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Il lavoro e i diritti secondo Calzolari, presidente Granarolo

28 giu. – “Mi sembra che queste persone siano usate come carne da cannone“. E’ netto il presidente di Granarolo, nonchè Legacoop, Gianpiero Calzolari nel descrivere la protesta che da settimane continua all’esterno della centrale del latte di Bologna. “Non è una vertenza sindacale – prosegue ancora Calzolari – ma un caso politico nazionale”. Alla vigilia della nuova giornata di boicottaggio di Granarolo, organizzata per domani in tutta Italia dai Si Cobas, il numero uno del colosso del latte prende la parola e attacca. Organizzazioni politico – sindacali utilizzerebbero la notorierà del marchio Granarolo per una lotta che poco ha a che fare con le condizioni di lavoro dei facchini. Di questo è convinto Calzolari che sfida i 41 facchini che, licenziati da Sgb, non hanno ancora detto sì all’accordo raggiunto in Prefettura un paio di settimane fa. “Si costituiscano in cooperativa e si mettano sul mercato – dice Calzolari, che prosegue – il lavoro bisogna anche un po’ costruirselo e non solo rivendicarselo“.
Secondo Calzolari, la reinternalizzazione dei servizi di facchinaggio non è possibile ma le cooperative a gestione padronale non devono poter esistere. Per questo Granarolo si impegna al “superamento di quelle relazioni” con le finte coop. “Granarolo ha attivato un audit interno – dice Calzolari – che andrà a monitorare il rispetto di quelli che sono per noi dei parametri di qualità anche nei rapporti di lavoro”. L’obiettivo: “restringere al minimo la lunghezza della filiera dei subappalti” assicura Calzolari.
Per lunedì è previsto un nuovo vertice in Prefettura per tentare una nuova mediazione sul futuro dei 41 licenziati, che parta comunque dall’accordo sottoscritto il 18 giugno: “Il tempo stringe” ha detto ieri il numero uno della Filt Cgil, Alberto Ballotti.
28/06/2013

Intervista su radio città del capo