Metalmeccanici

[NAPOLI] Comunicato di solidarietà ai 5 licenziati Fiat dalla RSU ACI Informatica!

STORIE DI ABUSI E LICENZIAMENTI

I FATTI
Il 5 maggio del 2008 316 lavoratrici e lavoratori della Fiat Group Automobiles Pomigliano vengono espulsi dallo stabilimento di Pomigliano e trasferiti ad un apposito reparto costruito all’interporto di Nola denominato il World Class Logistic ma di fatto mai operativo con le lavoratrici ed i lavoratori continuamente (a tutt’oggi) messi in cassa integrazione a zero ore. Di fatto è l’istituzione di un reparto confino propedeutico ai successivi passaggi di ristrutturazione di Pomigliano e in generale di tutto il gruppo Fiat: i 316 dipendenti ivi trasferiti non hanno alcuna competenza tecnica che li accomuna, sono presi dai più svariati reparti, ma sono tutti o militanti sindacali (in particolare delle OO.SS. di base) o affetti da patologie invalidanti ovvero limitative della capacità di lavoro in prevalenza riconosciute dallo stesso medico competente aziendale in massima parte per evidenti malattie da lavoro e/o professionali.
Da allora si sono succedute tante iniziative di denuncia da parte delle lavoratrici e dei lavoratori ma anche tanta disperazione per dover sopravvivere con meno di 800€ al mese e la costante spada di Damocle del licenziamento sulla testa. Questa terribile condizione ha prodotto uno stato di disagio psichico fra le operaie e gli operai portandoli fino al suicidio. Il 21 maggio 2014 si uccide l’operaia Maria Baratto di 47 anni, quell’anno è il secondo suicidio fra i cassa integrati dopo quello di Giuseppe De Crescenzo il 5 febbraio precedente. Di fronte a questi drammatici fatti alcuni operai del Comitato di lotta cassaintegrati e licenziati Fiat (anche loro per altro provenienti dal reparto confino di Nola) inscenano una protesta davanti allo stabilimento Fiat di Pomigliano. La protesta consiste nell’esposizione di un manichino caricaturale raffigurante il finto suicidio dell’ad Sergio Marchionne (responsabile morale delle morti reali e della disperazione fra gli operai e le operaie Fiat) mentre alcuni operai cosparsi di vernice rossa si sdraiano a terra fingendo a loro volta la morte. La risposta a questa civile e toccante protesta è il licenziamento in tronco di 5 operai animatori dell’iniziativa.
LE CONSEGUENZE
Da giugno 2014 questi lavoratori sono senza stipendio con famiglie e figli a carico e tirano avanti solo grazie alla solidarietà di altri operai e operaie e a piccoli lavoretti che riescono a trovare qui e là, nel deserto produttivo che investe il sud Italia e in quello che gli è stato fatto intorno con il marchio di “lavoratori ingovernabili”.
Il 20 settembre si terrà l’appello al tribunale del lavoro di Napoli per il reintegro dei 5 operai, dopo che in prima istanza il tribunale di Nola ha confermato il licenziamento. Un procedimento quello al tribunale di Nola che si è svolto in un clima surreale, con le forze dell’ordine che hanno impedito ai lavoratori solidali con i licenziati di avvicinarsi al Palazzo di Giustizia mentre all’interno la Fiat ha schierato 11 avete capito bene undici avvocati che fra l’altro si rivolgevano al giudice dichiarando “accogliendo come legittime questo tipo di proteste si potrebbe correre il rischio di tornare ad un clima da anni di piombo” e numerosi agenti della digos presenziavano in aula a scopo dissuasivo non si sa di che.
Di fronte a questa ennesima conferma che lo strapotere padronale volto ad intimidire e reprimere le lavoratrici ed i lavoratori al fine di perpetuare uno sfruttamento sempre più bestiale (vi sembra giusto che una persona, Marchionne, guadagni oltre 400 volte più dell’operaio che ammalandosi e morendo sulle linee gli permette di svolgere la sua vita parassitaria?) non conosce limiti neppure di fronte alla morte. Di fronte a questa ennesima conferma che di fronte alla protervia padronale non è ammessa neppure la satira. Di fronte a questa ennesima conferma che la legge è uguale per tutti ma alcuni sono più uguali degli altri.

IL SOSTEGNO
Di fronte a tutto ciò si è avviata una campagna di solidarietà che vede coinvolti anche personaggi della cultura e dello spettacolo (da Ascanio Celestini a Moni Ovadia, da Erri de Luca a Daniele Sepe ecc.) per premere sul tribunale di Napoli affinché emetta una sentenza giusta e non scritta dai legulei di FCA (ex Fiat fuggita in Olanda, dopo tutti i soldi che ha sottratto e continua a sottrarre dal bilancio pubblico, per non pagare le tasse).
Per dare il nostro contributo alla campagna e nell’ambito delle iniziative per i 40 anni di ACI Informatica abbiamo organizzato una assemblea con alcuni degli operai licenziati per
 

MERCOLEDI 14 SETTEMBRE 2016 ALLE ORE 10:30 IN SALA MENSA

La RSU ACI Informatica