La protesta dei lavoratori S.I. Cobas scaffalisti nei supermercati potrebbe estendersi a macchia d’olio e coinvolgere le catene della grande distribuzione organizzata.
Ecco cosa sta succedendo: alla lotta!
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Rischio supermercati vuoti a Genova
I lavoratori della cooperativa Log12: “Violati i nostri diritti, ma non siamo soli.
Potrebbe estendersi a macchia d’olio la protesta degli ‘scaffali vuoti’ che ha interessato durante le festività circa 15 supermercati genovesi.
Non mollano di un centimetro i soci della cooperativa Log12, appartenente al consorzio nazionale Elpe, che prima di Natale hanno iniziato una lunga fase di agitazione per vedere riconosciuti i propri diritti. Il 9 gennaio ci sarà un altro incontro con l’azienda, e se le risposte non saranno quelle attese la reazione sarà una sola: ancora sciopero.
“Chiediamo l’applicazione del contratto nazionale multiservizi, che ci spetta per legge – spiega Martino Puppo, uno dei soci di Log12 – Chiediamo semplicemente diritti, perché ad oggi è impossibile fare le ferie visto che ci viene chiesta continuamente disponibilità. In questo modo viene negata la dignità dei lavoratori. E se continuerà così gli scaffali rimarranno vuoti. Senza gli scaffalisti il risultato è questo”.
Salari da fame che “raggiungono a stento 800 euro al mese”, buste paga irregolari, obbligo ai doppi turni e al lavoro domenicale e festivo, obbligo di osservare medie produttive sempre più alte, impossibilità di programmarsi del tempo libero. Questi i problemi che hanno fatto saltare il tappo e convinto una sessantina di soci a uscire dal “deserto sindacale” della categoria iscrivendosi al SiCobas. “Esigiamo risposte concrete. Se non sarà così andremo in Comune, in Regione, a tutti i livelli”, dice Davide Romanelli, un altro lavoratore.
Carrefour, Basko, Ekom, più due appalti di pulizia per negozi di abbigliamento nel pieno centro di Genova, Oysho e Pull&Bear. In tutto sono una ventina in Liguria i punti vendita coinvolti dallo sciopero durato fino al 26 dicembre, con molti scaffali che effettivamente sono rimasti vuoti.
Ma la presa di coscienza all’interno della Log12 potrebbe essere solo l’inizio di un’ondata di protesta. “Qui a Genova siamo una sessantina – spiega Puppo – ma è chiaro che la nostra denuncia riguarda tutto il settore della grande distribuzione. La continua esternalizzazione, le aperture selvagge 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 danno come risultato violazioni di diritti e sfruttamento. Noi stiamo mettendo il dito nella piaga, anche le grandi catene dovranno risponderne”.