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La base blocca i boss – In Italia lottano i lavoratori della logistica

ikea berlino

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Articolo tradotto da Neue Deutschland? 140523 che racconta il tour fatto da Karim , un compagno e delegato del si Cobas, durante l’incontro di Berlino tra realatà sindacali e di movimento a livello internazionale. 

 

«Due anni fa, a Roma, il nostro sindacato aveva 3 membri. Oggi ne ha tremila» dichiara Karim Facchino. È un lavoratore della logistica e membro del sindacato di base SI Cobas. La scorsa settimana è venuta in Germania una delegazione di attivisti sindacali del settore logistica e di sostenitori della sinistra extraparlamentare. Il gruppo ha riferito, in alcuniconvegni a Esslingen Colonia e Berlino, sulle lotte dei lavoratori nella logistica italiana, lotte che continuano da oltre 4 anni e che finora qui in Germania non sono conosciute.

Queste lotte sono anche il motivo della forte crescita di aderenti al SI Cobas nel quale si sono organizzatiti i salariati della logistica.

 

«Il sindacato non ha nessun funzionario retribuito, solo un coordinatore, che non sta però davanti ad una scrivania ma in piazza e davanti alla fabbrica», dice Facchino.
Hanno condotto le lotte lavoratori mal pagati di grandi magazzini, provenienti da diversi paesi europei, arabi e nordafricani. Spesso non sono assunti direttamente dai grandi magazzini ma da imprese in subappalto.
«I capi pensavano che noi non fossimo in grado di difenderci, ma si sbagliavano», dice Facchino che è nato in Marocco.

 

I lavoratori chiedono la riduzione dell’orario di lavoro e salari più alti. Uno strumento centrale della lotta sono stati i blocchi, alla consegna delle merci. La polizia è spesso intervenuta con violenza brutale contro i lavoratori. Le immagini di lavoratori pestati a sangue dalla polizia hanno suscitato forte indignazione in tutta Italia. E ne è derivato un maggior sostegno alle loro rivendicazioni. I gruppi solidali utilizzano anche filmati e video per pubblicizzare la lotta dei lavoratori. «Così, molte persone che finora sapevano poco delle lotte operaie, si sono fatti un’idea della determinazione dei lavoratori a combattere per le loro rivendicazioni e della violenza dello Stato contro di loro, ha riferito un membro dell’iniziativa Clash City Workers. In questo gruppo si è organizzata una sinistra extraparlamentare che appoggia le lotte operaie e che tiene il collegamento tra lavoratori, gruppi della sinistra e centri sociali in Italia.

 

L’attività di sostegno è molteplice. Va dal lavoro di propagandacon giornali, video e filmati alla partecipazione ad un blocco o a picchetti di sciopero. È però importante per i solidali anchecollegare i vari movimenti. Ad esempio in occasione di uno sciopero dei lavoratori della nettezza urbana è stato preso contatto con gruppi ecologisti, che hanno sviluppato un nuovo progetto di riciclaggio.

 

Uno dei motivi del giro in Germania della delegazione era ilmigliore coordinamento delle lotte operaie. La delegazione ha partecipato anche ad una protesta davanti ad una filiale IKEA di Berlino. Le lotte sono riprese di recente nella sede logistica centrale IKEA del Sud Europa, a Piacenza.

Dopo che la direzione ha colpito con misure disciplinari 70 attivisti sindacali e ne ha licenziato 30, i lavoratori hanno bloccato per diversi giorni l’accesso al magazzino. Il 9 maggio un lavoratore è stato ferito gravemente da un’auto lanciata contro il blocco.

 

Basis blockiert Bosse
23. Mai 2014
In Italien kämpfen die Logistikarbeiter
«Vor zwei Jahren hatte unsere Gewerkschaft in Rom drei Mitglieder. Heute sind es dreitausend», erklärt Karim Facchino. Er ist Lagerarbeiter und Mitglied der italienischen Basisgewerkschaft S.I. Cobas. Eine Delegation italienischer Gewerkschafter aus der Logistikbranche und Unterstützern aus der außerparlamentarischen Linken reiste vorige Woche durch Deutschland. Die Gruppe berichtete bei Veranstaltungen in Esslingen, Köln und Berlin über Arbeitskämpfe in der italienischen Logistikbranche, die sich schon über vier Jahre hinziehen und hierzulande bisher kaum bekannt sind.
Diese Auseinandersetzungen sind auch der Grund für den rasanten Mitgliederzuwachs der S.I. Cobas, in der sich die Logistikbeschäftigten organisiert haben. «Die Gewerkschaft hat keine bezahlten Funktionäre, nur einen Koordinator, doch sein Platz ist nicht am Schreibtisch eines Büros sondern auf der Straße und vor der Fabrik», sagt Facchino.

 

Träger der Auseinandersetzungen beispielsweise waren schlecht bezahlte Lagerarbeiter großer Warenhäuser, die aus vielen europäischen, arabischen und nordafrikanischen Staaten angeworben worden waren. Sie sind oft nicht direkt bei den Warenhäusern sondern bei Subunternehmen angestellt. «Die Bosse haben gedacht, wir können uns nicht wehren, doch da haben sie sich getäuscht», so Facchino, der in Marokko geboren wurde.
Die Beschäftigten fordern die Verkürzung der Arbeitszeiten und höhere Löhne. Ein zentrales Mittel im Arbeitskampf waren Blockaden, wenn Waren angeliefert worden sind. Die Polizei ging oft mit brutaler Gewalt gegen die Beschäftigten vor.

 

Die Bilder von Arbeitern, die von der Polizei blutig geschlagen wurden, sorgten in ganz Italien für Empörung. Dadurch wurde die Unterstützung für die Forderungen der Beschäftigten größer. Die Unterstützergruppen nutzten auch Filme und Videos, um den Kampf der Beschäftigten bekannt zu machen. «Damit bekamen viele Menschen, die bisher wenig von dem Arbeitskampf wussten, eine Ahnung von der Entschlossenheit der Beschäftigten, für ihre Forderungen zu kämpfen und von der Staatsgewalt, der sie ausgesetzt waren, berichte ein Mitglied der Initiative Clash City Workers. Darin haben sich außerparlamentarische Linke organisiert, die die Arbeitskämpfe unterstützen und die Verbindung zwischen den Beschäftigen, linken Gruppen und sozialen Zentren in Italien aufrecht erhalten.

 

Die Unterstützungsarbeit ist vielfältig. Öffentlichkeitsarbeit mit Zeitungen, Videos und Filmen gehört ebenso dazu wie die Beteiligung an einer Blockade oder einen Streikposten. Aber auch die Verbindung verschiedener Bewegungen ist den Unterstützern wichtig. So wurde bei einem Streik der Müllarbeiter Kontakt zu ökologischen Gruppen hergestellt, die ein neues Recyclingkonzept entwickelt hatten. Ein Ziel der Rundreise durch Deutschland war für die Delegation auch die bessere Koordination der Arbeitskämpfe. Sie beteiligte sich auch an der Protestaktion vor einer IKEA-Filiale in Berlin.

 

Denn in den letzten Tagen war der Arbeitskampf des zentralen südeuropäischen IKEA-Logistikzentrums in Piacenza wieder aufgeflammt. Nachdem die Geschäftsführung 70 gewerkschaftliche Aktivisten mit Disziplinarmaßnahmen belegte und 30 Gewerkschafter entließ, blockierten die Beschäftigen mehrere Tage die Zufahrtswege zu dem Werk. Am 9. Mai wurde ein Arbeiter schwer verletzt, als ein Auto in die Blockade raste.