Riceviamo e condividiamo il comunicato dell’Alleanza Internazionale a sostegno dei lavoratori in Iran (IASWI) sulla liberazione del dirigente del sindacato conducenti autobus di Teheran e dintorni, per il quale aveva recentemente lanciato un appello anche la Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta, cui il SI Cobas aderisce.
Dopo aver trascorso diciannove mesi in isolamento, è stato condannato a sei anni di prigione e a una multa pecuniaria di sette milioni di toman dalla sezione 15 del Tribunale “rivoluzionario”.
A causa dell’intenso stress fisico e di torture durante gli interrogatori, Shahabi ha sofferto di lussazione della schiena e del collo e ha dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico due volte.
Dopo aver sofferto per più di quattro anni, era in congedo medico in base alla raccomandazione del medico legale. Tuttavia, Shahabi è stato reincarcerato nella prigione di Rajaee Shahr il 9 agosto 2017.
Ha anche subito due infarti minori nel dicembre 2017. Va notato che durante la sua lunga detenzione, Shahabi ha dovuto ricorrere allo sciopero della fame per cinque volte successive. Ha anche subito due infarti minori nel dicembre 2017.
Il 9 gennaio 2018 Reza era stato trasferito al reparto 209 della prigione di Evin a Teheran dal carcere di Rajaee Shahr a Karaj.
Nel febbraio 2018, a Reza è stato concesso un permesso di alcuni giorni al fine di cercare un trattamento medico in seguito al peggioramento della sua salute, ma prima ancora di iniziare il suo trattamento è stato costretto a tornare in prigione.
E’ quindi stato improvvisamente rilasciato senza preavviso il 13 marzo 2018.
Anche se questa non è una libertà incondizionata, dal momento che gliè vietata qualsiasi attività sindacale, sociale o politica per i prossimi due anni, consideriamo la sua liberazione una grande vittoria per Shahabi, per il sindacato dei lavoratori degli autobus di Teheran e di tutte le organizzazioni e le persone che in Iran e in tutto il mondo hanno fatto continue campagne per la sua libertà dal 2010.
Tutti i destinatari delle nostre e-mail e messaggi e tutti coloro che hanno inviato lettere di protesta, partecipato a manifestazioni, organizzato campagne online e riferito sulla situazione di Shahabi, hanno contribuito in modo significativo alla lotta per la sua libertà.
Sappiamo tutti che il movimento operaio iraniano è costantemente sotto attacco e molti lavoratori sono attualmente in prigione o perseguiti; anche la libertà di Shahabi non è sicura una volta per tutte, ma oggi celebriamo e ci prepariamo per il domani. La lotta continua!
13 marzo 2018