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[ITALIA] Repressione degli anarchici: solidarietà nella lotta

Repressione degli anarchici: solidarietà nella lotta


Sgomberando l’Asilo, la repressione di Stato ha sferrato un altro violento, spettacolare colpo non solo agli anarchici del torinese ma a tutti il movimento proletario che lotta nel Paese.

Come operai della logistica, lavoratori e lavoratrici che da anni lottano contro lo sfruttamento e l’oppressione del capitalismo dentro e fuori i magazzini e le fabbriche, esprimiamo la nostra solidarietà di classe ai compagni anarchici colpiti dalla repressione.

Da sempre, anche noi operai subiamo sulla nostra pelle l’attacco dei padroni e del loro Stato alle nostre condizioni e alla nostra organizzazione.

Perciò sabato 9 febbraio in migliaia abbiamo manifestato a Modena: per far sentire la nostra voce e rivendicare i nostri interessi, in una delle tante troppe città italiane dove il solito, piccolo ma potente gruppo di signorotti locali con servitù al seguito (industriali finanzieri e palazzinari, serviti da politicanti opportunisti, criminali di professione e intellettuali prezzolati) ha finora spadroneggiato impunemente sulla comunità, arricchendosi a più non posso sulle spalle del proletariato.

Un corteo con protagonisti i lavoratori e le lavoratrici insieme alle loro lotte, in cui insieme a rumorosamente abbiamo attraversato il centro di Modena protestando contro la repressione di Stato per rivendicare la nostra libertà: innanzitutto, la libertà di criticare lo status quo dominante e lottare per cambiare questa società in crisi, rompendo con il suo sistema di sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura.

Da anni, nei luoghi di lavoro dove ci siamo faticosamente organizzati e stiamo duramente battendoci per conquistarci salario diritti e dignità, riscontriamo un deciso aumento degli episodi di repressione e un grave inasprimento del loro carattere: ultimo in ordine di tempo, le cariche i lacrimogeni e le denunce contro le operaie e gli operai di Italpizza in sciopero, i quali per 11 giorni hanno picchettato i cancelli della fabbrica fino alla vittoria.

Il “cambiamento” dell’attuale governo “sovranista” e “del popolo” è a senso unico: a favore dei signorotti di cui sopra, quei capitalisti locali nazionali e internazionali i cui interessi privati (primo fra tutti: il profitto) devono secondo Lega e 5 Stelle (al pari dei governi passati, di destra e di sinistra) contare più degli interessi collettivi, a partire dall’interesse della classe lavoratrice a ​difendere e migliorare le proprie condizioni di lavoro e di vita.

Ecco perché il “decreto sicurezza” é stato velocemente approvato con consenso bipartisan e subito applicato solertemente da prefetture, questure e tribunali: al centro di questo dispositivo repressivo, in generale rivolto a schiacciare il dissenso e le lotte di tutto il proletariato organizzato, c’é soprattutto la criminalizzazione dello sciopero come doppia arma anti-operaia e anti-immigrati, oltre che l’attacco alle occupazioni  di case sfitte e spazi sociali abbandonati.

​Il plauso unanime dell’intero arco parlamentare allo sgombero dell’Asilo, alla repressione delle lotte operaie e alle misure securitarie contro ogni forma di dissenso sono la dimostrazione palese che lo Stato borghese, al di la delle contrapposizioni mediatico-elettorali, agisce in maniera compatta e spietata contro chiunque osi contrastare i suoi piani e mettere in discussione il dominio del capitale e del profitto, indipendentemente dal colore politico dei governi in carica, siano essi conservatori o “progressisti”, reazionari o “democratici”.

Alla repressione, noi rispondiamo con la solidarietà nella lotta: organizzando insieme lo sciopero nazionale dell’8 marzo e le manifestazioni internazionaliste del 1 maggio per muoversi unitariamente creando un fronte anti-capitalista capace di far cadere dalla piazza questo governo, passo passo preparandosi a un grande sciopero generale in cui le tante spinte di lotta e lo scontento crescente possano confluire!

Lavoratori e lavoratrici S.I. COBAS