Il giorno 26 ottobre si trasformerà in un blocco reale di buona parte della circolazione delle merci in tutta Italia e vedrà come protagonista soprattutto quella composizione di classe composta da lavoratori che è diventata l’obiettivo primario da contrastare da parte del Governo Salvini/Di Maio.
La campagna d’odio lanciata in particolar modo da Salvini contro gli immigrati ha come finalità primaria quella di aumentare la stratificazione e divisione dei lavoratori sul piano dei diritti e dei livelli di sfruttamento, alimentando, così, una guerra tra poveri lasciando credere al “popolo” che le cause della povertà hanno origine dalla presenza “eccessiva” degli immigrati in Italia ed in Europa.
La parola d’ordine“prima gli italiani”, così come “american first” negli Stati Uniti, ha purtroppo fatto breccia anche all’interno della classe lavoratrice, mistificando le vere ragioni dell’aumento della povertà che risiedono interamente su un modo di produzione capitalistico che sta distruggendo l’ambiente in cui viviamo, che investe miliardi anche in opere inutili o peggio dannose al solo scopo speculativo, favorisce i corrotti, premia i grandi evasori e produce sempre più poveri e precarietà.
A fronte di questa situazione risulta evidente che è solo dal basso, dai lavoratori, che può nascere una vera opposizione a questo Governo e alle sue politiche razziste.
E’ solo da una ricomposizione delle lotte, contro lo sfruttamento sui luoghi di lavoro, contro la devastazione ambientale, per il diritto alla casa e contro il razzismo dilagante che può nascere una prospettiva anticapitalistica diversa da quella attuale.
Ogni singola lotta infatti se rimane a se stante in ambito aziendale o particolare e che non ha come minimo comun denominatore di opposizione al modo capitalistico di produzione, sul piano antirazzista e antifascista, è destinata a produrre solo effetti parziali e limitati.
Siamo quindi convinti che sia necessario ripartire da questo formidabile ciclo di lotte nel settore della logistica, tutt’ora in corso, e che contiene già di per sé il carattere del meticciato, per riuscire ad aprire un nuovo importante capitolo nella storia del movimento di classe nel nostro paese.
Il quale una volta cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari, permette di revocare in pratica la domanda di protezione internazionale per i richiedenti asilo dopo una condanna di primo grado; prolunga fino a 6 mesi di detenzione nei centri per il rimpatrio, arriva addirittura alla revoca della cittadinanza, attua un cambio radicale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ed in ultimo un pesante aggravio della pena per chi occupa una casa o effettua blocchi stradali con reclusione fino a 4 anni.
Inoltre verranno stanziati meno soldi per l’integrazione e allungati i tempi per la cittadinanza.
Si Cobas – Adl Cobas