Cobas

[COMUNICATO] La lotta di classe non si processa! Da Origgio (VA) una buona notizia

UNA BUONA NOTIZIA!

Da Origgio (VA) una buona notizia…

Assoluzione totale in appello dei quattro imputati condannati a luglio del 2014 con sentenza pronunciata dal tribunale di Busto Arsizio a due mesi di reclusione (pena sospesa) ciascuno, ed al pagamento di 4000 euro alle così dette parti lese e di 11.000 euro di spese legali, con l’accusa di violenza privata ed aggressione verso 2 lavoratori nell’ambito di uno sciopero presso i magazzini della Cooperativa Leonardo di Origgio, operante presso la Bennet  S.p.A. organizzato dai lavoratori e dai compagni oggi Si Cobas e che allora (2008) militavano nel sindacato Slai Cobas.

Oggi 24 settembre 2018 durante la sentenza in Appello al Tribunale di Milano, il Giudice ha dichiarato non colpevoli gli imputati perché il fatto non sussiste ed ha revocato tutte le liquidità economiche di parte civile.

Facciamo un passo indietro per capire.

La procura di Busto Arsizio nel 2013 imbastisce un processo a più di 20 compagne/i (fra cui Aldo Milani, Gino Orsini, Fulvio Di Giorgio, Paolo Maio e tanti solidali in particolar modo militanti del CSA Vittoria) che finisce nel 2014 assolvendo la maggior parte di noi meno 4 compagne/i che li condanna a due mesi di reclusione e al pagamento delle spese.

Il processo  viene fatto  5 anni dopo le lotte svolte ad Origgio ed era chiaro che era stato voluto con un puro scopo politico senza nessuna prova a carico dei compagni.

Ricordiamo che nel 2008 dopo sei mesi di lotta ad Origgio si ottiene il primo accordo che conquista diritti nella logistica e  ha tolto il coperchio ad una “pentola” che bolliva da tempo che ha dato inizio a quella formidabile stagione di lotta che ha portato decine migliaia di lavoratori in tutta Italia ad essere protagonisti del loro destino, e che tutt’oggi continua, facendo venir fuori tutto il marciume del settore fatto anche di corruzione e di legami politici con tutti i partiti contro i lavoratori immigrati e non.

Una vittoria importante, di grande significato politico, in quanto i lavoratori della cooperativa, dopo anni ed anni in cui avevano subìto soprusi e ricatti sul luogo di lavoro, non sentendosi rappresenti dai sindacati confederali, avevano deciso di dire basta allo schiavismo che imperava nel magazzino.

Le rivendicazioni sindacali erano allora orientate alla semplice applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro che, all’interno dei magazzini, non era per nulla rispettato.

L’organizzazione del lavoro era a discrezione dei capi/referenti della cooperativa Leonardo (Consorzio CAL) sia per la parte salariale, che dell’orario di lavoro.

Si sono organizzate alcune giornate di sciopero con adesione quasi totale dei lavoratori ed una importante solidarietà esterna proveniente da svariate realtà lavorative e sociali. 

Questa adesione non è stata gradita dalla parte padronale, disabituata sia al rapportarsi ai lavoratori che conquistavano coscienza e dignità, che ad un sindacato che fosse veramente dalla parte di chi difende le condizioni economiche e i diritti della forza lavoro.

E’ stata scoperchiata la condizione per cui nel sistema capitalistico i lavoratori sono una merce particolare da sfruttare per ottenere alti profitti e per tale motivo mantenere un basso salario ed una totale flessibilità lavorativa.

Grazie a questa lotta sindacale il rapporto di forza si è spostato dalla parte dei lavoratori perché durante gli scioperi ad Origgio, sono stati siglati i primi accordi per il rispetto dei carichi di lavoro, con l’ottenimento di salari più alti, del controllo delle buste paga e della dignità umana.

Non ci siamo mai illusi che fossero lotte rivoluzionarie ma vista la contingenza dei fatti, hanno avuto un peso politico che si è ampliato negli anni successivi fino ad oggi.

Ovviamente, nel contempo sono anche partite le denunce penali verso diversi compagni, denunce infondate, il cui unico scopo era quello di affossare le lotte.

Questa è la dimostrazione che quando i lavoratori si organizzano, da un lato subiscono vessazioni, ma in contemporanea essi si rafforzano attraverso l’unità e la solidarietà della classe degli sfruttati contro gli sfruttatori.

S.I. Cobas