Cobas

[FCA] Contro il “piano” dei Marchionne e degli Agnelli-Elkann, la lotta continua!

Il primo giugno a Balocco (VC), tra risaie e piste autobilistiche, l’amministratore delegato di FCA Sergio Marchionne ha “illustrato” agli investitori del gruppo e ai giornalisti arrivatid da tutto il mondo il “nuovo” piano strategico dell’azienda proprietà degli Agnelli-Elkann.

Confermate tutte le aspettative della vigilia, già molto negative per gli operai e le operaie delle fabbriche italiane del gruppo e in generale i lavoratori e le lavoratrici FCA.
La produzione sarà sempre più delocalizzata fuori dall’Italia, le cui fabbriche risultano quindi inevitabilmente destinate al ridimensionamento e alla chiusura.

Come già ampiamente previsto la gran parte della produzione sarà dirottata negli USA e in America Latina, mentre in Europa, specialmente in Italia, resteranno pochi modelli, per lo più di alta gamma, per la cui produzione serviranno la metà degli operai che lavorano attualmente.

Ciò significa che nei prossimi mesi la ruspa, ma non per finta, la userà Marchionne e la userà contro gli operai.

Da questo piano non se ne esce senza migliaia di licenziamenti.

Tradotto, gli operai e le operaie di FCA dovranno aspettarsi un futuro ancor più lacrime e sangue dell’ultimo decennio, tra esuberi e licenziamenti, sspecialmente data l’imminente fine degli ammortizattori sociali.

Nel frattempo, per i padroni l’obiettivo si rivela chiaramente che sia FCA, sia la Exor (“controllata” – cioé fondo finanziario – della famiglia Agnelli-Elkann) continuino a macinare profitti record, come appena avvenuto con i bilanci di questi ultimi mesi: fatturato a 110 miliardi di euro (crescita del 93%, cioé utili raddoppiati) e 5 milioni di auto vendute l’anno…

Mentre il padronato decima la classe operaia riducendola di numero (con la motivazione dei “mercati” e della “robotizzazione”), la produttività aumenta – soprattutto a Mirafiori e Pomigliano, i due stabilimenti italiani dove maggiornmente sta sentendosi lo sfruttamento e l’oppresione dei lavoratori e delle lavoratrici.

Qui non ci sono i diktat europei, gli odiosi commissari europei per il bilancio e i ministri tedeschi: c’è uno dei più grandi gruppi industriali al mondo, questo gruppo è italiano e incide sulla politica italiana e sui governi italiani più di quanto facciano i commissari di Bruxelles, anzi incide anche per il loro tramite, essendo quei commissari i rappresentanti degli interessi dei capitalismi nazionali.

Dopo la vittoriosa prova di forza del 23 marzo scorso, quando in centinaia operai della FCA e della logisticai (arrivati da tutta Italia) bloccarono la “fabbrica modello” di Pomigliano con uno sciopero su tre turni (il primo vero, duro sciopero dall’inizio della cosiddetta “era Marchionne”), venerdì a Balocco nuovamente il “Coordinamento degli operai autorganizzati Fiat-Fca” ha organizzato un’altra giornata di lotta.

Fuori dalla “zona rossa” dove padroni, politici, sindacalisti (!) e giornalisti ascoltavano battendo le mani le parole con cui Marchionne ha sferrato l’ennesimo, non ultimo colpo alla classe lavoratrice italiana (vedi le “riforme” promosse dai governi succedutisi dopo l’avvio del primo “piano Marchionne”: dalla riforma del lavoro della Fornero a quella del Jobs Act), in tanti hanno risposto al loro appello ad organizzare – in concomitanza con quello che l’azienda ha definito “investor day” – una giornata di mobilitazione nazionale, non solo formale – come il “workers day” della Fiom Cgil svoltosi la mattinata precedente a Torino nel “salotto” di Piazza Castello, lontano dai cancelli delle fabbriche e soprattutto dai padroni – bensì di lotta!
 
Mentre negli stabilimenti italiani del gruppo un’alta percentuale di operai e operaie aderiva allo sciopero di protesta contro il “nuovo” piano industriale, a Balocco circondati dalla polizia si sono ritrovati numerose realtà di lotta, a partire dal Coordinamento degli operai autorganizzati Fiat-Fca e dal S.I. COBAS, per ribadire ancora una volta ai Marchionne e agli Agnelli-Elkann che, come già dimostrato con le lotte nella logistica, la classe operaia non ci sta a piegare la testa di fronte all’attacco padronale: sarà lotta, dura e senza paura!
Solo la lotta paga, uniti si vince!

Qui sotto, alcuni video degli interventi dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno partecipato alla giornata di lotta a Balocco:

– intervento di Mimmo, operai FCA… “Dall’unità d’azione nelle lotte sindacali all’organizzazione politica indipendente della classe operaia. Vogliamo farla finita con la società dei profitti, dello sfruttamento, dei padroni, del capitale.”:

https://www.facebook.com/collettivo48ohm/videos/953229721503296/

– interventod i Antonio, operaio FCA… “In anteprima da Balocco vi sveliamo il nuovo piano industriale FCA: profitti per gli azionisti, cassa integrazione, licenziamento e sfruttamento per gli operai. Al paese dei balocchi di Marchionne non ci crediamo più!”:

https://www.facebook.com/collettivo48ohm/videos/953097654849836/

Qui sotto, il comunicato stampa degli operai autorganizzati di FCA Termoli (CB):

COMUNICATO STAMPA

Piano industriale fiat fca? Loro se la cantano e loro se la suonano!

Un uomo al comando: piano finanziario con numeri e obbiettivi autoreferenziali, la morale dei fatti è che con l’ultimo piano industriale fca del 2014 si erano preventivate 400 mila Alfa Romeo, ad oggi lontanissimo dall”obiettivo con poco più di 100 mila realizzate, prima ancora nel 2010 il fallimento di fabbrica italia e il flop della Panda nello stabilimento campano, la continua cassa integrazione dallo stabilimento di Mirafiori a Pomigliano è tangibile, rimangono i proclami continuando nelle giustifiche del Dio mercato.

La società e i territori hanno bisogno di stabilità, i lavoratori pricipalmente, la protesta di ieri a Balocco da parte degli operai autorganizzati Fiat Fca è un fattore politico e sindacale, contro un sistema di instabilità e di precarietà che continua a minare quotidianamente i diritti che va a favore di pochi e a discapito di molti nei fatti l’instabilità è cosa giusta per i manovratori del sistema capitalistico mondiale .

Tra gli altri ancora la Fiom continua a urlare per sedersi ai tavoli Fca cercando chissà quale piano industriale, con la Cgil che è complice anch’essa delle riforme peggiorative e dello stesso ruolo del sindacato usa e getta così si continua ad andare dalla parte dei lor signori, noi non faremo mai parte di questo gioco confusionario.

Continueremo a ragionare e resistere sulla realtà costruendo dalla base l’alternativa di società.

Piano industriale Fca?

Loro se la cantano e loro se la suonano!

Operai Autorganizzati Fca Fiat

Soa Sindacato Operai Autorganizzati Fca Fiat Termoli

Termoli, 2 Giugno 2018