Con la recente raccolta firme, si apre formalmente una nuova fase nella vertenza sindacale in atto. Una nuova fase per tutti i lavoratori, ma in particolare per quelli che da Gennaio hanno sostenuto sempre, nelle assemblee e con gli scioperi, la RSU.
Lo sciopero proclamato per le giornate del 31 Ottobre e del 1 Novembre è necessario per costoro e lo è di più per tutti i firmatari: SENZA UNA LORO MASSICCIA ADESIONE, LA RACCOLTA FIRME NON AVRA’ NESSUNA FORZA CONTRATTUALE. Essi non parteciperanno, si sa. Se sarà così e lo sciopero fallirà, la RSU e il SI COBAS registreranno la sconfitta, ma non cambierà nulla: IL NO RESTA NO.
No a cosa? A ciò che l’azienda non ha ottenuto con la disdetta e che i firmatari sono disposti a dare: IL DOPPIO REGIME SALARIALE, CIOE’ PER I NEOASSUNTI DOPO LA FIRMA DI UN IPOTETICO ACCORDO, APPLICAZIONE DEL SOLO CCNL. No? Non prendiamoci per i fondelli: LA DIREZIONE AZIENDALE CON LA DISDETTA HA OTTENUTO TUTTO QUELLO CHE RITIENE NECESSARIO PER ACQUISIRE L’INVESTIMENTO.
Non c’è più nulla che i lavoratori possano dare, se non svendere il trattamento salariale dei futuri assunti! Questa si che è solidarietà tra lavoratori, complimenti! No, la RSU e il SI COBAS si sbagliano? Per l’azienda la questione è strategica, permanente, non transitoria: RISOLVE ALLA RADICE IL PROBLEMA DEL COSTO DEL LAVORO! Il doppio regime salariale! I firmatari chiedono se il sindacato ha accettato tale regime e dove e quali sono gli effetti pratici. Non bisogna andare lontano, una tale vergogna l’abbiamo in portineria! Se tale trattamento non è tollerabile nemmeno per ipotesi per i lavoratori della Memc, cosa vuole fare la RSU per la portineria? Chi ha orecchie per intendere, intenda! Chiaro? Ora tutti i lavoratori Memc di Novara sono “neoassunti”, non possono temere nessuna concorrenza.
E’ così, ed è per questo che la RSU ed il SI COBAS proclamano: O TUTTI O NESSUNO! Non è accettabile, certamente, ma tutto ciò è imposto dalle circostanze, dai rapporti di forza, non dalla volontà in quel senso della RSU. Un salario che sia determinato unicamente dal contratto nazionale, non è adeguato e capiamo finalmente quale schifezza sia il CCNL dei chimici. Capiamo anche quanto labile sia il salario di secondo livello, quanto sia assolutamente in balia di questa o quella disdetta, del raggiungimento di questo o di quel risultato: SI ACQUISISCE UN AUMENTO SALARIALE PROVVISORIO, MA MAI SI CONQUISTA UN INCREMENTO EFFETTIVO E CONSOLIDATO. Per questo non è stato possibile firmare ipotetici premi di partecipazione prima della crisi, e a maggior ragione adesso. Che fare? Per recuperare il salario perso, bisogna seguire due vie parallele. Nel caso della quattordicesima, affidare a una vertenza legale il recupero di tale somma; un recupero non solo possibile ma probabile. La seconda via è quella data dal CCNL dei chimici, e cioè rivendicare LE POLIVALENZE, per chi le ha, di fatto, ma non sono riconosciute: IN SINTESI ESTENDERE A TUTTI LA POLIVALENZA E SOSTITUIRE SUPERMINIMI CON LE ADEGUATE CATEGORIE E IPO.
Poco? Impossibile? Per quanto meschino sia il CCNL dei chimici, quello del salario indicizzato alla categoria è senz’altro meglio del salario determinato dal premio di partecipazione e sottoposto al capriccio di un mercato anarchico e alle disdette aziendali. Nel caso specifico delle polivalenze poi, il pericolo di perdita salariale derivante dalle novità normative nel caso di demansionamento, sono superate di fatto. Già, ma incrementa il costo del lavoro, si dirà facendo da eco alla direzione aziendale. Perché non si può incrementare il salario? SI DICE CHE L’INCREMENTO SALARIALE, AUMENTA IL PREZZO DELLE FETTE.
Ma è così? No, E’ FALSO. Il SI COBAS non pretende di essere creduto sulla parola, ma che non sia il livello salariale a determinare il prezzo finale di una qualsiasi merce, è un fatto accertato scientificamente dall’economia politica da almeno due secoli. Una cosa è il prezzo del salario, tutt’altra cosa la produttività del lavoro. Ed è per questo che l’investimento è assolutamente necessario, perché incrementa la produttività assoluta e relativa del lavoro. Se l’azienda investirà, lo stabilimento resterà aperto.
La garanzia dell’investimento è data dall’aumento della produttività, ma in sé questo non garantisce gli attuali livelli occupazionali, anzi. Introdurre una produttività più elevata, determina una concorrenza tra i lavoratori che sono già presenti in azienda. Di fatto serviranno meno lavoratori per produrre la stessa quantità di fette. Dunque non si tratta solo di strappare più salario, ma difendere l’occupazione anche a fronte dell’investimento. Ridurre l’orario dunque. Aumentare il salario, diminuire l’orario. Impossibile! Qui e oggi, certamente. Rivendicare tutto questo con scioperi mensili di otto ore, impensabile.
Oggi l’azienda è all’offensiva, grazie anche alla divisione tra i lavoratori. C’è bisogno di una ritirata strategica, di un cambio di marcia. Temporeggiare senza perdere tempo e salario, commisurare i mezzi allo scopo: COSTITUIRE UNA CASSA RESISTENZA. Cosa essa sia, sarà spiegato a tutti i lavoratori che parteciperanno all’assemblea indetta dal SI COBAS. Una cosa si può dire subito: QUESTO MEZZO DI LOTTA SARA’ REALIZZATO. E’ assolutamente necessaria andare fino in fondo, lo esige lo stato miserabile in cui siamo. Non c’è altra via credibile. Facciamolo tutti! Il SI COBAS lo fa!
A TUTTI I LAVORATORI!
E’ INDETTA UNA ASSEMBLEA PER SABATO 1/11/20141 NELLA SALA PUBBLICA SACRO CUORE, IN PIAZZA SACRO CUORE 5. ORE 10,00.
ORDINE DEL GIORNO: COSTITUZIONE DELLA CASSA RESISTENZA DEI LAVORATORI MEMC.