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[ITALIA] Lettera aperta alla città di Modena: il 9/2 corteo contro la repressione

LETTERA APERTA ALLA CITTÀ DI MODENA

La vertenza Italpizza è una vertenza che va oltre le semplici rivendicazioni sindacali, una vertenza che ha messo in luce con chiarezza le contraddizioni del sistema-Modena.

Non si tratta ormai di discutere quale contratto applicare, quante tasse sono state evase, se vengano rispettate o meno norme di sicurezza e turni di riposo.

La posta in gioco è un’altra: la possibilità per i lavoratori di aderire ad un sindacato, la libertà di scegliersi i propri rappresentanti. 

Italpizza rifiuta di riconoscere alcuni sindacati, in particolare il S.I. Cobas, rifiutando qualsiasi contatto, mentre favorisce altri sindacati, in particolare la Uil. 

Una situazione che si ripete troppo spesso nelle aziende modenesi, non solo per i sindacati di base, ma anche per i sindacati confederali, come fu il caso della FIOM alla Ferrari, o della CGIL alla Castelfrigo alcuni mesi fa. 

Ad Italpizza gli iscritti al S.I. Cobas sono stati sospesi dal lavoro, trasferiti in altre città, mandati a spalare la neve o ripulire i tetti dal guano, colpiti da sanzioni disciplinari per aver preso parte alle assemblee sindacali, segregati nel piazzale, mentre i propri delegati di fabbrica sono stati licenziati.

Le misure più umilianti e dure sono riservate alle donne, ritenute colpevoli di aver portato il sindacato dentro l’azienda. 

Per questo è nato lo sciopero a dicembre, per questo è ripreso a gennaio, per questo prosegue anche ora.

Per reclamare la libertà sindacale e far cessare ogni discriminazione.

La dignità ed il rispetto valgono molto di più di un aumento di stipendio.

Abbiamo visto in questi giorni una parte della città fare quadrato attorno ad Italpizza ed alle grandi cooperative: il sindaco Muzzarelli ha dichiarato “io sono con i lavoratori e contro i Cobas”.

Ma oltre cento lavoratori e lavoratrici di Italpizza hanno consapevolmente scelto quel sindacato, hanno eletto i loro delegati e preso ogni decisione collettivamente.

Oggi colpiscono il S.I. Cobas, domani colpiranno altri. 

Il sindacato lo scelgono i lavoratori, non il sindaco, né il prefetto, né tanto meno le aziende.

Questa parte della città – che evidentemente ha rimosso la storia del movimento operaio di questo paese – afferma che davanti ad Italpizza non è in corso uno sciopero, ma un’aggressione di gruppi violenti all’azienda ed alle forze dell’ordine.

Quello che abbiamo visto noi è invece una straordinaria dimostrazione di solidarietà e coraggio, donne e uomini di ogni nazionalità resistere con la non-violenza alle cariche della polizia.

Decine di video sono pubblicati on-line, basta guardarli per confermare quanto stiamo dicendo.

Dicono che non è questo il modo di risolvere le questioni sindacali: siamo d’accordo.

Bisognerebbe sedersi ad un tavolo, discutere, trovare soluzioni, ma per farlo le parti devono riconoscersi.

E le istituzioni devono favorire questo dialogo, non soffiare sul fuoco.

Dicono anche che la città non può essere ostaggio di estremisti: anche su questo siamo d’accordo.

Modena non merita di restare ancora a lungo ostaggio dell’arroganza dei soliti gruppi di potere, sordi ad ogni istanza pubblica, estremisti del profitto ad ogni costo.

Ogni giorno comitati di cittadini, associazioni, collettivi, movimenti e liste civiche lavorano per costruire un futuro migliore per tutti: dall’ambiente all’urbanistica, dalla salute alla lotta per la casa i modenesi – di nascita o di adozione – spingono per il cambiamento, spesso scontrandosi con un muro di ostilità e silenzio.

Facciamo quindi appello alle forze sane della città per una grande manifestazione cittadina, sabato 9 febbraio, in cui stringerci attorno alle lavoratrici ed ai lavoratori in sciopero, esattamente come nel 1950 Modena si strinse attorno agli operai delle Fonderie.

Una manifestazione aperta, improntata ai valori antifascisti ed antirazzisti.

Un momento in cui trovarsi, conoscersi e da cui ripartire tutti insieme per la difesa della dignità e del futuro.

Hanno aderito a titolo personale:

LanfrancoTurci, Salvatore Minniti, Simone Fana, Carolina Coriani, Daniela Stradi. Arturo Ghinelli, Paula Nolff, Marco Chincarini, Roberto Monaco, Katia Mondim, Roberto Barbieri, Enrico Monaco, Rossella Ruggeri, Beniamino Grandi, Elio Tavilla, Nildo Benuzzi, Marco Mongelli, Maddalena De Montis, Elisa Sabattini, Maria Laura Marescalchi, Claudio Tonelli, Alessandro Fili, Pierpaolo Ascari, Luca Negrogno, Ugo Cornia, Vincenzo Scalfari, Giovanni Iozzoli.

Aderiscono a titolo collettivo:

Potere al popolo Modena e provincia

Rifondazione Comunista – Segreteria provinciale

Comitato #mobastacemento

Per adesioni scrivere a: modena@sicobas.org