La lotta dei lavoratori e delle lavoratrici della Xpo Logistics/H&M di Stradella prosegue oltre la mobilitazione nazionale di giovedì scorso.
Sono stati quattro giorni di sciopero (giovedì, venerdì, sabato e lunedì) in cui abbiamo paralizzato l’attività dell’intero polo logistico, comprese quindi le merci di Fiege/Zalando, DHL Supply Chain, Ceva, Columbus e GDN.
Oggi dopo avere effettuato alcune ore di lavoro si è svolto uno sciopero bianco internamente per circa due ore e poi gli operai e le operaie del turno di mattina sono usciti a bloccare di nuovo i cancelli in circa 50 attendendo che sopraggiungessero i compagni del turno pomeridiano.
A parte alcuni compagni della Ceva – Città del Libro ed altri, pochi, che ci hanno sostenuto in questi giorni i lavoratori e le lavoratrici hanno gestito autonomamente l’improbo compito di presidiare due cancelli distanti 1 km uno dall’altro, con l’intervento, non cruento ma imponente delle forze dell’ordine per scortare i crumiri.
Oltre alla partecipazione organizzata, chiediamo che possa essere chiesta ai nostri iscritti una piccola quota per istituire una “cassa di sciopero” e sostenere anche economicamente lo sforzo di lotta di questi lavoratori; il punto nevralgico non risiede solo nella loro specifica vertenza, ma anche nello sviluppo e nel radicamento della nostra organizzazione in un polo logistico in verticale espansione dove si insedieranno e già sono insediate, attività logistiche legate all’e-commerce.
In merito allo sciopero in Xpo/H&M ho scritto alcune considerazioni che vorrei socializzare con i compagni, dato che trattasi di settore nevralgico dove, come è stato nella logistica “tradizionale”, i padroni stanno cercando di utilizzare a proprio uso e consumo la collaborazione incondizionata dei sindacati confederali su qualsiasi disposizione desiderino attuare.
In prefettura a Pavia stanno cercando di mettere in piedi e rendere esecutivo un “protocollo sulla legalità” che non andrà solo ad individuare situazioni di illegalità tra le cooperative ma che se portato a compimento, metterà seri vincoli sicuramente anche al diritto di sciopero.
Vi risparmio tutti gli articoli della stampa locale in cui i sindacati confederali invocano la “tranquillità” perché il settore possa espandersi e “creare occupazione”.
Vi riporto di seguito il comunicato; da alcuni concetti credo che il S.I. Cobas debba già elaborare una posizione organica sul tema dell’e-commerce, comunque.
IL NOSTRO PUNTO DI VISTA SUGLI SCIOPERI IN XPO LOGISTICS/H&M A STRADELLA
Lo sviluppo del settore della distribuzione delle merci, grazie al parallelo sviluppo dei mezzi informatici complementari, sta da tempo virando verso il cosiddetto “shopping online”, sostituendosi e mettendo in crisi la precedente fase dello “shopping” al dettaglio.
Qualsiasi abitudine coinvolga i consumatori è una diretta conseguenza dei mezzi che gli vengono messi a disposizione e di come si configura il mercato; diverse aziende dell’abbigliamento low cost si stanno dando battaglia su questo fronte, tra le quali H&M, che ha registrato recentemente, come tutte, una forte flessione delle vendite nei propri negozi e sta incrementando di conseguenza i propri investimenti nel settore e-commerce per stare al passo della concorrenza.
E’ indubbiamente una fase cruciale in cui milioni di lavoratori sono direttamente coinvolti, sia coloro che sono impiegati nella fase commerciale, sia quelli impiegati nei magazzini.
Purtroppo la maggior parte dei lavoratori si trovano ad affrontare con parziale rassegnazione e passività questi passaggi critici, sia che si tratti della tempestiva chiusura di punti vendita o al contrario delle promesse di incremento del personale nei centri distributivi.
Il coinvolgimento dei lavoratori, dei produttori di ricchezza, in questa fase epocale non viene stimolata da coloro i quali dovrebbero farsene carico; i sindacati confederali, firmatari del CCNL, hanno ancora una volta intrapreso una strada vòlta ad assecondare in tutto e per tutto le richieste che le imprese avanzano in questa circostanza; risultato, viene imposta massima flessibilità, elasticità, reperibilità, produttività ma agli operai ed alle operaie poco torna in tasca di tutto il sacrificio richiesto.
Sia ben chiaro, ogni lavoro costa sacrificio ma che tale sacrificio sia ben retribuito è un diritto che rivendichiamo senza mezzi termini.
900-1200 euro al mese non sono sufficienti senza dubbio. Non lo sono quando ti vengono richieste prestazioni a volte di 6 (anche 4, nei fatti) fino a 10 ore giornaliere; e come se non bastasse la flessibilità concessa alle cooperative, nel nuovo CCNL di settore si stabilisce che gli straordinari possono venire calcolati su base quadrimestrale (art.9), sdoganando pure di fatto (alle premesse del capitolo 3) il lavoro a chiamata.
È chiaro a tutti, lavoratori e lavoratrici in-primis, che questa fase va gestita in maniera responsabile ma anche decisa per non creare presupposti che vadano a ledere in maniera permanente i diritti di chi questa “transizione” la sta traghettando sulle proprie braccia.
Il principio del lavoro “usa e getta” che vorrebbe passare secondo la prassi che se non ti piace “la porta è là” e “vai bene, finché duri” (come in Amazon, d’altronde) va assolutamente superato.
Inoltre la cosiddetta conciliazione vita-lavoro prevista nella contrattazione di secondo livello, lautamente finanziata alle aziende attraverso consistenti sgravi contributivi dopo l’approvazione del Jobs Act (in ultima istanza dal decreto interministeriale del 12 ottobre 2017) deve necessariamente essere vincolata innanzitutto alle istanze materiali di maggiore redditività del salario diretto e del rispetto delle necessità umane-biologiche-sociali-famigliari degli operai e delle operaie; qualsiasi proposito venga messo in atto senza tali presupposti vale solo come ulteriore regalo alle imprese.
Vogliamo soprassedere sulle fantasiose accuse, artatamente premeditate, di inesistenti aggressioni che ci vengono mosse da chi vorrebbe distogliere l’attenzione dall’iniziativa sindacale vera e propria (e che mira sì, per sua natura, alla mediazione tra le rivendicazioni degli operai e delle operaie e la brama di profitto delle imprese) e portarla su di un piano fittizio e vacuo, di mera visibilità, che non siamo dispo-sti ad accogliere né accettare.
La lotta dei lavoratori della Xpo Logistics/H&M di Stradella è ripresa dopo lunghi periodi di duro lavoro, quando il riscontro materiale che tutti gli accordi sindacali stipulati funzionalmente da altre OO.SS. meno rappresentative nei fatti, e che mai ne hanno discusso i contenuti PRIMA coi lavoratori e le lavoratrici, hanno portato ben poco beneficio ed ulteriore sacrificio mal pagato.
Se l’e-commerce e la logistica ed i trasporti ad esso connessi rappresentano certamente il futuro dello sviluppo economico-commerciale su cui predicare del nuovo, presunto o vero benessere, non saranno i lavoratori addetti a portarne le sole croci. Servono regole e punti fermi.
Su questo, ne siamo certi per averne vagliato a fondo proprio con operai ed operaie, al di là della loro adesione “sindacale”, le reali problematiche e necessità, la nostra posizione è risoluta.
Ciao a tutti e tutte,
S.I. Cobas provinciale di Pavia