qualsiasi momento (dal trasporto di una bombola di O2 a quello di materiale di laboratorio, dall’uso del muletto al pavimento stradale sconnesso) i nostri presidi sono pieni di insidie ma ce ne accorgiamo, e lo percepiamo, solo quando avviene un infortunio grave come quello della nostra collega, a cui auguriamo una totale guarigione.
Di chi sono le responsabilità? Chi pagherà per quanto successo?
Sappiamo benissimo, conoscendo i nostri polli, che si scaricheranno le responsabilità a vicenda, anzi cercheranno di dare la colpa all’ultimo lavoratore, mentre a noi ci valutano con tanto di “filosofia professionale” per darci una miseria.
Ma la vera miseria è quando succedono infortuni come questo che non dovrebbero avvenire in un cosiddetto paese civile.
Facciamo emergere quello, che come dipendenti, abbiamo dentro e dobbiamo rivendicare con forza: DIGNITA’ DEL LAVORO E LAVORARE IN SICUREZZA.
Senza aspettare il prossimo infortunio.
DELEGATI R. S. U. S. I. COBAS AZIENDA OSPEDALIERA SALVINI.
08-08-12