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Informazione importante sui contratti a termine.

tempo determinato

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Il giurista Piergiovanni Alleva, ha lanciato, dalle pagine del manifesto, un appello ad informare i lavoratori che hanno un contratto a termine che facciamo nostro.

 

Tutti i lavoratori che hanno un contratto a termine o in somministrazione, stipulato prima del decreto Poletti, che va in scadenza, (o è già scaduto), hanno 120 giorni di tempo per impugnarlo da un avvocato o con il sindacato per farsi riconoscere dal giudice il contratto a tempo indeterminato.
Fino al decreto Poletti vigeva la regola che nel contratto a termine doveva essere ben specificata la causale per la quale si richiedeva la prestazione lavorativa a termine.
In mancanza di tale specifica causale temporanea il contratto si sarebbe trasformato automaticamente a tempo indeterminato.
La giurisprudenza ha emanato una serie di sentenze favorevoli al lavoratore di cui la sentenza della cassazione n° 13992/2013 racchiude in modo significativo tutte le altre.

 

Essa afferma:” … le ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo e sostitutivo a sostegno dell’apposizione del termine al contratto di lavoro devono essere specificate dal datore di lavoro in maniera circostanziata e puntuale in modo da consentire il controllo della connessione tra la durata temporanea della prestazione e l’utilizzazione del lavoratore”.
Da questa sentenza si capisce molto bene quale regalo ha fatto ai padroni Renzi, e quale regalo si è fatto Poletti visto che era il presidente della lega coop.
Da indagini statistiche risulta che 5 contratti su sei erano illegittimi perché senza causale della temporaneità e migliaia di lavoratori hanno vinto le cause che hanno intentate contro i padroni.

 

Ora siccome il governo Renzi(difensore degli industriali) ha tolto la CAUSALITA’ nel contratto, e quindi i padroni possono stipulare sempre – anche se non esiste la temporaneità del lavoro – i contratti a termine, i lavoratori che hanno un contratto a termine precedente, se è in scadenza, devono muoversi per non far scadere i 120 giorni per impugnarlo. Basta una lettera raccomandata al proprio datore di lavoro, che se non risponde, si va in tribunale entro i 180 giorni successivi.

 

Ad esempio : Se un lavoratore ha il contratto che gli scade il 30 ottobre 2014 ha la possibilità di impugnarlo davanti a un giudice entro i 120 giorni, cioè fino al 28 Febbraio 2015.
Lo stesso per quelli che scadono dopo.

 

E’ importante che il lavoratore sappia di questa possibilità che ha per poterla sfruttare.

 

Milano,22.9.14

S.I. COBAS MILANO.