Ma è bene cercare di ricostruire cosa è successo in questi 6 anni, da quando è scaduto il precedente contratto nel 2011, al rinnovo del 2013 fino ad oggi. E’ bene ricordare che l’ultimo rinnovo del Contratto Nazionale ha rappresentato un netto peggioramento su alcuni aspetti e ha portato ad un aumento salariale in 6 anni di circa 70 €, una miseria! Con il rinnovo del 2013 CGIL, CISL e UIL hanno introdotto in termini peggiorativi due nuovi livelli di inquadramento, hanno lasciato inalterato l’uso “criminale” del cambio di appalto e della forma giuridica del socio lavoratore, concedendo alle cooperative, nella sezione terza della cooperazione, margini ancora più discrezionali in materie molto importanti, quali: Assunzione, Periodo di Prova, Lavoro notturno, Interruzioni e Sospensioni dal lavoro, Trasferimenti, Contratti a tempo determinato, Contratti a part Time e Flessibilità.
Tutte queste materie sono state lasciate alla discrezione dei regolamenti interni delle cooperative. Inoltre nulla veniva previsto per integrazione per malattia ed infortunio per i soci di cooperative che continuavano ad essere la maggior parte dei lavoratori nella logistica. Per quanto riguarda i livelli di inquadramento, l’introduzione in particolar modo del 6° J è stato un regalo di enorme portata alle aziende. Basti pensare che diversamente da quello che succedeva in passato, quando il lavoratore veniva assunto al 6° passava dopo 18 mesi al 5°, con il rinnovo del contratto del 2013, dal momento dell’assunzione nel 6° J al passaggio al 6°, ancora adesso, devono passare 30 mesi e non c’è più alcun automatismo di passaggio dal 6° al 5°. In tutti questi anni, mentre CGIL CISL e UIL assecondavano i padroni in ogni loro volere, noi come realtà dei Cobas (S.I. Cobas e ADL Cobas) abbiamo lottato strenuamente in tutta la filiera della logistica per cambiare in modo sostanziale il contratto nazionale firmato da CGIL, CISL e UIL e conquistando importanti miglioramenti grazie ad accordi nazionali con Fedit (BRT, TNT, GLS, SDA), oltre a DHL, FERCAM e SGT in più abbiamo siglato accordi territoriali con varie realtà della grande distribuzione.
In particolare, per quanto riguarda gli accordi nazionali, siglati con FEDIT abbiamo introdotto l’importantissima “clausola sociale” che prevede l’obbligo di assunzione di tutto il personale alle stessecondizioni contrattuali e normative in caso di cambio di appalto, l’introduzione ovunque del ticket restaurant (oltre 116 € al mese di aumento netto), la garanzia delle 168 ore, la cancellazione della possibilità nelle cooperative di poter licenziare escludendo i lavoratori da soci, il passaggio automatico di livello dal 6° J al 6° dopo 9 mesi, dopo altri 9 mesi, dal 6° al 5° e dopo 6 anni di anzianità il passaggio automatico al 4° J indipendentemente dalla professionalità, l’aumento di due giorni di permessi retribuiti, l’introduzione di un minimo di 5 giorni di integrazione al 100 % di malattia ed infortunio per 4 eventi all’anno ( ma in moltissime situazioni abbiamo già raggiunto l’integrazione al 100 % senza limitazioni), l’introduzione di una nuova forma assicurativa, pagata dai padroni, che prevede consistenti indennizzi, o mensili, o una tantum al superamento di una invalidità del 26 % sia per infortunio o malattia professionale.
Tutto questo vale molto di più da quello che CGIL CISL e UIL hanno ottenuto con l’ultimo rinnovo del contratto ed è in netta controtendenza rispetto a quello che succede attualmente nell’intero mondo del lavoro a livello nazionale ed internazionale. Negli ultimi due mesi è iniziata in SDA un’importante battaglia per la difesa dei posti di lavoro a fronte di un cambio appalto truffaldino che nell’hub di Carpiano ha introdotto il job’s act. La serrata messa in atto dall’azienda del gruppo Poste Italiane ha provocato una temporanea perdita di volumi, strumentale alla possibilità di avere forti investimenti statali ed una ristrutturazione con conseguente perdita di posti di lavoro in virtù di un accordo già firmato con i sindacati confederali (CGIL – CISL – UIL).
Per far questo era necessario sconfiggere i lavoratori organizzati sul piano sindacale da parte del SI Cobas: i facchini e i driver del S.I. Cobas, uniti, hanno respinto questa serrata e i licenziamenti (come i cani da guardia CGIL – CISL – UIL in sintonia con l’azienda hanno mosse accuse infamanti nei confronti dei lavoratori che lottavano per difendere i diritti acquisiti, contro il job’s act e per la tutela dei posti di lavoro). Di cosa stiamo parlando allora?
Questi sindacati, in tutti questi anni, hanno avuto come unico obiettivo quello di favorire i padroni e contrastare il S.I. COBAS e ADL COBAS ed è per questi motivi che il percorso per arrivare ad ottenere un nuovo contratto nazionale di lavoro che contenga, oltre a quello che abbiamo già ottenuto in sede di accordi di secondo livello, ulteriori: aumenti salariali significativi, riduzione dell’orario di lavoro di lavoro, automatismi nei passaggi di livello. Una progressiva cancellazione della figura del socio lavoratore, l’estensione dell’integrazione per malattia ed infortunio al 100 % senza limitazioni, sicurezza per tutto il personale viaggiante, deve, può essere ottenuta, solo attraverso una reale lotta e non attraverso la farsesca iniziativa dei sindacati confederali che non difendono gli interessi dei lavoratori.
PER TUTTI QUESTI MOTIVI E’ CONVOCATA PER IL GIORNO 3 NOVEMBRE A BOLOGNA, ORE 15, UN ASSEMBLEA NAZIONALE DI TUTTI I DELEGATI S.I. COBAS E ADL COBAS DELLA LOGISTICA PER DECIDERE SUL COME PRENDERE IN MANO NOI LA SITUAZIONE PER NON LASCIARE A CGIL CISL E UIL LE SORTI DEL RINNOVO DEL CONTRATTO