Logistica

ALLA RHIAG DI SIZIANO (PV) SI DEVE RIENTRARE A TESTA ALTA E PUGNO CHIUSO !

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Una lotta importante, che nasce dalla “straordinaria”, per il settore, rivendicazione di un salario dignitoso e di condizioni ed orari di lavoro umani; una lotta che con sé porta in nuce la necessità di rottura con il sistema di sfruttamento e caporalato del sistema cooperativo nella logistica e che si innesta tra le innumerevoli battaglie portate avanti negli ultimi cinque anni dal S.I. COBAS.

 

Il colosso della ricambistica per auto e camion RHIAG si è da tempo appoggiata al consorzio cooperativo Oversin&rco, che utilizza a sua volta le proprie cooperative “di famiglia”, per gestire le lavorazioni di magazzino nell’impianto logistico e nei depositi pavesi dell’azienda; tale consorzio si contraddistingue per il completo spregio della dignità dei propri soci lavoratori, sistematicamente sottoposti a vessazioni violente da parte del “signor” Girolamo Michele e dei suoi aguzzini, e costretti a lavorare per un numero indefinito di ore per riuscire a portare a casa un salario comunque indecoroso; soggiogando per anni gli operai al miserabile contratto fuorilegge UNCI-CONFSAL e recentemente all’altrettanto bieco UNICOOP-UGL, costringendo congiuntamente tutti ad iscriversi al sindacato dei propri amici fascisti.

 

La RHIAG, ben contenta di aver trovato in quest’asse la possibilità di continuare a pagare miserevoli tariffe e macinare profitti, acconsente apertamente che nel proprio magazzino principale di Siziano i lavoratori siano oggetto di repressione caporalesca e paghe da fame, ritagliandosi il proprio spazio dignitoso nel panorama del capitalismo italiano sulla schiena degli operai.

Dopo uno sciopero a Febbraio, sotto la neve, ed uno successivo il 26 Marzo, che ha visto i compagni fronteggiare e respingere una carica squadrista ordita dai capi e capetti delle cooperative, guardie ed UGL, il 4 Agosto il Tribunale di Pavia – Sezione Lavoro, emette una sentenza che sancisce il diritto al reintegro ed al risarcimento nei confronti dei dieci operai della cooperativa CDS, licenziati il 13 Marzo; licenziamento messo in atto dai padroni come evidente ritorsione per avere osato organizzare il cobas ed aver dato corso ad una determinata battaglia per la rivendicazione di condizioni contrattuali migliori, per estinguere il ricorso al lavoro nero e ad interminabili straordinari forfetizzati, ma ancor più per spezzare la situazione semi-schiavistica cui per anni sono stati assoggettati.

 

Ma la legge borghese, laddove elargisca un eventuale “diritto”, è già predisposta e configurata altrimenti a non mostrare il fianco alla propria predeterminazione antioperaia.
Grazie alla funzionale “leggerezza” ed elusività della legislazione in merito, le cooperative CDS e QUANTUM sono state strumentalmente messe in liquidazione dai padroni del consorzio successivamente ai licenziamenti; ne sono state forgiate all’uopo altre quattro tramite un re-impasto nei consigli di amministrazione dei vari responsabili-tirapiedi-caporali che già prestavano la loro sporca opera nelle precedenti, impedendo in tal modo che il diritto sancito dalla sentenza del tribunale del lavoro possa garantire l’effettivo reintegro sul posto di lavoro od il risarcimento previsto.
Ma al principio della illegittimità del licenziamento innestiamo le aste delle nostre bandiere. Da qui si riparte all’attacco nella nuova fase della lotta.

 

Il S.I. COBAS ed i suoi operai si preparano. I padroni ed il loro apparato di governo e di controllo sociale certo sono pronti; non a caso l’avvocatura del consorzio Oversin&rco che l’ha difeso in questo processo è lo studio legale del giuslavorista e senatore Pietro Ichino (un pool di avvocati al servizio del sistema cooperativo), il quale ha presentato proprio pochi giorni fa al consiglio dei ministri, in combutta con l’ex ministro Sacconi, un disegno di legge volto a doppiare il deplorevole accordo sulla rappresentanza sindacale ed uno ulteriore relativo alla limitazione di sciopero nei servizi pubblici, che saranno probabilmente discussi a partire da settembre; il padronato appronta quindi le micce per innescare nuovi strumenti utili in vista del ribollire del conflitto sociale autunnale.

 

ALLA RHIAG DI SIZIANO COME DOVUNQUE LA CLASSE OPERAIA IMPATTA CONTRO LA RIGIDITA’ BORGHESE DELLA NECESSITA’, PER LA SOPRAVVIVENZA DEL PROPRIO SISTEMA ECONOMICO, DELLO SFRUTTAMENTO DELL’UOMO SULL’UOMO.

 

ALLA LOTTA ALLORA !