Cobas

[SDA]:LA LOTTA VA AVANTI,CONTRO PADRONI,GOVERNO E PROVOCATORI!

COMUNICATO SI COBAS NAZIONALE
SCIOPERO IN SDA: LA LOTTA IN SDA VA AVANTI, CONTRO PADRONI, GOVERNO E PROVOCATORI ORAMAI DEFINITIVAMENTE SMASCHERATI!
Oramai da più di una settimana va avanti la battaglia alla SDA.
LE RAGIONI DELLATTACCO SDA CONTRO I LAVORATORI E DELLA NOSTRA RISPOSTA CON LO SCIOPERO NAZIONALE
Le ragioni di questo sciopero continuato sono state già ampiamente illustrate nei precedenti comunicati.
Il ruolo-chiave di SDA negli assetti di Poste Italiane e quindi dello Stato centrale ha reso sempre più evidente che questo sciopero sta assumendo i caratteri di uno scontro non più solo sindacale, ma tutto politico.
Il blocco dei Padroni (SDA-Poste- Partiti, e Governo-Prefetture-Polizia ) con l’aiuto dei sindacati filopadronali vuole riportare indietro di anni le conquiste ottenute dai lavoratori della logistica con la lotta.
Un’azienda semipubblica, che da anni registra pesanti perdite di esercizio e galleggia grazie alle sovvenzioni dello stato e di Poste Italiane, tenta con il solito stratagemma del cambio appalto di cancellare le conquiste ottenute dai facchini con anni di dure lotte, e di far rientrare dalla finestra quel Jobs Act (cioè la libertà di licenziamento indiscriminato) che il SI Cobas ha fatto uscire dalla porta in decine di magazzini della logistica!
Oggi a Carpiano, domani negli altri magazzini della Logistica.
Infatti l’attacco sferrato da SDA è un attacco ai diritti di tutti i lavoratori della logistica: se a Carpiano passa la libertà indiscriminata di licenziare attraverso il cambio appalto, si creerà un precedente pericolosissimo in tutti i magazzini e su tutte le filiere!
Di ciò è consapevole il governo Gentiloni, che in questi giorni sta sguinzagliando alcuni parlamentari del PD in un operazione di gogna mediatica tesa a criminalizzare gli scioperi in SDA e ad insabbiare le vere ragioni della protesta.
Sanno bene che se passano a Carpiano, ottengono 2 piccioni con una fava: da un lato mettere in crisi l’anomalia di un settore in cui il Jobs Act in molti casi non è ancora applicato; dall’altro sferrare l’attacco finale al diritto di sciopero contro il quale si sta preparando il prossimo sciopero generale del sindacalismo di base!
PUNTO DELLA SITUAZIONE RISPETTO AGLI INCONTRI COI PADRONI AVUTI FINORA.
I tavoli di trattativa di queste ore, seppur con alcuni segnali di cedimento di SDA/UCSA si sono per ora risolti ancora in un nulla di fatto. Quali sono questi segnali di cedimento?
1. GRAZIE ALLA MOBILITAZIONE UCSA STA DICENDO CHE E’ DISPONIBILE A NON APPLICARE IL PUNTO DEL JOBS ACT SUI LICENZIAMENTI.
La cooperativa subentrante ha affermato che riconoscerà ai lavoratori l’anzianità di magazzino. Ma ha firmato (con SOL cobas) un accordo che NON disapplica il Jobs Act, e quindi legalmente lo rende valido, anche nella parte in cui facilita i licenziamenti. Infatti il riconoscimento della anzianità pregressa non azzera gli effetti di quella che tecnicamente resta una nuova assunzione, quindi senza clausola esplicita resta la parte Jobs Act la nuova cooperativa non mette nero su bianco che non utilizzerà il Jobs act, questo entrerà in vigore anche per i lavoratori con 10 anni di anzianità di magazzino.
Tuttavia dopo che abbiamo denunciato questo punto in una affollata assemblea a Carpiano, molti lavoratori, anche del SOL cobas si sono rifiutati di firmare il passaggio con UCSA.
UCSA è stata costretta (visto il malcontento diffuso a Carpiano tra TUTTI i lavoratori anche quelli del SOL cobas) a dichiarare in un comunicato interno che non intende applicare il Jobs Act. E’ chiaro che il comunicato non vale nulla: vale solo se questo punto è scritto nero su bianco nell’accordo di cambio appalto, come chiediamo.
Abbiamo però preso atto che UCSA dice che non vuole applicare il Jobs Act. Allora perché SDA su questo punto insiste a fare la difficile e a risponderci al tavolo che deve sentire Poste e che non sa se possono accettare? Se UCSA (il datore di lavoro) si dice d’accordo quale è l’interesse nascosto di SDA a non accettare?
2. SULLA NOSTRA RICHIESTA DI APPLICARE ANCHE IL SECONDO ACCORDO FEDIT (disapplicazione licenziamento con esclusione da socio, 2 giorni in più’ pagati e assicurazione) i padroni sembrano già disposti a cedere.
3 CI SONO APERTURE ANCHE SULLE NOSTRE RICHIESTE RELATIVE AI PROBLEMI DERIVANTI DAL CAMBIO APPALTO FATTO IN QUESTO MODO.
Abbiamo chiesto garanzie che vengano pagati o dal vecchio consorzio o da UCSA o da SDA le competenze di fine rapporto (il vecchio Consorzio è in rotta con SDA e potrebbe non pagare rapporto TFR, permessi e ferie residue, e le rate residue del 730). Inoltre esistono i problemi legati al doppio CUD nell’anno che SDA avrebbe potuto evitare cambiando l’appalto il 1 gennaio. Inoltre abbiamo chiesto garanzie ai soldi che UCSA ancora deve ai lavoratori della SDA di Bologna. Nel documento presentato dai padroni, SDA si dice disposta a pagare in surroga le competenze di fine rapporto compreso TFR. Inoltre SDA ha già deciso oggi che l’appalto a UCSA scade il 16 gennaio prossimo. Noi chiediamo che scada il 31 dicembre in modo che sia che in ogni caso non ci saranno due CUD nel 2018.
LA SITUAZIONE DUNQUE E’ QUESTA: SDA e FEDIT CI DICONO CHE CI DARANNO RISPOSTA QUESTO LUNEDI’.
E’ chiaro senza risposte non ritiriamo lo sciopero che dunque è confermato almeno fino a lunedì.
Ai lavoratori diciamo come al solito che basta continuare lo sciopero per piegare SDA – come due anni fa per guerra sulla SDA di Bologna che fu scatenata senza motivo e senza logica da SDA per motivi esclusivamente politici.
Il clima di intimidazione antisciopero di questi giorni messo in atto da tutti coloro che stanno col padrone (Istituzioni, Polizia, CGIL e SOL cobas è evidente). Denunciamo anche questo grave episodio di intimidazione che è successo a Carpiano nel pomeriggio di oggi. Davanti agli operai in sciopero è passato avanti e indietro un automobile di grossa cilindrata i cui occupanti (che Non erano della polizia e facevano di tutto per far capire che venivano dalle stesse parti dove è ambientato il film “Gomorra”) hanno cercato di intimidire gli scioperanti. I quali ovviamente NON si sono fatti intimidire.
Governo e forze della repressione stiano tranquilli: il loro tentativo di riportare indietro di dieci anni le condizioni di lavoro non passerà. I lavoratori sanno bene da che parte stare, e non basteranno sindacati filopadronali, crumiri e Polizia a piegare la lotta.
ATTENZIONE:
ABBIAMO SCOPERTO CHE ZERBINI, IL CAPETTO DEL SOL COBAS, STA NELLA LISTA FACEBOOK SDA EXPRESS COURIER
DOVE SI PARLA APERTAMENTE DI FARE SPEDIZIONI PUNITIVE CONTRO GLI OPERAI IN SCIOPERO.
Se da crumiri e polizia non ci aspettiamo che provocazioni e attacchi ai lavoratori in sciopero, dalle sindacati (o presunti tali) ci si dovrebbe aspettare altro.
Due anni fa a Roma un gruppo di fascistelli/crumiri attaccò i lavoratori della SDA di Roma che stavano scioperando tranquillamente da alcune ore, mandandone 4 all’ospedale, di cui uno grave.
La CGIL rivendicò quell’attacco e uno dei capetti della squadra di picchiatori risultò essere anche un loro iscritto.
Adesso scopriamo per caso (grazie all’informazione passataci da un lavoratore iscritto alla lista) che ZERBINI E’ ISCRITTO sulla lista (chiusa) di Facebook che si chiama “SDA COURIER EXPRESS”.
Questa lista è formata da lavoratori SDA che appoggiano SDA contro i lavoratori degli appalti (facchini e corrieri), e ODIANO GLI SCIOPERI; in questa lista si ORGANIZZANO E SI FOMENTANO I LAVORATORI DI SDA CONTRO I LAVORATORI DEGLI APPALTI QUANDO FANNO SCIOPERI. E’ una lista piena di commenti fascisti e razzisti. E’ LA STESSA LISTA DOVE DUE ANNI FA I PICCHIATORI DI ROMA SI FOMENTARONO CONTRO I LAVORATORI SDA ANDANDO POI AD ATTACCARLI FISICAMENTE).
Ecco un simpatica antologia dei post della lista: <ste merde rosse> < se volgiono il barcone è già pronto a Lampedusa> <tornateve nei vostri paesi affamati>. E soprattutto: decine di post dove cercano di organizzarsi per andare a Carpiano NON certo per sostenere lo sciopero…
Non solo Zerbini è iscritto, ma posta commenti nei quali sostanzialmente INVECE di mandare affanculo i fascisti e i razzisti e quelli che stanno scrivendo che bisogna andare a Carpiano o Piacenza contro gli operai in sciopero (qualcuno di loro con la foto di Mussolini sul profilo), si augura che SDA e Polizia sconfiggano lo sciopero e dice (ai lavoratori antisciopero) che lui e loro sono tutti sulla stessa barca perché… gli scioperi fanno rischiare il lavoro.
Zerbini fa questo lavoro sporco SU UNA LISTA DOVE SONO ISCRITTI ANCHE DIRIGENTI E CAPETTI DI SDA mentre i facchini e i drivers di SDA in sciopero stanno sperimentando da giorni sulla propria pelle, le provocazioni di padroni e Polizia e Prefetture contro il nostro sciopero. E meno male che si chiamano Sindacato degli… Operai in Lotta!
Guardate.
È solo una minima parte di quello che sta arrivando. Parlano di organizzarsi da tutta Italia per salire a Carpiano. Zerbini ci va a nozze con il caporalato delle cooperative SDA (anche fascisti dichiarati) ed è alla testa, come provocatore, di questa teppaglia per rompere il picchetto. Ricordiamo che solo 120 persone sono entrate a firmare l’accordo con UCSA, gli altri 280 operai sono contro questa operazione che vuole azzerare i diritti acquisiti con le lotte del SI Cobas .
Inoltre Zerbini, fa intendere, come fanno i dirigenti SDA, che noi non permettiamo l’entrata dei lavoratori da lui organizzati. La realtà è un’altra: solo pochi a Cariano sono nel magazzino ma non possono lavorare perché non c’è merce. Questi stanno organizzando provocatoriamente l’attacco al picchetto di Carpiano. Zerbini fa lo sbruffone su Facebook anche con i suoi compagni di merende (alcuni dichiaratamente fascisti) e minaccia azioni, che lui in prima persona non farà sperando e augurandosi che qualcuno (crumiri o polizia) le faccia al posto suo.
Lo sciopero dei lavoratori SI COBAS si è allargato in quasi tutti i magazzini SDA e di questo ha paura SDA, perché sa bene contare e conoscere quale sia la nostra forza. Non può bastare un provocatore di piccola taglia, ne i vari giochetti né le prefetture a sconfiggere il movimento dei facchini del SICOBAS e rimandarli indietro di anni.

Milano, 22 Settembre 2017 

S.I. COBAS NAZIONALE.