Questa mattina importante giornata di lotta del SiCobas fuori dai cancelli della AlcarUno di CastelRangone (MO), dove i licenziati dall’azienda di macellazione carni hanno scioperato e picchettato le entrate dell’azienda, sostenuti dai propri colleghi e solidali accorsi da Modena e da Bologna, venuti per dar manforte ai 20 lavoratori che da tre settimane sono in presidio permanente davanti ai cancelli della Alcar Uno. In queste settimane di presidio e scioperi a singhiozzo ed improvvisi da parte dei licenziati, oggi in decine di operai della logistica e solidali hanno dato vita ad una iniziativa di lotta che ha paralizzato l’azienda fin dalle 4:30 del mattino.
Di fronte alla richiesta esplicita che come SI Cobas facciamo dal momento stesso della scarcerazione di Aldo Milani, ovvero l’apertura di un tavolo di trattative sindacali, la risposta torna ad essere quella repressiva.
Infatti intorno alle 11:00 reparti celere, coadiuvati dalla Digos e alla presenza di numerosi carabinieri della zona, hanno attaccato il picchetto, costituito da numerosi operai che resistevano passivamente seduti a terra, attaccandolo con lancio a mano di gas CS e distribuendo manganellate a chi ancora a terra non riusciva ad alzarsi in tempo e a chi, non demordendo nonostante si lacrimasse e tossisse a causa del gas tossico, continuava ad aiutare gli altri compagni e a resistere alla polizia che continuava a manganellare chi era ancora a terra (vedi foto r video).
A quel punto la celere ha spintonato, strattonato e rin corso per centinaia di metri tutti gli operai del Sicobas, che insieme ad alcuni solidali del Guernica e di Crash, continuavano lo sciopero in una strada in cui molti tir in accelerazione, lasciati passare dalle forze dell’ordine, sfrecciavano in velocita’ nonostante vedessero chiaramente gli operai tentare di riformare il picchetto.
A questa scellerata dinamica si e’ aggiunto l’inseguimento degli operai da parte della celere dentro le camionette, che in scene da sceriffi da far west si sporgevano dall’abitacolo agitando il manganello contro gli scioperanti.
Al termine dell’infruttuoso inseguimento da parte della celere gli scioperanti, radunati di fronte alla strada principale, aspettavano l’ambulanza chiamata per soccorrere quegli operai contusi nelle colluttazioni con la polizia.
A quel punto, deciso in assemblea come proseguire la mobilitazione, gli operai si sono spostati al cancello dell’ Alcar Uno che da’ sulla statale principale, pronti per attrezzare il presidio per mangiare e riposarsi.
Ed e’ a questo punto che si scopre il vigliacco gesto di “ignoti”, che con un oggetto sicuramente affilato e robusto, (probabilmente un coltello per disossare prosciutti, a detta di lavoratori esperti) hanno tagliato le gomme del furgone di un lavoratore licenziato, tra i piu’ attivi della lotta, al cui interno proprio c’erano i materiali per allestire il presidio.
Subito forte la solidarieta’ degli altri lavoratori che hanno sostenuto il licenziato aspettando l’arrivo del meccanico, chiamato dall’AlcarUno (sic!) che si e’ offerta di pagare inmediatamente il danno, indiretta ammissione di colpa da parte di chi quotidianamente paga decine di vigilantes privati che tentano continuamente di intimidire i lavoratori in sciopero?
Nonostante l’aggresione subita dal picchetto da parte della celere e le “vendette trasversali” da parte di “ignoti” gli operai ed i solidali hanno resistito ed animato una importante giornata di lotta per i diritti e la dignita’ nel settore della macellazione carni e nel resto del distretto modenese.
Morale alto tra i lavoratori e la restituzione di una bella prova organizzativa per il SI Cobas che ormai da 5 mesi e’ al fianco dei propri iscritti licenziati sapendo ben leggere la dinamica repressiva della fase che ha portato all’arresto di Aldo e all’apertura di numerosi procedimenti di foglio di via per i lavoratori in sciopero e per gli operatori sindacali sul campo.
E’ negativa e preoccupante invece l’atteggiamento della questura modenese e delle istituzioni locali e non solo che a tutt’oggi niente stanno facendo di realmente incisivo per affrontare una situazione di “illegita’ diffusa” all’interno delle aziende del distretto carni dove evasione fiscale, contributi non versati, contratti non rispettati e condizioni di lavoro usuranti e mal pagate la fanno da padrone, diventando di fatto la “vera legge” del diatretto carni.
A fronte di tutto questo il SI Cobas chiede formalmente, come “scritto” graniticamente da mesi, l’apertura di un tavolo di trattativa sindacale per discutere la situazione dei licenziati della GlobalCarni.
La lotta non si ferma!
Al picchetto!