Logistica

Relazione dal coordinamento provinciale di Torino

Il coordinamento provinciale dei “delegati” SICobas di Torino ha posto all’ordine del giorno, insieme con la propria specifica attività nei luoghi di lavoro dove ci sono state e ci sono vertenze in corso, anche le condizioni soggettive dell’organizzazione, così come essa si sta faticosamente ma sicuramente impiantando in Torino e provincia.

Partendo dal presupposto che è la natura di classe dello scontro (non per la conservazione del posto di lavoro ma per la dignità come liberazione dalla schiavitù salariata) che determina una vistosa differenza tra il SI Cobas e le organizzazioni opportuniste, che non a caso si stanno coalizzando per una vasta opera di crumiraggio per bloccare la crescita del SICobas.

E’ stato rilevato anche che senza una visione politica generale delle condizioni politiche internazionali e dell’assetto del capitalismo in crisi non sarebbe stato possibile arrivare a questi livelli di scontro e che pongono in maniera imperiosa la questione del tipo di organizzazione, intesa non tanto come fatto tecnico, quanto come raccolta delle forze omogenee e determinate non solo a resistere ma a condurre una vasta offensiva sociale che vada oltre l’aziendalismo, coinvolgendo tutti i settori di lavoro, non solo la logistica, per quanto essa sia diventata strategica per le metropoli imperialiste.

Man mano che la crisi avanza la fame del capitale fittizio si farà sentire sui lavoratori che non troveranno più un tampone nel welfare (cassa integrazione, sussidi, ecc.), mentre il padronato scatenerà una vera e propria guerra contro la forza lavoro per dimezzare violentemente il livello salariale, e per far questo anche a rendere operante il dispotismo sull’intero processo economico, usando anche la corruzione o anche la concessione di aumenti per tener diviso il fronte dei lavoratori.

Le cooperative sono state finora e restano uno strumento per controllare la forza/lavoro. Quand’anche i lavoratori riuscissero a imporre la soppressione delle cooperative, il problema del controllo della forza-lavoro esisterà ancora e magari farà affidamento sui sindacati opportunisti oltre che sulle forze dell’ordine, sul cui ruolo di “lavoratori” c’è molto da riflettere: non è vero che “siamo tutti lavoratori”, le forze dell’ordine sono lì per fare un lavoro che consiste nello spezzare e ostacolare con la forza del manganello le lotte dei lavoratori.