Pubblico Impiego

[INPS] Contratto integrativo 2016: tra indennità e “meritocrazia”, ecco cosa resta del salario accessorio…

Dopo anni di perdita del potere d’acquisto dei salari a causa del blocco della contrattazione nazionale, assistiamo all’ennesimo contratto integrativo che persegue la strada della disuguaglianza retributiva, sia attraverso la moltiplicazione dei compensi per particolari compiti, sia accettando la logica dell’attribuzione degli incentivi sulla base di un sistema premiante ingiusto e non trasparente.
Si assiste in tal modo a una continua erosione della quota di salario incentivante per la maggior parte dei lavoratori, a fronte di un AUMENTO ESPONENZIALE DEI RITMI E DEI CARICHI DI LAVORO.
Invece di destinare quote di salario per sanare il problema del MANSIONISMO si è andati, all’opposto, a creare una SERIE INNUMEREVOLE DI COMPENSI PER LO SVOLGIMENTO DI COMPITI PARTICOLARI E DI INDENNITÀ PER POSIZIONI DI RESPONSABILITÀ spesso bizzarre, come quella di “specialista in materia di benessere organizzativo”, una vera e propria presa in giro in un Ente che in questi anni ha vessato e stressato all’inverosimile i propri dipendenti. Paradossale è poi che l’unica indennità non prevista sia quella per l’attività di sportello che è ben più pesante e stressante rispetto ad altri compiti e che, guarda caso, riguarderebbe la quasi totalità dei lavoratori e non solo “pochi eletti”.
Ma la cosa più vergognosa è l’applicazione del coefficiente di merito 1,2 attribuito in caso di “apporto altamente innovativo e/o migliorativo dei processi di lavoro”, frase che significa tutto e niente e che apre la strada a nuovi e ulteriori meccanismi clientelari, anche per l’impossibilità per le RSU di conoscere i destinatari di questa elargizione visto il trincerarsi dell’Amministrazione dietro alla tutela del diritto alla privacy dei “prescelti”. Sono queste le prime prove di una diversificazione degli incentivi che verrà introdotta nei prossimi contratti nazionali “grazie” all’applicazione delle tre fasce di merito previste dalla Legge Brunetta e che potrebbe aprire la strada anche al licenziamento di alcuni lavoratori per “scarso rendimento”.
Ma il paradosso più evidente è che una parte sostanziosa del nostro salario, che ci spetterebbe di diritto e che dovrebbe entrare a far parte a pieno titolo della retribuzione, venga fatta passare come un premio, come una regalia di cui dovremmo ringraziare i sindacati firmatari. Rifiutare la logica della frammentazione e divisione tra i lavoratori e rilanciare una campagna in difesa del salario che miri, non solo ad aumenti contrattuali veri, ma anche all’inclusione nella retribuzione base del salario di produttività sono le uniche strade possibili per evitare una guerra tra poveri e PER RIAFFERMARE IL DIRITTO DI TUTTI NOI A CONDIZIONI DI LAVORO E SALARIALI DIGNITOSE!

17/07/2016                      
S.I. COBAS INPS MASSA CARRARA