12 luglio 14 TG Vallesusa:
Hanno conquistato dignità, regole, riconoscimento sindacale con il primo accordo dopo anni di lotte: sono i lavoratori della logistica dei Mercati Generali di Torino. Ora avranno una busta paga normale. Ma il significato della loro vittoria va oltre i vantaggi immediati.
di Fabrizio Salmoni
In una Barriera di Milano ribollente di lotte sociali: sfratti, occupazioni, marce antifasciste, scorrerie contro le sedi Pd (oggi c’era pure una marcia contro il genocidio dei palestinesi), c’è la sede del Si Cobas, il sindacato intercategoriale di base che guida le lotte dei lavoratori della logistica (facchini, scaricatori) ai Mercati Generali di Torino e un po’ in tutta Italia.
E’ una specie di salto nel tempo che mi accingo a fare a mia insaputa. Mi ritrovo in uno spazio di due locali a piano terra che ricorda una sede extraparlamentare degli anni Settanta, inclusi fumo e ciclostilati. Le pareti sono spoglie con qualche poster e una bandiera del sindacato; su un bancone volantini e pubblicazioni in tema; la sala riunioni è piena e risuona di domande e risposte in un italiano che non si capisce al volo.
I presenti infatti sono quasi tutti extracomunitari (unico elemento di attualità) e la discussione a cui assisto ha dell’incredibile: si parla di regole elementari della lotta collettiva, dell’esigenza di affrontare compatti le scadenze, delle future insidie all’unità, alla fiducia nel sindacato; c’è chi spiega cosa prevedono le leggi del lavoro perchè non tutti lo sanno; ci si organizza per le prossime fasi di contrattazione.
Gli occhi brillano quando qualcuno spiega quanto spetta in busta paga sulla varie voci nella nuova situazione (cifre modeste in assoluto ma che in confronto a quelle di regime attuale sembrano aprire prospettive di abbondanza…).
Traspare chiaramente sui volti di tutti la soddisfazione per quanto si è conquistato ma a guardare bene si vedono anche la stanchezza fisica e la preoccupazione per quel che deve ancora venire.
Mi hanno invitato per la prima riunione importante dopo il sorprendente esito della mobilitazione culminata il 23 maggio scorso con lo sciopero che ha bloccato i mercati e respinto energicamente le cariche della polizia.
Dopo un mese abbondante di duro confronto con le cooperative che gestiscono l’enorme area dei Mercati, sotto la pressione della prospettiva di un nuovo sciopero (con danni per le coop calcolabili tra i 3 e i 6 milioni di euro), le più grandi della trentina di coop hanno sottoscritto l’impegno ad applicare il contratto nazionale della logistica.
Be’, che c’è di sensazionale? – potrebbe chiedersi qualcuno.
C’è che prima di questo accordo i Mercati Generali erano ad un livello di relazioni sindacali più o meno da era proto-industriale: rapporti diretti e individuali, paghe da 600 euro mensili + 700 in nero e quindi tasse pagate solo sulla tranche palese, niente ferie, tfr, 13ma, mutua (l’assenza di un solo giorno poteva valere una trattenuta fino a 100 euro), niente straordinari notturni e persino qualche forma di caporalato per i più disgraziati che scavalcavano il muro per avere una notte di lavoro, turni fino a 15 ore. Tutto questo nella democratica Torino del Pd e all’insaputa del mondo non sommerso.
L’accordo, firmato il 2 Luglio al Caat con la maggioranza delle cooperative e ribadito il 9 Luglio in Municipio alla presenza dell’Assessore al Lavoro Mangone, prevede tutto quello che compare in una “normale” busta paga ma la storia di questa lotta non è finita qui, naturalmente: ora bisognerà andare a far firmare l’accordo a tutte le cooperative senza indecisioni o differenze.
A quanto mi raccontano, l’incontro in Municipio non è stato indolore: la controparte aveva l’incubo di un nuovo sciopero ma, a partire dall’Assessore Mangone, si è partiti dalle intimidazioni: “Se fate di nuovo sciopero ci saranno arresti e licenziamenti”.
Concetti simpaticamente ribaditi dalla Digos a piano terra. La risposta è stata “Non ci fate paura”e la solidità ha impresso una certa celerità all’accordo. Un tentativo della Uil (chiamata da chi?) di inserirsi è stato sventato con decisione.
Si sono ottenute rappresentatività, dignità e regole ma già dai prossimi giorni si dovranno affrontare altri nodi: i livelli, le cooperative irregolari (ci sono anche quelle!), modifiche al regolamento interno (le testimonianze parlano di rapporti di estrema prepotenza per non dire soprusi), la verifica del versamento dei contributi, e 30 lavoratori lasciati a casa.
Dovranno riassumerli, se no sciopero subito! Tanto per chiarire che per la prima volta dopo tanto tempo sono le categorie di lavoratori peggio pagate e peggio garantite a guidare una protesta sociale che stenta a manifestarsi.
Martedì 15 Luglio alle ore 11 è convocata l’assemblea pubblica dei lavoratori in piazza Castello davanti alla sede della Regione.
(F.S. 12.7.2014)