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Sciopero al magazzino CTL/Granarolo di Bologna

Ancora una volta i lavoratori delle cooperative Work Project, Global Logic e Planet Log associate a SGB Soc. Coop. sono entrati in sciopero al magazzino CTL/Granarolo di  Via Cadriano 27/2 Bologna, sostenuti da altri compagni della DHL, TNT, Bartolini, e alcuni militanti di Crash.
Circa 60 lavoratori dal primo pomeriggio di oggi, sono davanti ai cancelli in astensione totale dall’attività lavorativa, con il fermo dell’attività di circolazione merci, iniziato nel momento in cui SGB Soc. Coop. è riuscita a far entrare illegittimamente un piccolo gruppo di crumiri, presi da altri cantieri. Ci sono stati alcuni attimi di tensione allorché un paio di lavoratori sono stati investiti da un TIR e uno di loro ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso.
I lavoratori chiedono l’immediata revoca della trattenuta stipendiale “stato di crisi del 35%” imposta artificiosamente dalle cooperative, che comporta per ogni lavoratore, un esborso mensile lordo dalle 500 alle 700 euro e che per qualche anno dovrebbero sobbarcarsi, mantenendo, così,  alla fine un salario da fame.
I lavoratori non ne vogliono sapere di dover pagare le cooperative per i loro “impicci”, che lamentano perdite dovute alla precedente e fraudolenta gestione. Se poi aggiungiamo l’erronea applicazione del contratto nazionale di lavoro, in riferimento al calcolo delle ore lavorative e delle maggiorazioni per lavoro straordinario, la riduzione degli istituti contrattuali economici e normativi previsti al 100%, del pagamento improprio del lavoro prestato sotto voci stipendiali esentasse, dei mancati scatti di anzianità, dei livelli di inquadramento inferiori alle mansioni realmente svolte, abbiamo un quadro della situazione di sfruttamento del lavoro e intermediazione illegittima di manodopera per le tre cooperative in subappalto, che senza autonomia alcuna si spartiscono lo stesso lavoro all’interno dello stesso magazzino in piena commistione tra loro.
Se SGB Soc. Coop. e le sue cooperative associate vogliono tenersi lo stato di crisi, allora se lo paghino loro, rappresentando il fatto che hanno la disponibilità finanziaria di proporre sfacciatamente nella trattativa sindacale fatta con noi dei soldi esentasse ai nostri lavoratori, per comprarsi il loro silenzio …
La risposta? Lo sciopero continua fino a che non venga posto fine alle ruberie sul salario dei lavoratori e per instaurare condizioni di lavoro dignitose, di rispetto contrattuale e di legge.
Questo vale anche per la committente che deve garantire che il sistema di lavoro in appalto sia conforme a tutto ciò.

29 aprile 2013 S.I. Cobas Bologna