Cobas

[1° MAGGIO] Il nostro riscatto é solo nella lotta, guerra alla guerra!

1° Maggio
 
Mentre a Roma vanno in scena le furbizie dei piccoli machiavelli “de noiantri” (Di Maio, Salvini, Renzi) e gli show della vecchia volpe (Berlusconi) per la formazione del nuovo governo (che sarà comunque contro noi lavoratori), a Gaza e in Siria muoiono uomini, donne e bambini.

Mentre il parlamentarismo continua ad essere, come e più di sempre, “una trappola e un inganno per i poveri e gli sfruttati”, a Gaza e in Siria muoiono uomini, donne e bambini.
Mentre la contesa sugli equilibri geopolitici si intensifica e promette nuove e più sanguinose guerre anzitutto per iniziativa degli Usa di Trump e della Nato, il pacifismo di maniera e gli accomodamenti diplomatici sono messi da parte, e la politica continua con le armi, a Gaza e in Siria muoiono uomini, donne e bambini.
Mentre le vuote promesse elettorali dei comizianti svaniscono, avanzano i veri poteri forti.

A loro nome lo Stato chiama: destra, sinistra, centro, e quelli “né di destra, né di sinistra” sono pronti a rispondere alla chiamata di “responsabilità”.

Lo schieramento variegato va a compattarsi a difesa degli interessi della Nazione, cioè dei capitalisti e dei banchieri… e a Gaza e in Siria muoiono uomini, donne e bambini.

Noi, invece, ci schieriamo sotto le bandiere rosse del 1° Maggio, le bandiere dell’unità dei lavoratori di tutto il mondo.
Oltre i riti parlamentari, c’è il rabbioso attacco della borghesia internazionale ai lavoratori come unica misura per uscire dalla sua crisi.
Finiti i comizi, in un modo o nell’altro tutti vanno ad allinearsi rispettosi alle direttive di FMI, Banca mondiale e UE.

I rivoluzionari del transatlantico e i conservatori (delle loro smisurate ricchezze) smetteranno di lanciarsi insulti, perché oltre gli scranni ci sono le classi e i loro interessi antagonistici ed inconciliabili.

E gli uni e gli altri temono che possa di nuovo ritornare la lotta dei lavoratori.

Oltre l’illusione di poter cambiare le cose con il voto, ora resta la rabbia o la rassegnazione di una classe lavoratrice che è sola a difendere sé stessa.

Ma anche questa ennesima illusione va consumata per riprendere necessariamente la via della lotta.

Contro il loro parlamento, i loro Governi, il loro Stato.

Non una semplice lotta alla “casta”, che può cambiare i “personaggi”; ma lascia tutto com’era prima; bensì una lotta contro la borghesia tutta e le sue caste, i suoi riti trasformisti, i voti di scambio, le eterne promesse-truffa, ecc.

Il nostro riscatto è solo nella lotta: nelle fabbriche, nei magazzini, negli ospedali, nei quartieri, nelle scuole.

E’ qui che inizia la lotta per il potere.

La lotta decennale nella logistica in Italia, le lotte dei ferrovieri in Francia di questi giorni, sono esempi da riprendere e generalizzare.
Lottare, osare, si può.
Solo a partire dalla consapevolezza della nostra forza che si scopre con le lotte potremo dichiarare Guerra alla Guerra!
Solo così si potrà fermare lo sterminio dei nostri fratelli palestinesi condannati alla pulizia etnica nel campo di prigionia a cielo aperto di Gaza.
Solo così potremo fermare lo sterminio di uomini, donne e bambini in Siria.
Le diplomazie, l’ONU, le preghiere sono ipocrite se l’opzione è tra i gas e le bombe.
La guerra chimica è disumana?

Perché le bombe “intelligenti” sono democratiche e umanitarie?

Non c’è scelta di campo da fare tra le dittature “democratiche” (USA, Europa, Israele) e le dittature con caratteristiche più autocratiche (Russia, Turchia, Iran).

Il nostro campo è l’internazionalismo proletario.
Solo se la forza dell’Intifada dei palestinesi farà crescere il numero degli obiettori di coscienza e una parte della popolazione israeliana, stanca di guerre e di massacri, riuscirà a fraternizzare con loro, la barbarie verrà fermata.

Il nostro compito, oltre la solidarietà, è combattere i nemici di “casa nostra”, i grandi poteri che in Italia dominano, e sono tra i massimi responsabili di questa infame catena di guerre e di devastazioni.
MANIFESTAZIONE A MILANO CON CONCENTRAMENTO PRESSO LA STAZIONE CENTRALE ALLE ORE 15:00
 

S.I. COBAS PUBBLICO IMPIEGO