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COMUNICATO CONGIUNTO SU ACCORDO FILT-CGIL,FIT-CISL-UILT-UIL CON FEDIT E CONFETRA

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VALUTAZIONI SU CAMBIAMENTI DI LINEA DEI SINDACATI CONFEDERALI. (Fedit raggruppa i maggiori corrieri – TNT, BRT, GLS, ecc)

 

In data 13 febbraio 2014 a Roma, come al solito, all’insaputa dei lavoratori interessati, veniva firmato un accordo denominato “Linee guida per la realizzazione di un nuovo modello per il lavoro delle ribalte”, nel quale vengono poste le basi per un ulteriore peggioramento delle condizioni lavorative degli addetti alla movimentazione merci, facendo credere che, al contrario, si tratti di un importante passo in avanti per i lavoratori.

 

Ma ciò che tradisce gli intenti reali di questo accordo lo possiamo ricavare dalla premessa, laddove si afferma che “in quel settore si registra un crescendo di conflittualità fuori controllo, con fenomeni di illegalità diffusa, suscettibili di strumentalizzazioni di varia natura” …..”la degenerazione dello strumento degli appalti, a fronte di una tensione sociale giunta in certi casi a livelli intollerabili, stia provocando…un peggioramento delle condizioni dei lavoratori…”.”…Per contribuire ad invertire questa tendenza negativa, le parti ritengono utile avviare…un processo che porti nel settore ad una maggiore garanzia dei diritti e delle tutele dei lavoratori…attraverso percorsi di internalizzazione e…stabilizzazione dei rapporti di lavoro” …”per stabilizzazione si intende la possibilità di instaurare rapporti di lavoro con personale dipendente e stabile..”

 

COSA SIGNIFICA QUESTA PREMESSA? :

 

1. Vi è un riconoscimento da parte dei padroni e dei sindacati complici che in tutti questi anni i cambi di appalto sono stati usati in modo vergognoso provocando gravi tensioni sociali (leggi grandi lotte dei facchini);

2. Che in risposta all’intollerabile uso dei cambi di appalto, i lavoratori organizzati dai Cobas hanno costruito ovunque risposte in termini di lotta, con scioperi, picchetti, blocchi, semplicemente per tutelare i diritti e non certo per creare tensione sociale o per “strumentalizzare” le condizioni di sfruttamento e semi-schiavitù che ci sono nei magazzini.

3. Grazie a quella che sindacati dei padroni e sindacati dei “lavoratori” chiamano “illegalità diffusa” e “tensione sociale giunta a livelli intollerabili”, dopo decenni nei quali nessuno sapeva o vedeva, i lavoratori, sfidando le grandi multinazionali, la polizia, le istituzioni, i sindacati complici, sono riusciti a produrre importanti miglioramenti contrattuali e retributivi nei principali poli della logistica, facendo perdere ogni tipo di credibilità ai sindacati confederali;

 

4. A fronte di questa situazione, il senso di questo accordo è quello di riconoscere che in passato i corrieri si sono avvalsi di cooperative che hanno violato sistematicamente le leggi, hanno truffato fisco, Inps e lavoratori, che contro tutto questo solo i Cobas si sono opposti con efficacia e che è necessario, da parte dei padroni, cercare di far recuperare credibilità ai sindacati confederali collusi per cercare di ridimensionare i Cobas

 

QUESTO IL SENSO DELLA PREMESSA DELL’ACCORDO FIRMATO DALLE CENTRALI SINDACALI CON FEDIT

 

Ma ancora una volta il contenuto di questo accordo si rappresenta come un ulteriore favore fatto ai padroni, in cambio di una presunta disponibilità ad assumere i lavoratori come dipendenti e non più come soci. Anche in questo caso, possiamo dire che, fino a qualche tempo fa la Filt-CGIL esprimeva posizioni molto chiare nei confronti delle cooperative ( in un documento fatto a Padova contro ADL Cobas la FILT-CGIL si esprimeva nel seguente modo accusando ADL Cobas di ” tentare di screditare soggetti generali – i sindacati CGIL CISL UIL – che ritengono che le cooperative devono esistere e svilupparsi in un’ottica di relazioni mutualistiche nel profondo rispetto dei lavoratori”.

 

E più avanti sempre nello stesso documento …”La CGIL continua a ritenere importante l’opportunità lavorativa del socio lavoratore….” e ancora ….” Ciò non significa abolire la forma societaria delle cooperative e far diventare tutti dipendenti, come rivendica l’ADL, ma operare sempre affinchè vi siano controlli efficaci….”. Adesso, improvvisamente, la CGIL scopre di essere contro le cooperative e, recependo interamente uno dei punti della nostra piattaforma, propone nella sostanza di abolire la figura del socio lavoratore.
Da un lato risulta evidente che le conquiste che abbiamo ottenuto con le grandi lotte che abbiamo condotto in questi anni, hanno creato evidentemente le condizioni per il superamento della figura del socio lavoratore, dall’altro però, come da sempre succede, CGIL, CISL e UIL devono cercare di mettersi d’accordo con i padroni per neutralizzare l’effetto delle nostre lotte e indicare delle linee guida che rendano conveniente ai padroni il cambio da socio lavoratore a lavoratore dipendente.

 

VEDIAMO ALLORA I CONTENUTI DI QUESTO ACCORDO.

Al primo punto dell’accordo lo si dice esplicitamente: “a livello aziendale si potrà applicare il presente accordo per il personale di ribalta come lavoratori dipendenti, con modalità tali da controbilanciare la maggiore tutela dei lavoratori interessati con la necessaria flessibilità che questo nuovo assetto organizzativo comporta per le imprese”. In altre parole significa che in cambio del rapporto di lavoro dipendente verranno chieste al lavoratore alcune precise contropartite.

 

LE CONTROPARTITE.

 

ORARIO DI LAVORO. ROL ed ex festività non saranno più erogati in forma fissa ma verranno sostituiti con diverse modalità di pagamento che verranno collegate ad un Premio di Risultato. Di fatto si tratta della eliminazione di una voce fissa, corrispondente a circa 600 € all’anno per un 5° livello. L’orario di lavoro settimanale verrà distribuito dal lunedì al sabato e verrà determinato con una media su un arco temporale di 6 mesi e la prestazione lavorativa giornaliera sarà articolata con un minimo di 4 ore ed un massimo di 10 ore, su un nastro operativo giornaliero non superiore alle 13 ore.

 

In altre parole, in ogni magazzino al lavoratore potrà essere imposto di lavorare da un minimo di 4 ore ad un massimo di 10 ore su un nastro operativo di 13 ore. Vale a dire che un lavoratore che abita a 20/30 km di distanza dal lavoro, resta impegnato per il lavoro, dal momento in cui parte da casa, al momento in cui rientra, tra le 14 e 15 ore. Inoltre il lavoro al sabato, quando rientra nelle 39 ore, verrà retribuito normalmente e senza alcuna maggiorazione.

 

Part time: Viene portato da 20 a 16 l’orario minimo per il part time con 4 ore al giorno minimo per 4 giorni, con applicazione di un orario flessibile ma le prestazioni elastiche potranno superare il 20 % della prestazione concordata, senza sostanzialmente stabilire un massimo di ore. In pratica le clausole applicate a questa tipologia di part time, cancellano il significato stesso di part time;

 

Reperibilità: un’altra chicca di questo accordo sta nel fatto che chi verrà assunto sarà tenuto ad essere reperibile in ore non lavorative per sopperire ad esigenze aziendali, secondo modalità da definire a livello aziendale, in cambio di una non meglio precisata indennità, ma soprattutto i lavoratori non potranno rifiutarsi di rispondere alle chiamate. Il datore di lavoro, comunicherà all’inizio del mese i periodi di reperibilità ed il lavoratore collocato in reperibilità, non potrà sottrarsi dall’essere disponibile.

 

Malattia: CGIL, CISL , UIL e FEDIT sono d’accordo, senza alcun distinguo, sul fatto che le malattie incidono sulla efficienza e sulla competitività delle aziende e quindi si dichiarano d’accordo sull’obiettivo di ridurre le assenze per malattia che incidono sulla normale organizzazione del lavoro e cercheranno, di comune accordo, tramite specifiche misure gli strumenti atti a ridurre il fenomeno.

Ma cosa significa tutto ciò? Per quello che capiamo noi, significa che CGIL CISL e UIL, non si pongono minimamente il problema che per i facchini in tutti questi anni non c’è mai stata l’integrazione per malattia ed infortunio e che si tratta di una tipologia di lavoro altamente usurante. Si dovrebbe cercare di eliminare le cause che producono le malattie e non ricercare le misure per costringere i lavoratori a presentarsi nei magazzini anche quando sono ammalati per recuperare una fetta di salario.

 

Questi in sintesi i punti salienti di questo accordo che viene richiamato dalla CGIL in alcune situazioni (Padova in BRT e Roma SDA) per dare seguito ad accordi di magazzino che aprano la strada a peggioramenti sostanziali delle condizioni contrattuali, contrabbandando la stabilizzazione del rapporto di lavoro (assunzione come dipendenti) con una flessibilizzazione selvaggia degli orari di lavoro che rendono la vita delle persone sempre più dipendente dai tempi imposti dalla circolazione delle merci.

 

CONSIDERAZIONI SPECIFICHE IN MERITO ALL’ACCORDO CON FEDIT.

 

E’ risaputo che, come Si Cobas e ADL Cobas abbiamo siglato degli accordi di filiera (TNT, BRT, GLS, SDA ecc) volti ad aprire la strada per il superamento definitivo della forma di rapporto di lavoro come socio di cooperative. Lo abbiamo sempre detto in tutte le salse e abbiamo costruito una vertenza nazionale che si è prefissata di intervenire su alcuni dei punti fondamentali della condizione di socio lavoratore. Lo abbiamo fatto accettando un terreno di trattativa che ha prodotto una forma di gradualità nella stesura poi degli accordi di magazzino. Nella prima fase abbiamo individuato gli istituti contrattuali, la malattia e l’infortunio, l’orario di lavoro, il ticket restaurant e i diritti sindacali, riservandoci in un secondo momento di portare a compimento la piattaforma, arrivando ad una definizione chiara sui cambi di appalto,e sul passaggio da soci a dipendenti.

 

Ora, scopriamo che il sindacato che raggruppa anche i corrieri con i quali abbiamo fatto gli accordi, sigla un accordo con CGIL CISL e UIL che apparentemente apre ad una possibilità di superare la figura del socio lavoratore, ma al tempo stesso pone delle condizioni che sono in netto contrasto con gli obiettivi che abbiamo indicato nella nostra piattaforma, specie per quanto concerne le forme selvagge di flessibilità introdotte, la reperibilità, la regolamentazione della malattia.

 

Alla luce di questi elementi è chiaro che stiamo assistendo ad un tentativo di confondere le acque, coadiuvato dal fatto che Filt Cgil va in giro a criticare gli accordi firmati da noi con BRT, disdicendo tutti gli accordi in essere, rivendicando la piena applicazione del CCNL senza alcuna deroga, al fine, dicono, di eliminare la figura del socio lavoratore.

 

Comunque la vogliamo mettere, è evidente che esiste un intento comune tra Fedit e CGIL CISL e UIL, volto a depotenziare la presenza dei Cobas all’interno della logistica, usando la demagogia della CGIL (che ha sempre contrastato i nostri scioperi indetti contro le forme di sfruttamento delle cooperative) che cerca di ricostruirsi una verginità, per cercare di metterci in difficoltà, da un lato, e dall’altro cercando di far passare delle linee guida che produrrebbero un peggioramento sostanziale delle condizioni di lavoro.

 

Alla luce di questo quadro, è evidente che le cose sono in movimento, ma non sono in movimento solo per le associazioni padronali e dei sindacati collusi, diventano necessariamente in movimento anche per noi, in quanto non possiamo accettare che, da un lato TNT, BRT, GLS, ecc. firmino accordi con noi e ci chiedano di rispettare le gradualità sottoscritte, dall’altra l’associazione che li rappresenta, vada a braccetto con i sindacati confederali per far credere ai lavoratori che anche la triplice cerca di tutelare i lavoratori tentando di ridimensionare quanto da noi conquistato.

 

In questo senso intendiamo lanciare un preciso monito a FEDIT e ai suoi associati, per dire che:

 

1. Se solo dovesse succedere che da qualche parte venisse firmato con CGIL CISL UIL un qualche accordo che fosse migliorativo di quanto da noi sottoscritto anche di un solo centesimo, produrrebbe una immediata messa in discussione delle gradualità da noi sottoscritte con BRT, TNT,GLS e l’apertura immediata di una nuova vertenzialità atta a produrre l’immediato completamento dei punti della nostra piattaforma;

 

2. Ad ogni modo, la firma dell’accordo di Fedit rappresenta di per sé stessa una messa in discussione degli accordi siglati e ci pone il problema di riaprire il confronto tra tutti i lavoratori per accelerare i tempi della conquista dell’intera piattaforma di lotta presentata lo scorso anno.

In questo senso procederemo quanto prima alla convocazione di una assemblea nazionale volta a ridefinire, obiettivi e tempi di una nuova fase di lotta che dovrà segnare la cancellazione definitiva della figura del socio lavoratore.

 

Per Si Cobas Aldo Milani

Per Adl Cobas Gianni Boetto