Cobas

[INTERNAZIONALISMO] Solidarietà ai ferrovieri francesi in sciopero: colleghiamo le lotte!

Viva la lotta dei ferrovieri francesi!

In Francia sono in corso forti scioperi dei ferrovieri contro la riorganizzazione aziendale, che prevede la privatizzazioni delle attività e del rapporto di lavoro, a partire dai nuovi assunti, l’introduzione della concorrenza sulle linee ferroviarie, probabili tagli alle linee locali, mentre la società SNCF con le controllate estende la sua attività al trasporto locale e su gomma, e all’estero: una ristrutturazione simile a quella già attuata in Italia con la connivenza dei sindacati confederali, e che comporterà ulteriori tagli occupazionali, dopo quelli che hanno ridotto il numero dei ferrovieri francesi dai 415 mila nel 1952 ai 160 mila attuali.

Il programma di lotta prevede due giorni di sciopero la settimana dal 3 aprile fino al 28 giugno.

Le adesioni durante la prima settimana sono state alte, soprattutto tra i macchinisti, con una partecipazione intorno all’80%, anche se inferiore tra le altre categorie del personale.

I ferrovieri francesi, che organizzano anche combattive manifestazioni di protesta, chiamano gli utenti a sopportare gli inevitabili disagi e sostenere la loro lotta, in quanto è anche lotta per la salvaguardia del servizio pubblico, che subirebbe tagli e aumenti tariffari se sottomesso alla logica del mercato e del profitto.

Come SI Cobas inviamo la nostra solidarietà ai ferrovieri francesi in lotta, e proponiamo un collegamentovtra tutti i lavoratori europei dei trasporti, merci e passeggeri, per iniziative di lotta comuni.
Riportiamo di seguito la traduzione di un comunicato di SUD Rail, il sindacato di settore aderente all’Union syndicale Solidaires, che è tra i promotori della Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta, di cui fa parte anche il SI Cobas.

Sindacato Intercategoriale Cobas

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Francia: la battaglia delle ferrovie

SUD-Rail ringrazia i macchinisti che hanno fatto uno sciopero massiccio.

Con l’80% dei scioperanti (cifra ridotta dalla direzione), i macchinisti hanno mostrato la loro determinazione.

Li incoraggiamo ad ampliare la mobilitazione per tornare sui loro passi il governo e la direzione della SNCF.

Eppure non ci lasciamo abbindolare, com’è che circola solo il 10% dei treni mentre la direzione annuncia l’80% dei macchinisti in sciopero il primo giorno?

SUD-Rail denuncia queste cifre, e d’altro canto i conducenti non scioperanti non sono soggetti alla DII [dichiarazione d’intenti individuale], cosa che aggiunge risorse per effettuare dei treni.
Questa riforma è una truffa, un servizio pubblico è per definizione non redditizio.

Per una migliore qualità del servizio, occorrono risorse umane e materiali.

Il servizio pubblico ferroviario è stato degradato dai vari progetti, riforme e successive riorganizzazioni fatte dai governi e dalla direzione dell’azienda.

I ferrovieri e gli utenti non devono pagare il conto.

Le condizioni di lavoro e la sicurezza vanno di pari passo per realizzare un servizio ferroviario pubblico di qualità.

La menzogna dello statuto
La perdita di statuto [di pubblico funzionario] sarebbe un disastro per i ferrovieri.

I nuovi lavoratori delle ferrovie devono avere i nostri gli stessi diritti e le stesse garanzie.

Annunciare che lo statuto verrà salvato per noi è una falsità.

Le valutazioni saranno messe in discussione, l’accesso alle agevolazioni nei trasporti sarà ridotto.

In caso di trasferimento in un’azienda privata, non rimarrà quasi nulla, nemmeno lo stipendio.
Anche i lavoratori interinali saranno toccati, anche se non beneficiano direttamente dello statuto, gran parte è trascritta nelle risorse umane e quindi si applica ai lavoratori a contratto (FC – agevolazioni di circolazione, congedi, …).

In caso di perdita del mercato, saranno i primi ad essere espulsi dal primo piano sociale.

 
Infine, lo statuto protegge i dipendenti, ma anche la sicurezza della circolazione, senza questa protezione, il padrone potrebbe fare pressione sui ferrovieri per far circolare i treni in condizioni pericolose.

Il 90% degli agenti che dipendono dal ramo ferroviario hanno lo Statuto; SUD-Rail si batte per applicarlo al restante 10%.

Ma la questione è sociale, tutti devono essere più in basso perché i padroni continuino a riempirsi le tasche.

Questa riforma è:
• Sicurezza che diminuirà
• Migliaia di tagli di posti di lavoro
• I prezzi dei biglietti aumenteranno
• Il numero di treni che diminuirà

• Il deterioramento delle condizioni di lavoro che sarà accentuato

• La perdita di accordi locali

• Una riduzione dei salari

Dobbiamo amplificare e indurire la mobilitazione.

Questa riforma non è fatta per migliorare il servizio pubblico.

È invece fatta per romperlo e consegnarlo ai padroni che vogliono abbuffarsi sulle spalle degli utenti e dei contribuenti.

Questo è lo stesso schema delle autostrade, il contribuente paga tutte le costose infrastrutture e il governo le offrirà al settore privato.

Questo chiuderà le linee non redditizie e farà pagare di più agli utenti il prezzo del biglietto.

La SNCF come la vuole Pepy [CEO della SNCF] farà la stessa cosa.

Se questa riforma passa, non ci sarà più il servizio ferroviario pubblico, ma solo il business.

Trasformazione della SNCF in una società per azioni (SA)
Su tutti i canali TV, il governo dice che non è per privatizzare la SNCF, ma già nel 2004, Sarkozy stava facendo la stessa promessa per EDF / GDF.
Vediamo il risultato, la privatizzazione e la concorrenza per l’elettricità e il gas hanno portato solo disagi.
Le condizioni di lavoro dei dipendenti sono peggiorate, i prezzi sono aumentati e il servizio si è deteriorato.

Gli unici vincitori di questa storia sono gli azionisti che si sono riempiti le tasche.

La vile vendetta di Pepy
Il nostro boss, per farci pagare la nostra determinazione e la nostra combattività, ha deciso di modificare una settimana prima dell’nizio del conflitto i criteri per il conteggio dei giorni di sciopero. Le modalità del preavviso rinnovabile di SUD-Rail possono evitare questa truffa messa rapidamente in atto dalla direzione.

• Se non combattiamo, il servizio pubblico è morto, e le nostre condizioni di lavoro pure

• Dobbiamo convincere i nostri colleghi, gli utenti, nostri amici

• La responsabilità di questo sciopero è del governo e della direzione

• Non c’è nulla da negoziare, il progetto di riforma deve essere ritirato!