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[INTERNAZIONALISMO] Francia, l’austerità e i suoi effetti sulla riproduzione sociale: le donne gilets jaunes prendono la parola

Riprendiamo dal sito www.alencontre.org il testo (qui in italiano, più sotto in francese) di un vibrante intervento tenuto domenica scorsa a Metz da una donna con il gilet giallo della Lorena.


Francia. L’austerità e i suoi effetti sulla riproduzione sociale: le donne gilets jaunes prendono la parola

Il movimento dei gilet gialli è un movimento composito, sia quanto a figure sociali che ad orientamenti politici.

Ed è possibile che sue parti non piccole esprimano un voto per il RN della Le Pen alle prossime elezioni.

Ciò – nota Ch. A. Udry – può anche sconcertare coloro che sono parte del movimento e agiscono in esso “con la tonalità dell’antagonismo di classe in senso lato”, una tonalità ben presente nell’intervento di Tin Hinane.

Ma è con questo genere di contraddizioni (tipico dei reali movimenti di massa di questa fase) che bisogna saper fare i conti.

Così come va registrato che ancora una volta le donne portano nei movimenti di lotta delle istanze proprie, specifiche, ma non per questo divergenti da quelle dell’insieme del movimento.

Al contrario, il loro apporto accresce la forza d’urto e la capacità di aggregazione delle lotte.

Sarebbe ora di lasciare definitivamente ai borghesi, e ai circuiti clerico-fascistoidi europei a cui appartiene la magnifica coppia Fontana-Pillon, la paura delle donne in lotta, o no?

Intervento tenuto a Metz il 20 gennaio

Per prima cosa vorrei salutare tutti i gilet gialli, della prima o dell’ultima ora che siano.

A tutti voi dico: bravi!

Per la vostra determinazione, la vostra resistenza e il vostro coraggio.

Grazie a voi, il popolo francese ha riacquistato il suo orgoglio.

Siamo passati dalla condizione di pecore a quella di cittadini impegnati.

Grazie!

• Con la forza e l’audacia di un popolo animato da una sana collera, i gilet gialli affrontano da due mesi la violenza e il disprezzo del presidente e dei ricchi: il monarca Macron, l’autoproclamato Giove, Dio della terra, del cielo e di tutti gli esseri viventi … L’estinzione generale è [con lui] garantita!

• In questa lotta di classe che i popoli temono di perdere, le donne sono sempre state delle perdenti. Malgrado i loro pesanti compiti professionali, sociali e familiari, dal 17 novembre le donne sono presenti numerose, dinamiche, instancabili e coraggiose in tutte le assemblee e su tutte le rotatorie, manifestando per le strade sotto i lacrimogeni e i manganelli. Sensibili e creative, si uniscono e creano catene di solidarietà per aiutare i più bisognosi. Di fronte alla crescente miseria, organizzano la raccolta e la distribuzione di viveri, coperte e prodotti per l’igiene per coloro che il potere lascia deperire nelle strade.

• L’85% dei genitori soli sono donne. Quasi la metà di loro vive sotto la soglia di povertà. Le donne sono catalogate come assistite; sono, in realtà, supersfruttate in lavori poco retribuiti, accumulano contratti part-time e a tempo determinato, e lavorano perfino di domenica per arricchire i grandi capitalisti.

• Il 90% delle mansioni lavorative sottopagate e del lavoro di assistenza alle persone sono detenuti da donne. È sulle loro sottili spalle che riposa la cura degli ammalati, dei vecchi, dei bambini … Ci si aspetta che lavorino come se non avessero figli, e che allevino i loro figli come se non avessero un lavoro!

• Macron e Hollande, e prima di loro Sarkozy e Chirac, burattini al servizio dei più ricchi del mondo, hanno tradito la loro missione e hanno inflitto al popolo francese politiche di austerità. Hanno ridotto la spesa pubblica, e sono le donne che ne soffrono per prime.

• Per fare i suoi regali ai ricchi che hanno pagato per portarlo in cima all’Olimpo, il monarca Macron chiede alle autorità locali di ridurre la spesa di 13 miliardi. E così spariscono i centri medico-sociali da cui le donne potrebbero trarre beneficio.

• I nostri figli studiano in classi affollate (nelle classifiche internazionali la Francia è passata dal 4° al 26° posto). Le attività extrascolastiche sono a pagamento; i costi delle mense aumentano; le bollette di acqua, gas ed elettricità sono tassate per oltre il 60%, mentre la rete dei trasporti pubblici, troppo cara, scompare…

• I più ricchi risucchiano (come fossero dei sifoni) il denaro proveniente dai servizi pubblici, mentre gli ospedali chiudono e i medici abbandonano le nostre province; le case di riposo si stanno privatizzando e deteriorando, e sono ancora le donne che debbono prendersi cura degli anziani. Di fronte ai potenti che ci inquinano e ci avvelenano, esse devono lavorare, pulire, riempire la padella, nutrire, curare, istruire, trasportare, illuminare … E si fanno sempre fottere.

• A parità di lavoro, guadagnano ancora in Francia il 25% in meno degli uomini, il che significa almeno 50.000 € in meno per dieci anni di lavoro… 200.000 in 40 anni! Le loro attività domestiche non sono ancora considerate per quel che valgono, né sono remunerate. Le donne sono le prime vittime del liberalismo e del sessismo. Ma non importa, le Amajaunes (le amazzoni con i gilet gialli) hanno lasciato gli strofinacci per esprimere la loro rabbia! Le donne con i gilet gialli hanno mollato le pentole per prendere la parola. Né i loro colpi, né i loro insulti, e neppure la loro violenza ci faranno tacere. La strada è nostra!

Il futuro dei nostri bambini e del nostro pianeta appartiene a noi.

Il capitalismo e il patriarcato non crolleranno da soli, diamogli una mano d’aiuto.

Donne, uomini.

Uniamoci.

Moltiplichiamoci!

E domandiamo l’impossibile!

Un mondo migliore è possibile.

Proprio ora, ora!

Tin Hinane, un Amajaune lorenese

Per approfondimento, vedi anche:

  • “[FRANCIA] bentornata lotta di classe: la battaglia dei gilet gialli”, vedi link qui sotto:

France. L’austérité et ses effets sur la reproduction sociale: des femmes Gilets Jaunes prennent la parole

Publié par Alencontre le 22 – janvier – 2019

Par Tin Hinane, une Amajaune lorraine

Au sein de ce mouvement Gilets jaunes, certes hétérogène socialement et politiquement, se dégagent des voix qui font leur les besoins sociaux et donc qui engagent une bataille pour des droits qu’il s’agit s’imposer.

Car il n’existe pas une ontologie des «droits» en dehors des besoins qui se traduisent dans des affrontements sociaux effectifs et qui sont ressentis, donc qui affectent.

Et ces voix, parfois, peuvent traduire en perspective sociopolitique le ressenti, soit ce qui est éprouvé vivement par un large secteur de la société.

La question décisive n’est pas celle discutée par de nombreux commentateurs intellectuellement incarcérés dans les résultats des enquêtes d’opinion sur le degré de sympathie des Gilets Jaunes auprès des échantillons de Français.

Le fait social et statistique suivant, bien compris par Roland Cayrol, qui dévoile la durée et la force de ce mouvement, réside dans les 16% des personnes interrogées qui se sentent membres des Gilet Jaunes.

Une force sociale – certes disparate, mais existe-t-il des mouvements sociaux qui ne le soient pas? surtout dans le contexte présent et les expériences sociopolitiques depuis plus de 25 ans (1995) en France? – qui n’a pas son pareil.

Certes, la contradiction est présente et peut s’exprimer par un vote Rassemblement national qui pourra déconcerter ceux et celles qui soutiennent et agissent dans ce «rassemblement».

Et qui le font avec la tonalité de l’antagonisme de classe au sens large et de sa dynamique qui se retrouvent dans cette intervention faite à Metz que nous publions ci-dessous.

Pour citer Blaise Pascal dans Pensées: «Ni la contradiction n’est marque de fausseté, ni l’incontradiction n’est marque de vérité» (VI, 384, 1671).

Ce qu’avait bien compris Lucien Goldmann. (C.-A. Udry, Rédaction  A l’Encontre).

Intervention Metz le 20 janvier

«Je voudrais d’abord saluer tous les GJ (Gilets Jaunes), de la première ou de la dernière heure.

Bravo à vous toutes et tous pour votre détermination, votre endurance et votre courage.

Grâce à vous le peuple français a retrouvé sa fierté.

Nous sommes passés du statut de moutons à celui de citoyennes et de citoyens engagés.

Merci!

• Avec la force et la vaillance d’un peuple animé d’une saine colère, les GJ affrontent depuis deux mois la violence et le mépris du président et des riches: le monarque Macron, auto-proclamé Jupiter, Dieu de la terre du ciel et de tous les êtres vivants… Extinction générale garantie!

• Dans cette lutte de classes que les peuples craignent de perdre, les femmes ont toujours été perdantes. Nombreuses, dynamiques, infatigables et courageuses, malgré leurs lourdes tâches professionnelles, sociales et familiales, elles sont depuis le 17 novembre, dans toutes les assemblées, sur tous les ronds-points, manifestent dans la rue sous les gaz et les matraques. Sensibles et inventives, elles se rassemblent et créent des chaînes de solidarité pour venir en aide aux plus nécessiteux. Face à la misère grandissante, elles organisent des collectes et des distributions de vivres, couvertures et produits d’hygiène pour celles et ceux que le pouvoir laisse dépérir dans la rue.

Metz: le 20 janvier 2019

Metz, le 20 janvier: début de la manifestation

• 85% des parents isolés sont des femmes. Près de la moitié vit sous le seuil de pauvreté. Les femmes sont désignées comme assistées; elles sont surexploitées dans des jobs mal payés, accumulent les temps partiels,
les CDD, et travaillent même le dimanche à l’enrichissement des grands capitalistes.

• 90% des métiers sous-payés, d’aide à la personne sont occupés par des femmes. C’est sur leurs maigres épaules que reposent les soins aux malades, aux anciens, aux enfants… On attend d’elles qu’elles travaillent comme si elles n’avaient pas d’enfants, et qu’elles élèvent leurs enfants comme si elles n’avaient pas de travail!

• Macron et Hollande, et avant eux Sarko et Chirac, les marionnettes au service des plus riches du monde entier, ont trahi leur mission et ont infligé au peuple français des politiques d’austérité.

Ils ont réduit les dépenses publiques et ce sont les femmes qui en souffrent en premier.

• Pour faire ses cadeaux aux riches, qui ont payé pour le porter en haut de l’Olympe, le monarque Macron demande aux collectivités territoriales de réduire la dépense de 13 milliards. Et ce sont les centres médico-sociaux dont les femmes pouvaient bénéficier qui disparaissent.

• Leurs enfants étudient dans des classes bondées (la France est passée du 4e rang au 26e rang des classements internationaux). Les activités extrascolaires sont payantes; les frais de cantine augmentent; les factures eau-gaz-électricité sont taxées à plus de 60%, le réseau de transports publics hors de prix disparaît…

• Les plus riches siphonnent l’argent des services publics et les hôpitaux ferment, les médecins désertent nos provinces; les maisons de retraite se privatisent et se détériorent et c’est encore les femmes qui prennent en charge les anciens. Face aux puissants qui nous polluent et nous empoisonnent, elles doivent bosser, nettoyer, remplir la casserole, nourrir, soigner, éduquer, transporter, égayer… Elles se font toujours baiser.

• À travail égal, elles gagnent encore en France 25% de moins que les hommes, soit un minimum de 50’000 € de moins pour dix années de boulot… 200’000 en 40 ans! Leur travail ménager n’est toujours pas considéré, ni rémunéré. Les femmes sont les premières victimes du libéralisme, du sexisme. Qu’à cela ne tienne, les Amajaunes ont posé les serpillières pour exprimer leur colère! Les femmes GJ ont
lâché leurs casseroles pour prendre la parole. Et ce ne sont ni leurs coups, ni leurs insultes, ni leurs violences qui nous feront taire. La rue est à nous! 

L’avenir de nos enfants, et de notre planète, nous appartient.

Le capitalisme et le patriarcat ne s’effondreront pas tous seuls, aidons-les.
Femmes, hommes. 

Rassemblons-nous.

Multiplions-nous!

Et demandons l’impossible! 

Un Monde meilleur est possible.

Tout de suite, maintenant!


Tin Hinane, une Amajaune lorraine