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[COMUNICATO] 10/11: di nuovo in piazza a Roma contro il Dl sicurezza, la repressione padronale e gli attacchi al diritto di sciopero

Il 10 novembre di nuovo in piazza a Roma
contro il DL sicurezza, la repressione padronale
e gli attacchi al diritto di sciopero

 
Dopo la straordinaria manifestazione che lo scorso 27 ottobre ha visto in piazza circa 15000 lavoratori, disoccupati, studenti, comitati di immigrati e occupanti casa contro il razzismo di stato e il DL Sicurezza di Salvini, sabato 10 novembre il SI Cobas sarà nuovamente in piazza a Roma per la manifestazione “Uniti e solidali contro il governo, il razzismo e il Decreto Salvini”, indetta a livello nazionale da decine di associazioni e realtà di movimento.

Saremo nuovamente in corteo per le vie della Capitale per rilanciare un percorso di lotta unitario contro le politiche repressive, razziste e reazionarie di questo governo, e per lanciare un messaggio e una proposta chiara e concreta a tutti coloro che scenderanno in piazza quella giornata: l’unico modo per costruire una vera opposizione ai piani del governo 5 stelle – Lega è partire dalle condizioni materiali e di vita dei salariati e degli sfruttati, e dal protagonismo che i proletari, in primo luogo immigrati, hanno saputo esprimere in questi anni con numerosi ed esemplari movimenti di lotta, a partire dai facchini della logistica, dai braccianti agricoli e dalle occupazioni a scopo abitativo.

E’ da queste soggettività che occorre partire per sviluppare un vero movimento di classe, su basi anticapitaliste e internazionaliste, dunque del tutto autonome da ogni tipo di illusione su (im)possibili deleghe parlamentari e/o inutili scorciatoie elettorali.

In queste ore il DL Sicurezza è stato approvato al Senato; a breve, con ogni probabilità, lo sarà anche anche alla camera e diventerà legge.

Per noi del SI Cobas, da sempre protagonisti di scioperi e picchetti fuori ai magazzini e ai luoghi di lavoro assieme a migliaia di operai immigrati per reclamare migliori condizioni di vita e salariali, si tratta di un attacco senza precedenti.

L’articolo 23, nel prevedere la possibilità del carcere fino a 12 anni per il “reato” di blocco stradale, nonché l’immediata espulsione per gli stranieri che vi prendono parte, condensa e sintetizza il carattere classista, prim’ancora che razzista, di questo governo: dietro la retorica della “sicurezza”, si tende a trasformare in criminali e fuorilegge coloro che alzano la testa e lottano.

In sostanza, si vuol mettere fuorilegge lo strumento dello sciopero nelle forme che davvero fanno paura al padrone, consentendone solo un esercizio limitato e in forme edulcorate, innocue, e quindi inefficaci: non è un caso che tra i primi sostenitori del DL sicurezza e in particolare dell’articolo 23 vi sia Confetra, associazione datoriale maggiormente rappresentativa nella logistica e nota per essere la “ala dura” del fronte padronale, che favorisce e incentiva le forme di sfruttamento e di abuso più brutali nei confronti dei lavoratori, e che da sempre si rifiuta di applicare integralmente i Contratti collettivi nazionali di lavoro nei magazzini (che, tanto per parlare di legalità, in Italia sono formalmente equiparati alla legge).

Se questa è la “legalità” imposta dal duo Salvini- Di Maio, e nello spirito già fatta propria dai governi precedenti a guida PD come nel caso del pacchetto-sicurezza di Minniti, è evidente che un’opposizione a questa barbarie non potrà certo passare per le aule parlamentari e/o per i canali istituzionali, ma richiede al contrario il rilancio di un ampia mobilitazione dal basso al fine di ostacolare e sabotare il DL Sicurezza a partire proprio dai luoghi di lavoro, nelle piazze e suoi territori questo infame disegno: intensificare gli scioperi, i picchetti, le agitazioni e le azioni di lotta è il migliore, se non l’unico antidoto per impedire che l’ondata reazionaria consolidi i suoi strumenti repressivi e di controllo.
 
La nostra partecipazione alla piazza nazionale del 10 novembre vuol essere dunque in primo luogo un occasione per aprire un serio confronto con tutte quelle realtà che intendono porsi in questa prospettiva, e per ribadire e dare continuità alle rivendicazioni e alle parole d’ordine che hanno caratterizzato l’assemblea dello scorso 23 settembre a Bologna, lo sciopero generale del 26 ottobre e la manifestazione dello scorso 27 ottobre a Roma: 

    • Contro le politiche razziste del governo che colpiscono emigranti, rifugiati e immigrati. Per l’unità di lotta tra lavoratori, la piena parità effettiva di condizioni e l’immediata regolarizzazione degli immigrati costretti nella clandestinità e nell’irregolarità;
    • Per l’abolizione del DL Sicurezza di Salvini e delle leggi Minniti-Orlando, contro la repressione padronale e statale, per la riconquista della piena agibilità politica e sindacale sui luoghi di lavoro, contro i licenziamenti politici e l’abuso dell'”obbligo di fedeltà” aziendale;
    • Per la riconquista di contratti di lavoro nazionali che migliorino la condizione dei lavoratori;
    • Per forti aumenti salariali egualitari, sganciati dalla produttività delle imprese;
    • Salario medio operaio garantito a precari e disoccupati, finanziato con un prelievo fiscale sulla classe capitalistica e i redditi alti;
    • Contro il supersfruttamento e la disoccupazione: per la riduzione drastica e generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario;
    • Contro l’oppressione e le discriminazioni di genere: per la piena parità effettiva di condizione tra lavoratori e lavoratrici, per l’unità tra il movimento delle donne e il movimento proletario; 
    • Contro ogni forma di nazionalismo e/o “sovranismo”: per sviluppare e rafforzare il coordinamento e l’unità di lotta tra i proletari su scala internazionale;
    • Contro il montante militarismo e le spese belliche, per il ritiro immediato di tutte le truppe italiane all’estero.

SI Cobas nazionale