In Francia sono in corso forti scioperi dei ferrovieri contro la riorganizzazione aziendale, che prevede la privatizzazioni delle attività e del rapporto di lavoro, a partire dai nuovi assunti, l’introduzione della concorrenza sulle linee ferroviarie, probabili tagli alle linee locali, mentre la società SNCF con le controllate estende la sua attività al trasporto locale e su gomma, e all’estero: una ristrutturazione simile a quella già attuata in Italia con la connivenza dei sindacati confederali, e che comporterà ulteriori tagli occupazionali, dopo quelli che hanno ridotto il numero dei ferrovieri francesi dai 415 mila nel 1952 ai 160 mila attuali.
Le adesioni durante la prima settimana sono state alte, soprattutto tra i macchinisti, con una partecipazione intorno all’80%, anche se inferiore tra le altre categorie del personale.
I ferrovieri francesi, che organizzano anche combattive manifestazioni di protesta, chiamano gli utenti a sopportare gli inevitabili disagi e sostenere la loro lotta, in quanto è anche lotta per la salvaguardia del servizio pubblico, che subirebbe tagli e aumenti tariffari se sottomesso alla logica del mercato e del profitto.
Sindacato Intercategoriale Cobas
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Francia: la battaglia delle ferrovie
Con l’80% dei scioperanti (cifra ridotta dalla direzione), i macchinisti hanno mostrato la loro determinazione.
Eppure non ci lasciamo abbindolare, com’è che circola solo il 10% dei treni mentre la direzione annuncia l’80% dei macchinisti in sciopero il primo giorno?
Per una migliore qualità del servizio, occorrono risorse umane e materiali.
Il servizio pubblico ferroviario è stato degradato dai vari progetti, riforme e successive riorganizzazioni fatte dai governi e dalla direzione dell’azienda.
I ferrovieri e gli utenti non devono pagare il conto.
Le condizioni di lavoro e la sicurezza vanno di pari passo per realizzare un servizio ferroviario pubblico di qualità.
I nuovi lavoratori delle ferrovie devono avere i nostri gli stessi diritti e le stesse garanzie.
Annunciare che lo statuto verrà salvato per noi è una falsità.
Le valutazioni saranno messe in discussione, l’accesso alle agevolazioni nei trasporti sarà ridotto.
In caso di perdita del mercato, saranno i primi ad essere espulsi dal primo piano sociale.
Il 90% degli agenti che dipendono dal ramo ferroviario hanno lo Statuto; SUD-Rail si batte per applicarlo al restante 10%.
Ma la questione è sociale, tutti devono essere più in basso perché i padroni continuino a riempirsi le tasche.
• La perdita di accordi locali
• Una riduzione dei salari
Questa riforma non è fatta per migliorare il servizio pubblico.
È invece fatta per romperlo e consegnarlo ai padroni che vogliono abbuffarsi sulle spalle degli utenti e dei contribuenti.
Questo chiuderà le linee non redditizie e farà pagare di più agli utenti il prezzo del biglietto.
La SNCF come la vuole Pepy [CEO della SNCF] farà la stessa cosa.
Se questa riforma passa, non ci sarà più il servizio ferroviario pubblico, ma solo il business.
Gli unici vincitori di questa storia sono gli azionisti che si sono riempiti le tasche.
• Non c’è nulla da negoziare, il progetto di riforma deve essere ritirato!