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GLS PIACENZA: PRECISAZIONI IN MERITO ALL’AGGRESSIONE SUBITA DAI NOSTRI ISCRITTI

I facchini della Gls ottennero i miglioramenti grazie a uno sciopero nazionale nella filiera  GLS che fece da apripista agli accordi di secondo livello alla TNT, Bartolini, Sda e via via nei gruppi minori. Gli operai della Gls di Piacenza furono alla testa di questa mobilitazione e questo rafforzò nei delegati la convinzione di avere un forte potere contrattuale nel magazzino. La Gls nel contempo, visto il condizionamento che il SI Cobas determinava ha, in questi ultimi mesi, pensato che forse poteva tentare di assecondare questa parte di lavoratori per cercare di spezzare la catena e comprare questa parte che aveva un forte consenso nel magazzino. Tre su quattro delegati passarono al soldo della Gls e della cooperativa che agiva nel magazzino e favorì il passaggio dei lavoratori alla CGIL “amica”.

Il delegato dissenziente resistette all’opera di corruzione e con lui 25 lavoratori ( su 125) restando iscritti al SI Cobas. Di fronte al primo sciopero nazionale del 29-30 novembre sul CCNL che doveva essere rinnovato, gli iscritti alla CGIL non scioperarono e fecero opera di sostegno al crumiraggio in tutti i magazzini a livello nazionale, ma questo atto filo padronale fallì miseramente.

Il SI COBAS di fronte a questa manovra reagì e mise in atto pochi giorni dopo lo stato di agitazione in tutto il gruppo. Intimorita dal possibile sciopero nella filiera la GLS chiese ed ottenne un incontro con il SI Cobas e l’ADL Cobas . In questo incontro, presente anche l’avvocato del fornitore di Piacenza, fissammo le condizioni perché non ci fosse nessun atto che rafforzasse l’operazione del Committente di frazionamento del fronte di lotta. Qualche giorno dopo, pero’, la cooperativa cercò di isolare spostando un capo che era rimasto fedele al SI Cobas in un’altro reparto: la stessa sera un massiccio picchetto alla Gls di Piacenza e il coinvolgimento in un’ora di sciopero negli altri magazzini a livello nazionale costrinse la cooperativa di soprassedere nell’atto intimidatorio verso il capo e rivolto anche agli altri lavoratori iscritti al

SI Cobas che all’indomani divennero 52.

Di fronte alla continua emorragia di iscritti dalla CGIL al SI Cobas due dei tre delegati di questa organizzazione organizzarono con una decina di lavoratori ( tutti egiziani, amici e parenti dei due) due agguati a quattro dei nostri lavoratori. Agguato premeditato ( tolsero le lampadine che illuminavano la sala ristoro e, coperti dal buio, aggredirono prima selvaggiamente due operai del SI Cobas con seggiole e spranghe- uno è rimasto per parecchie ore in coma, e poi non contenti del fatto nè hanno aggredito altri due che lavoravano isolati in una postazione). In poche ore 82 lavoratori uscirono per protesta del magazzino e si unirono ai facchini accorsi dagli altri magazzini alla notizia del pestaggio. Dopo più ore e per decisione assembleare rientrarono a lavorare con la promessa della GLS che i vigliacchi assalitori sarebbero stati puniti per questo atto premeditato.

Tutto ciò che è avvenuto dopo, fa parte della grancassa dei media al servizio della borghesia cittadina per gettare fango sulle lotte del SI Cobas e dei facchini iscritti al nostro sindacato, ma poco servirà questa volta la voce mediatica dei padroni perché la forza in campo proletaria dissuaderà la Gls ” di mischiare le carte in tavola” distribuendo responsabilità tra tutte le parti ( aggrediti ed aggressori).

GLS avvisata, più volte “salvata”.

SI Cobas Piacenza.

Qui un approfondimento da parte del collettivo NAP Piacenza: DOPO L’AGGRESSIONE AI FACCHINI: PIACENZA COME LABORATORIO DI “LOTTA DI CLASSE DALL’ALTO”