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Che faccia tosta!

Il 15 novembre 2013 i sindacati confederali hanno indetto uno sciopero territoriale di 4 ore scaglionato per regioni per chiedere al governo una svolta economica contro la recessione basata su: meno tasse, rivalutazione delle pensioni, contro il blocco dei contratti pubblici, efficienza amministrativa, lotta all’evasione fiscale.
Chi vuol farsi prendere in giro da questi servi del governo e della confindustria si accomodi pure.
Noi non saremo della partita, abbiamo già dato, ed in modo anche significativo, con lo sciopero di otto ore del 18 ottobre ’13 che ha visto in piazza la combattività  dei lavoratori a difesa delle loro condizioni.
Ma il punto vero è, che questi servi confederali, rivendicano obbiettivi che in questi ultimi 6 anni sono passati grazie al loro consenso, come il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici bloccati fino al 2015 senza una protesta da parte di questi concertativi; o come la flessibilità del lavoro, dove hanno concesso alla confindustria la deroga al contratto nazionale per peggiorare le condizioni lavorative e diminuire lo stipendio; o come il contratto nazionale dei lavoratori interinali, firmato dall’ANMIL-Cgil, che non prevede  più il reintegro a tempo indeterminato; o come la riforma delle pensioni che hanno accettato supinamente, in nome della crisi e dei sacrifici, l’allungamento dell’età pensionabile e del contributivo per tutti.
Oggi si svegliano per prenderci in giro e farci perdere tempo e soldi.
Gli scioperi si fanno per difendere salari, diritti  e condizioni lavorative, non per perderli come fanno i confederali.
Le lotte, e gli scioperi, devono essere vere e incidere sui profitti dei padroni come stanno facendo i lavoratori della logistica e di altri settori. Le passeggiate demoralizzanti non servono più.
Milano,11-11-13  S.I. COBAS  SANITA’