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[COMUNICATO] La guerra di Salvini contro i migranti e le lotte della logistica si fa sempre più aggressiva

LA GUERRA DI SALVINI CONTRO I MIGRANTI E LE LOTTE NELLA LOGISTICA SI FA SEMPRE PIU’ AGGRESSIVA

PESANTISSIME CONDANNE PER PICCHETTI, CARICHE DELLA POLIZIA CONTRO LAVORATRICI E LAVORATORI IN LOTTA, ASSURDI E FASCISTI DIVIETI DI DIMORA CONTRO LAVORATORI, PROVOCAZIONI GIUDIZIARIE E AGGRESSIONI SQUADRISTICHE COMPLETANO IL QUADRO

Gli effetti del governo giallo-verde a guida Salvini cominciano a farsi sentire in modo estremamente pesante sia sul fronte delle azioni di smantellamento del sistema di accoglienza per richiedenti asilo, di criminalizzazione di chi scappa da guerre, fame e disperazione, procedendo speditamente in una linea cinica e disumana di respingimenti e di chiusura dei porti che stanno producendo nuove stragi, deportazioni e incarcerazioni nei lager libici.


Il decreto sicurezza ha dato il via ad un pesante cambiamento di rotta sia a livello di comportamento delle forze di polizia, sia sul piano della repressione di tipo giudiziario.

Solo per citare alcuni dei fatti più eclatanti di questi ultimi mesi vanno sottolineate le pesanti cariche della polizia contro i picchetti dei lavoratori e delle lavoratrici della Italpizza a Modena, sia dei lavoratori della Toncar di Muggiò (Monza), che sono stati attaccati con cariche, lanci di lacrimogeni e fermi.

Questo cambiamento di rotta si percepisce ormai ovunque in qualsiasi momento di iniziativa di lotta ed è funzionale alla necessità padronale di tarpare le ali ad un movimento di lotta dei facchini che ha disarticolato un sistema di sfruttamento fondato su caporalato, cambi di appalto, cooperative, infiltrazioni mafiose, grandi truffe ai danni di enti previdenziali e fisco e chi più ne ha più ne metta. 

Incredibile la misura cautelare messa in atto a Piacenza per lavoratori di TNT/Fedex, i quali hanno avuto il divieto di dimora dove vivono.

Siamo in presenza in questo caso ad un provvedimento di restrizione della libertà personale di una gravità inaudita.

E’ stato applicato con il sindaco di Riace ed in pochi altri casi e impedisce a chi lo subisce di abitare nella propria abitazione con la propria famiglia, costringendolo a trovarsi un altro domicilio fuori dal comune di residenza.

Ma l’offensiva repressiva sul piano giudiziario sta assumendo connotati mai visti prima: mentre sta continuando la provocazione processuale contro il compagno Aldo Milani, tutt’ora sotto processo a Modena con l’accusa infamante di estorsione, a Milano il Tribunale, nonostante la richiesta di assoluzione del PM ha condannato una quindicina di compagne e compagni a pene che variano dai 28 ai 20 mesi per avere partecipato ad un picchetto. 

Ma abbiamo assistito anche ad episodi gravissimi di aggressioni di tipo squadri stico/mafioso contro delegati che si sono esposti in prima linea contro il caporalato, come è successo a Belfiore vicino a Verona, dove un RSA che lavora presso il magazzino Maxi D di Belfiore è stato aspettato sotto casa da tre incappucciati che lo hanno colpito con bastoni e calci procurandogli una ferita con dieci punti alla testa e una lesione seria ad un testicolo, solo perché stava organizzando lo sganciamento di altri lavoratori dal controllo dei caporali indiani.

In un contesto di questo tipo, ci troviamo spesso anche a dover fare i conti con provocazioni che partono anche da altre sigle sindacali, le quali, anziché cercare di fare fronte comune contro la marea repressiva che si sta delineando, puntano a creare divisioni tra i lavoratori alimentando assurde logiche concorrenziali sfruttando spesso le derive opportunistiche di lavoratori che nulla hanno a che fare con la necessità di combattere i padroni e le politiche razziste del governo.

E’ necessario lottare uniti per contrastare l’offensiva padronale e governativa contro chi lotta.

S.I. Cobas – Adl Cobas