le operaie facchine della cooperativa Mr. Jobs al magazzino Yoox – multinazionale della vendita online – in sciopero nel 2014 presso l’interporto di Bologna, quando autorganizzandosi con il S.I. COBAS realizzarono numerosi e lunghi picchetti, bloccando le merci per protestare dopo anni di sfruttamento e molestie.
Sempre a Bologna, si concluderà a giugno il processo a 56 scioperanti, tra ex lavoratrici e solidali.
MOVIMENTO DELLE DONNE, LOTTA DI CLASSE E VIOLENZA DI GENERE
La recente approvazione da parte del governo uscente di altre missioni militari farà aumentare i 23 miliardi di euro già preventivati nel 2017 per le spese militari, sottraendo ulteriori risorse – oltre che all’occupazione – all’incremento destinato a case, scuole, asili nido e servizi sociali, il cui mancato funzionamento grava particolarmente sulla vita delle donne proletarie.
La disoccupazione, il supersfruttamento e la ricattabilità sui luoghi di lavoro favoriscono la dipendenza delle donne da un sistema patriarcale che, costringendole ad una subalternità economica e sociale, troppo spesso le obbliga ad accettare rapporti malati o violenti nell’ambito delle mura domestiche.
Lo sfruttamento del lavoro salariato insieme al sistema patriarcale sono i pilastri fondanti del Capitale che perpetua se stesso attraverso la riproduzione in seno alla famiglia dei rapporti borghesi, appropriandosi del lavoro riproduttivo, domestico e di cura da parte delle donne, di cui nega – di fatto – la loro essenza come lavoro.
Anche nei paesi cosiddetti arretrati, dal Maghreb all’Iran, sempre di più in questi anni le donne hanno richiesto, e in parte ottenuto, la parità dei diritti civili, dimostrando grande forza e capacità di liberarsi dalle catene che le vedeva vittime anche di regimi autoritari.
Gli anni ’70 in Occidente avevano visto il movimento femminista condurre importanti lotte per l’autodeterminazione della propria vita sessuale e riproduttiva e per il diritto all’aborto assistito.
Negli anni in cui questa conquista viene messa in discussione o cancellata, insieme ad altre, con la scusa di una crisi economica, per quanto presentata come più o meno grave, essa pesa comunque e sempre sulle stesse spalle.
Per questo motivo, dobbiamo ripartire dalle lotte di chi, oltre al pane, deve guadagnarsi anche i diritti.
È necessario un impegno in prima persona di lavoratrici/ori, poveri/e, immigrate/i e di tutte quelle minoranze e diversità i cui interessi vengono sempre più brutalmente calpestati attraverso la repressione, per anteporli invece a quelli del profitto attraverso l’azione della lotta di classe!
Questi i temi, trasversali alla lotta comune delle donne di tutti i continenti, di cui vogliamo discutere nella
7 APRILE 2018, ORE 17
CIRCOLO CAP, VIA ALBERTAZZI 3R, GENOVA
INTERVERRÀ PAOLA MARIA TONELLO DELLA REDAZIONE DEL CUNEO ROSSO