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[NAZIONALE] TNT: con la lotta finisce la schiavitù delle cooperative!

Fin dall’inizio della nostra battaglia nel settore della logistica abbiamo individuato la forma cooperativistica uno strumento di iper sfruttamento dei lavoratori di compressione dei salari e flessibilita’ nell’utilizzo della forze lavoro. Le condizioni di un lavoratore (socio di cooperativa) sia da un punto di vista salariale che da quello della stabilità contrattuale sono di gran lunga inferiori a quelle, seppur misere, dei propri colleghi degli altri settori merceologici e degli stessi dipendenti che operano nei magazzini.

La stesura da parte delle associazioni padronali e dei sindacati confederali di una parte specifica del CCNL relativa alle cooperative sigilla tale trattamento e garantisce alle stesse aziende svariati privilegi che costringono i cosiddetti soci in una condizione di serie B. Oltre a ciò il regime fiscale di riguardo e i conseguenti sgravi trasferiscono in modo indiretto capitali nelle tasche dei padroni di queste macchine dello sfruttamento, che, talvolta, scompaiono nell’arco di pochi giorni per poi riapparire sotto “nuove” vesti.

Tale operazione da Gattopardo garantisce alle coop una forte evasione fiscale e una nuova verginità nei confronti del fisco, degli istituti di controllo del lavoro e permette di azzerare gli scatti salariali, sia d’anzianità che di livello, al fine di ridurre i salari salari. L’avvallo dei sindacati confederali in questo sistema appare evidente nel CCNL di settore che non garantisce alcuna garanzia occupazionale nei cambi appalto, fattore estremamente rilevante in questo quadro, soprattutto data la facilità di licenziamento per “esclusione da socio” previsto dai regolamenti interni delle società cooperative. Oggi raccogliamo il primo successo tangibile di questa battaglia che portiamo avanti: presso i magazzini della TNT, multinazionale delle spedizioni, i facchini saranno nell’arco di due anni integrati direttamente dall’azienda e diventeranno a tutti gli effetti dipendenti della stessa.

Tra i primi magazzini dove tale processo si è avviato c’è quello di Peschiera Borromeo (MI), uno dei più più grandi d’Italia con quello satellite di Linate. In data 13 dicembre abbiamo firmato un’ipotesi di accordo che prevede il passaggio, da febbraio 2017, di tutta la forza lavoro (ca. 180 operai) con la garanzia dell’art.18 (no job’s act) con:
  • un aumento salariale di ca. 40 euro mensili;
  • il mantenimento di tutte i diritti precedentemente acquisiti;
  • il rispetto dell’accordo firmato dal S.I. Cobas con Fedit (2 giorni aggiuntivi di ferie annuali e un’assicurazione che garantisce continuità salariale ai lavoratori che subiscano malattie o infortuni invalidanti);
  • dei benefit sulle spese dentistiche e specialistiche, una mediazione culturale e di rafforzamento nella conoscenza della lingua italiana;
  • il passaggio dopo sei mesi ad un sistema di pagamento delle malattie sull’intero arco dell’anno;
  • la decisione definitiva circa l’applicazione dell’accordo ed eventuali modifiche passerà al vaglio dell’assemblea dei lavoratori.
Tale risultato è il frutto di battaglie dei lavoratori S.I. Cobas che per quasi un decennio hanno attraversato tutta la penisola e continuano ad allargarsi sia numericamente che in termini di portata. Rappresenta però solo l’inizio di una tendenza che intendiamo estendere a tutti i lavoratori del settore per superare la brutale schiavitu’ delle cooperative e a questo scopo ci adopereremo con l’unico strumento di cui disponiamo: la lotta di classe.
In senso complessivo sappiamo che oltre l’internalizzazione il grande traguardo per la classe operaia si avrà solo quando a beneficiare del lavoro di tanti non saranno più pochi abolendo il lavoro salariato per una società senza classi. Ancora un volta la lotta paga!
Coordinamento nazionale S.I. Cobas

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