Ultime3

La realtà che sta dietro al colosso Amazon

Mentre il colosso americano annuncia l’estensione degli impianti produttivi in quel di Piacenza (vedi articole su ilsole24ore.com), negli altri centri in Europa sta crescendo un conflitto diffuso, con scioperi e rivendicazioni da parte dei lavoratori.

Riportiamo una sintesi di alcuni articoli apparsi su: The Guardian, 25.11.2013 – La Repubblica, 25.11.2013 – Die Welt, 26.11.2013.

 

Da The Guardian, 25.11.2013:
I magazzini tedeschi di Amazon sono – con 9.000 dipendenti e il 14% del fatturato totale – la maggiore filiale all’estero del gigantesco magazzino internet americano che negli Usa ha 90.000 salariati; la sede centrale e a Seattle. Il maggiore in Germania è quello di di Bad Hersfeld (Assia), 3500 dipendenti, e di Lipsia.
In Germania ci sono altri 8 centri Amazon, dove sono maggiori i lavoratori temporanei, e quindi più ricattabili.
I lavoratori Amazon Germania che hanno iniziato la lotta ad aprile, sono scesi in sciopero il 19 e 20 settembre, di nuovo il 25 novembre per aumenti salariali, chiedono il contratto del settore commercio al dettagli e via mail (retribuzione oraria €10,66), anziché quello della logistica (€9,55), nel quale vengono attualmente inquadrati. In Germania non esiste il salario minimo per legge, il salario minimo è determinato e riconosciuto sindacalmente in base al tipo di lavoro svolto. Il contratto della logistica prevede un salario di €2 inferiore a quello del settore commerci per corrispondenza (Welt, 24.11.2013).
La loro lotta è coordinata dal sindacato Ver.di, il sindacato dei servizi, che il 20 settembre ha portato a Lipsia 600 lavoratori di Bad Hersfeld per chiedere solidarietà.
Allo sciopero di novembre partecipano anche i dipendenti delle catene di supermercati Netto, Kaufland e Real.
Fino a che Amazon non accetta di sedere al tavolo negoziale Ver.di non esclude altri scioperi, e minaccia di bloccare le vendite natalizie; Ver.di si propone di coinvolgere nella lotta tutti i magazzini Amazon; bastano pochi uomini al posto giusto per colpire Aamazon. Il capo di Amazon Germania ha dichiarato a Welt am Sonntag, che non intende negoziare, affermando che già i lavoratori ricevono salari superiori alla media della logistica e che trattano direttamente con i lavoratori, senza bisogno della mediazione del sindacato Ver.di.
Da alcuni anni Ver.di sta perdendo iscritti nel settore del commercio al minuto, settore per il quale anche nei Land occidentali esiste un contratto solo per il 45% degli addetti.
Gli studenti universitari di Lipsia, molti dei quali hanno occupazioni temporanee, sottopagate e a bassa sicurezza, hanno creato una “Alleanza per la solidarietà con Amazon”, e organizzato una sottoscrizione di solidarietà con gli scioperanti, raccogliendo 500 firme.
Allo sciopero del 25 hanno partecipato circa 1000 lavoratori. 600 di Bad Hersfeld e 400 di Lipsia.
Lo scorso inverno i salariati temporanei di Amazon, per lo più spagnoli e dell’Est Europa, assunti prima delle feste natalizie, oltre a non beneficiare delle normali indennità (per straordinari e lavoro festivo), erano pagati un euro meno di quanto promesso, e maltrattati dalle guardie di una società di sicurezza, che si dice sia legata a gruppi nazisti. La solidarietà espressa in Germania con questi lavoratori, ha costretto Amazon a disfarsi dei servizi della società di sicurezza.
Finora i lavoratori hanno ottenuto che Amazon pagasse una tredicesima una tantum fino a £500, ma solo per il personale a tempo indeterminato.
Amazon sta aprendo 3 nuovi centri di distribuzione in Polonia, e questo rischia di indebolire le lotte dei suoi salariati in Germania.
Il direttore della logistica di Amazon Germania ha dichiarato che quest’anno i 14 000 lavoratori stagionali (Natale) verranno cercati in Germania e non nei paesi confinanti, per non rischiare dato il rafforzamento della rete tedesca realizzato negli scorsi mesi, ad es. con il nuovo centro di spedizioni di Brisenlang, Brandeburgo. Amazon è in grado di reclutare in pochi giorni questi stagionali, tra lavoratori non qualificati, grazie al lavoro altamente standardizzato; i lavoratori gli vengono forniti dalle agenzie e dai centri per l’impiego. A Brisenlang ci sono già 12000 addetti, di cui 300 a tempo indeterminato, e 800 a tempo determinato, fino al 31 dicembre; quasi tutti provengono dalla disoccupazione di lungo termine; nell’area ci sono 10 500 percettori di sussidi di disoccupazione Hartz IV. Bastano 4 giorni per imparare il lavoro.

Da La Repubblica, 25.11.2013:
La vertenza ad Amazon è anche un emblematico confronto tra i principi del capitalismo sociale tedesco che nelle industrie impone la presenza di rappresentanti sindacali nei consigli di sorveglianza, e le idee-forza del capitalismo neoliberista. E al tempo stesso l’agitazione sottolinea i nuovi problemi, e la nuova povertà, creati in Germania dalle riforme deregolatrici del mercato del lavoro varate dal 1998 al 2005 dall’allora cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder, che oggi siede ai piani alti del colosso russo dell’energia Gazprom grazie alla sua amicizia con Putin.  
Le riforme schröderiane hanno di fatto diviso il mercato del lavoro tedesco, creando una classe lavoratrice spaccata in due: da una parte i garantiti ben pagati, protetti da sindacati forti come la potentissima IgMetall nei principali comparti manifatturieri; dall’altra milioni di dipendenti dei servizi (logistica, spedizioni, supermercati e servizi aeroportuali) ingaggiati con salari minimi, spesso con contratti precari, con tagli retributivi su straordinari e giorni di malattia, e ben meno tutelati sia dalle leggi sia dai sindacati.

Da Die Welt, 26.11.2013:
Anche in GB ci sono proteste contro Amazon. Un reporter di BBC, che ha lavorato sotto copertura ad Amazon, riferisce sulle condizioni di lavoro a Swansea, Galles. Per turni di quasi 10 ore e ½, deve camminare per circa 17,7 km., classificare gli ordini ogni 33 secondi, tramite un piccolo scanner in un magazzino di 7500 m2. Viene calcolato quanto tempo i lavoratori devono impiegare da uno scaffale all’altro, viene registrato il tempo perso e i piccoli errori compiuti. Lo scanner calcola automaticamente la velocità di lavoro e invia i dati al superiore del magazzino. Chi lavora lentamente rischia richiami, misure disciplinari e multe. I lavoratoari non devono tra loro parlare.
All’entrata nel magazzino, ogni mattina, il capo può mostrare direttamente ad ogni lavoratore la sua curva di rendimento e chiedergli conto lavoratore del perché la sua produttività è sotto la media. Negli atri dei magazzini sono esposte le statistiche sulla produzione quotidiana, settimanale e mensile. Per i servizi (commercio online, logistica, call center) c’è la tendenza a semplificare il lavoro, standardizzarlo, un neo-taylorismo.
I turni di notte sono pagati circa €9,85/h; quelli diurni €7,78/h; chi lavora da 2 anni in Amazon riceve per la notte €12,91, per il giorno €10,75/h.
Secondo un esperto dell’University College di Londra che lavora anche per l’Onu, in Amazon si sommano tutti i mali, l’efficienza è a spese della salute.
In GB di Amazon ha investito circa €1,2 MD, 5000 i dipendenti a tempo indeterminato; nel 3° trimestre ha aumentato il fatturato (totale?) del 24%, a $17,09 MD. In GB per le prossime feste natalizie ha assunto 15 000 lavoratori, di cui 1500 a Swansea.
Amazon ha acquistato il Washington Post, assieme ad altri giornali del gruppo, per €250mn.
Negli scorsi 4 anni Amazon lamenta margini ristretti di profitto, pari all’1,8% del fatturato.
Amazon distribuisce un bonus anche ai lavoratori non qualificati – al massimo pari all’8% del salario – quando sono raggiunti o superati gli obiettivi di produttività, sicurezza e precisione di inventario. Dopo due anni di lavoro al dipendente vengono offerte azioni del gruppo, così vengono trasformati da lavoratori forzati in azionisti !!

È aumentata la pressione sui lavoratori da quando Amazon si è impegnata a forniture entro le 24 ore. Quando un cliente fa un ordine viene deciso tramite la rete informatica che collega tutti i magazzini quale centro se lo assume, tenendo conto di una serie di fattori, dalla disponibilità, ai tempi, alle capacità dei singoli magazzini … e degli scioperi, cosa che rende più difficile a Ver.di organizzare la lotta dei lavoratori.
Nel 2010-2012 Amazon Germania ha aumentato del 60% il fatturato, a €6,4MD; domina le vendite per corrispondenza, ha ¼ di tutto il fatturato del settore in Germania. In tempi record la costruzione di nuovi centri di spedizione (6 mesi ad es. per quello di Brisenlang).
Anche in Germania a Bad Hersfeld il lavoro è stato da poco automatizzato e standardizzato. Un ex lavoratore metalmeccanico: “Amazon vorrebbe che prima di entrare nel magazzino i lavoratori si sbarazzarssino dei loro cervelli”.