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[FCA] La lotta di classe non si processa: non ci fermerete mai!

NON MI FERMERETE MAI

Domani 19 settembre 2018 ore 9.30 alla Corte di Appello di Napoli c’e’ l’udienza della mia ennesima causa con la FCA – FIAT.

Ormai sono definitivamente fuori dallo stabilimento secondo la sentenza tutta a favore dell’azienda della Corte di Cassazione.

Sentenza, detto per inciso, che vorrebbe mettere una pietra tombale sul diritto di opinione nei luoghi di lavoro in Italia.

Sono definitivamente fuori ma devo affrontare il giudizio d’appello per un altro licenziamento.

Quanti ne ho subiti?

Tre, quattro…

Ho perso il conto.

Sono tutti licenziamenti avvenuti per le lotte fatte in fabbrica o fuori, ma sempre in difesa della mia classe: gli operai.

Eppure qualche giudice a motivazione di sentenze a me sfavorevoli ha anche affermato che non ero stato licenziato per attività sindacale.

Basterebbe vedere la serie dei miei licenziamenti per capire, senza bisogno di essere uno specialista di legge, che la FIAT ha fatto di tutto e creando molteplici occasioni per farmi fuori.

E la stessa strategia ha sempre utilizzato contro tutti gli operai che non abbassavano la testa e lottavano per i loro umani diritti contro lo sfruttamento.

La questione é che gli operai, divisi, senza un’organizzazione politica indipendente, sono completamente assoggettati ai padroni.

Le cosiddette istituzioni democratiche hanno subito capito il vento dove tirava e si sono adeguate.

Ma non durerà molto tutto questo.

Per quanto tempo potranno tenere buoni gli operai con la repressione?

La storia insegna: gli schiavi prima o poi si ribellano.

Presto succederà. 

D’altra parte il clima da caserma che hanno creato negli stabilimenti e in tutti i luoghi di lavoro, comincia a creare reazioni anche tra intellettuali, giuristi, semplici cittadini.

La democrazia a chiacchiere e la dittatura nei fatti nelle fabbriche e una contraddizione che salta agli occhi.

Molti si preoccupano che tutto questo possa essere portato anche fuori dalle fabbriche, nella società.

A Napoli il 30 settembre viene organizzato un convegno da parte di diversi esponenti importanti della cultura, del diritto, della politica, sul nostro caso.

Quello che è avvenuto a noi preoccupa anche quelli che non sono operai, ma hanno a cuore la democrazia.

Quello che i padroni hanno buttato fuori con l’aiuto di giudici compiacenti dalla porta, gli si para di fronte entrando da dove meno se lo aspettano.

La nostra condizione di licenziati non è rosea.

La mancanza del salario si sente, ma non siamo morti e sepolti come il padrone sperava.

Sempre avanti, senza abbassare la testa,sempre dalla parte degli sfruttati. 

La partita non è ancora chiusa.
INTANTO IL 27 OTTOBRE SAREMO IN CORTEO A ROMA CONTRO LICENZIAMENTI E REPRESSIONE, E CONTRO IL COSIDDETTO OBBLIGO DI FEDELTÀ!
SI COBAS FCA