GRAVISSIMO
TENTATIVO DI INTIMIDAZIONE VERSO ADL COBASQuesta mattina (15 maggio 2018) i carabinieri di Villafranca Veronese (VE), accompagnati dal PM Alberto Sergi della Procura di Verona, si sono presentati alle 8 di mattina presso l’abitazione di Roberto Malesani, coordinatore e portavoce di Adl Cobas di Verona e Vicenza, per dare seguito ad una perquisizione domiciliare alla ricerca di materiale cartaceo e telematico, atto a dimostrare il ruolo di istigatore che avrebbe avuto Roberto a commettere il reato di “violenza privata” all’interno della vertenza “Rossetto Trade” che ha visto il licenziamento di 25 lavoratori, con particolare riferimento alle giornate dell’8 marzo e del 26 aprile, giornate nelle quali si sono tenuti dei presidi sia dei lavoratori licenziati che di molti altri lavoratori di altre aziende che hanno portato solidarietà ai licenziati.
Non abbiamo ricordi di perquisizioni nei confronti di attivisti per istigazione alla “violenza privata” in riferimento a forme di lotta, che fanno parte della tradizione sindacale come il presidio ai cancelli, a fronte di azioni ignobili messe in atto da cooperative e committenti che sfruttando una normativa vergognosa possono licenziare i lavoratori con la tutela della legge.
In questi ultimi dieci anni, se si è riusciti a ripristinare un minimo di legalità e di giustizia all’interno del mondo della logistica, non è stato sicuramente merito né delle forze dell’ordine, né di qualche PM, ma solo ed esclusivamente del coraggio di lavoratori che hanno deciso di alzare la testa e combattere contro lo sfruttamento e la schiavitù..
Da anni denunciamo questo sistema di sfruttamento basato sull’abbassamento del costo del lavoro, sulla ricattabilità dei lavoratori e sia l’8 marzo che il 26 aprile non c’era solo Roberto Malesani fuori dal centro logistico di Rossetto, ma eravamo in tanti, lavoratori provenienti da diversi magazzini, che in questi anni hanno sconfitto questo sistema di sfruttamento e paradossalmente hanno “ripristinato la legalità” proprio grazie agli scioperi, che Rossetto assieme alla magistratura veronese intendono invece criminalizzare.
L’azione messa in atto questa mattina nei confronti di Adl Cobas, dei lavoratori licenziati della Rossetto e di tutti i lavoratori iscritti al nostro sindacato e non solo, evidenzia il grado di subalternità della magistratura e delle forze dell’ordine nei confronti dei padroni della grande distribuzione.
Continueremo le mobilitazioni fino a quando da Rossetto e in tutti gli altri magazzini dove siamo presenti non conquisteremo reddito, diritti e dignità.
N.B.:
Il testo pubblicato é ripreso dal sito nazionale di Adl Cobas, vedi qui.