Per 70 euro 101 dipendenti della Electrolux, tra operai ed impiegati, hanno obbedito alla “comanda” dell’azienda.
Sei ore di lavoro il giorno di Ferragosto per un’ impennata delle vendite di frigoriferi, almeno così dichiara la multinazionale svedese che, appena pochi mesi fa, voleva trasferire i suoi impianti altrove, dove il costo del lavoro, della dignità e dei diritti degli operai aveva un “impegno aziendale” ancora minore.
I sindacati, quelli che hanno firmato di tutto e svenduto le lotte operaie per posti al parlamento, leggi che gli permettono di assegnarsi, da soli, pensioni da nababbi, gestione dei fondi pensione dei lavoratori e Caf, sembrano non starci…solo perché nella “trattativa” non sono entrati.
L’azienda ha preferito “parlare” direttamente con le maestranze senza trovare molte difficoltà a trovare chi gli serviva.
Siamo arrivati al fondo per responsabilità diffuse, che non vedono estranei i lavoratori, ormai talmente asserviti all’ ideologia del padrone, tanto da accettare qualsiasi sopruso, qualsiasi pedata alla propria dignità e a quei diritti che chi li ha preceduti ha conquistato anche a rischio della propria incolumità.
Né “coscienza di classe” e meno che meno “coscienza operaia” …non c’è coscienza in chi consegna ai propri figli un domani da servi, nel quale libertà personali, danni alla salute, problemi familiari divengono ostacoli al dio produzione consentendo, al padrone di turno, di “punire” chi li ritiene ancora diritti e premiare, con una mancia, chi cala testa e pantaloni, in spregio alla propria dignità.
Electrolux come Fiat, come quelle migliaia di posti di lavoro dove si muore per il caldo per pochi euro, dove mettere a rischio la propria vita equivale a “mantenere il posto”…se non lo si perde abbandonati nei campi o ai margini di un cantiere edile.
La classe operaia non va più in paradiso, va in fabbrica svendendo le proprie conquiste per 70 denari.