Verbale dell’assemblea del 24/02/2019 da parte del gruppo di compagne e compagni del Si Cobas
Domenica 24 febbraio c’è stato un primo momento d’incontro pubblico voluto e deciso da parte di compagne e compagni del Si Cobas per incontrarsi e confrontarsi sia con le lavoratrici della logistica sia con le realtà esterne che hanno accolto il nostro invito.
Le motivazioni che ci hanno spinto in tal senso sono state il bisogno di incominciare un ragionamento sulla questione di genere tra noi e con donne e lavoratrici provenienti da altre realtà ed altre esperienze.
Il dibattito è stato aperto e franco, dove non si sono nascoste le differenze, ma sono state vissute come possibilità di arricchimento per tutte e tutti, dopo una breve nota introduttiva della compagna del Si Cobas di Genova si sono aperti gli interventi.
E’ intervenuta Emilia, rappresentante delle maestre in lotta, che dopo un breve racconto delle dure lotte delle maestre, ha spiegato come questo governo sta continuando a peggiorare le nostre vite, non solo per le maestre, ma per tutti, infatti, il prossimo progetto di legge di regionalizzazione delle scuole, produrrà una netta divisione tra Nord e Sud, ma anche all’interno della Regione si accentuerà la differenza tra scuole ricche e povere, dove il futuro della scuola pubblica sarà la ghettizzazione, hanno proposto di unirci insieme per dare vita ad un primo momento di protesta sotto il palazzo della Regione.
Giovanna del MFPR ha spiegato come sia importante prendere coscienza delle condizioni di oppressione delle donne e come sia necessario una rivoluzione sociale al di sotto di questo non c’è speranza e possibilità di conquistare in modo definitivo i nostri diritti, oggi questo governo fascio-leghista, razzista, sessista ci sta portando sempre più indietro.
Quindi, questo 8 marzo, ma precisamente lo sciopero delle donne, è un momento importante perché unisce la lotta di classe con quella di genere, dove le donne devono essere in prima linea perché la vita cambi, quindi è importante individuare dei luoghi istituzionali simbolo dell’oppressione, la Regione Lombardia, è un simbolo importante, visto il suo protagonismo nelle politiche razziste, vedi le politiche per la famiglia, la regionalizzazione della sanità, oggi è urgente e necessario manifestare anche contro questo governo che vuole ricacciarci indietro in un moderno medioevo (vedi decreto Pillon) che ci distrugge la vita.
Dobbiamo avere il coraggio di usare bene le parole perché ciò ci porta ad avere consapevolezza e sicurezza per un cambiamento radicale della società.
In conclusione Il MFPR accoglie la proposta delle maestre per un iniziativa sotto il palazzo della regione.
Beatrice delegata Si Cobas ci ha raccontato delle condizioni estreme di lavoro, con orari pesanti, senza mai avere la possibilità di scegliere nulla, dire sempre di sì ed essere anche sempre sorridenti e simpatiche, per le donne tutto ciò è terribile perché costringe a dei ritmi serrati anche in famiglia, dove non rimane abbastanza forza e tempo per occuparsi come si deve dei figli.
Ha spiegato bene e in modo dettagliato come si organizzano le cooperative che sfruttano in modo spinto e indegno e malavitoso.
Sono intervenute per rivoluzione comunista, le compagne Pinuccia e Lia, ci hanno spiegato che come organizzazione appoggiano lo sciopero del 8 marzo come momento di reazione, non semplicemente come attacco alla dignità femminile e alle condizioni di lavoro, ma al clima schifoso che ogni singolo rappresentate delle istituzioni e del governo dimostra quotidianamente nei confronti delle donne, quindi effettivamente noi donne dobbiamo essere in piazza, ben visibili per denunciare questa politica antifemminile e antiproletaria, la loro proposta per questo 8 marzo è che deve avere come caratteristica una linea di classe, e una piattaforma comune che dobbiamo portare fuori, partendo dalle condizioni di lavoro, ma deve essere soprattutto politica, di classe e che attacchi questo governo a 360 gradi, e questa data deve essere un trampolino, un inizio per una mobilitazione sistematica.
Lia ha spiegato meglio come sia necessario saper individuare i diversi modi in cui si materializza l’oppressione (sesso, lavoro domestico, violenza, ecc.) e dobbiamo
riappropriarci della nostra socialità e come la lotta delle donne è più ampia e non si può fermare solo a livello sindacale, sono anni che vediamo come quello che è stato conquistato, puntualmente, dopo un po’, ci viene tolto.
Dobbiamo ribaltare totalmente questo sistema e creare un’organizzazione di donne che sia sempre presente e solidale.
Paola ha sottolineato un paio di questioni:
L’8 marzo è stata proclamata giornata internazionale della donna lavoratrice dal secondo congresso delle donne comuniste all’inizio del secolo, perché della donna lavoratrice?
Non bastava indicare la giornata dei lavoratori?
Il perché sta nel fatto che le nostre nonne hanno voluto indicare che le donne subiscono e vivono delle condizioni particolari, specifiche e le vivono nella società, nella famiglia e nel mondo del lavoro a livello internazionale, infatti a livello internazionale le donne sono più povere, meno istruite, godono di meno salute, muoiono di aborto, di parto, questa condizione non è contingente, ma strutturale e per poterla cambiare bisogna immaginare un movimento generale che possa stravolgere, capovolgere, rivoluzionare questo sistema sociale che è basato su questa contraddizione strutturale.
La lotta è, al tempo stesso, un opportunità e una scuola, la lotta può approfondire la comprensione della nostra oppressione, le sue cause, chi ne beneficia, e cosa fare per superarla.
In conclusione propone di essere unitarie rispetto al resto del movimento per segnalare che all’interno del movimento ci sono varie linee d’interpretazioni, essere inclusive per richiamare molte molte più donne.
A seguire gli interventi sia del Coordinatore di Modena, con il racconto della lotta dell’Italpizza, e come effettivamente quando le donne lottano in prima persona le cose cambiano più profondamente.
Ringraziamo anche le altre realtà presenti che hanno arricchito il confronto ed evidenziato il filo comune della lotta di classe, la giornata si è conclusa con un aggiornamento per prendere la decisione finale di un appuntamento reale e condiviso, al momento non è stato possibile perché mancava, per noi, il passaggio al coordinamento provinciale per decidere con tutti i delegati e delegate delle cooperative.
Il coordinamento si è tenuto domenica 3 marzo e la decisione presa è stata quella di essere presenti presso la Toncar di Muggiò, dove proprio in questi giorni si sta consumando una protesta feroce, con tanta polizia e con l’allontanamento e foglio di via di un nostro delegato immigrato, per loro e per noi si è pensato di ampliare la protesta di rivendicazione anche ai temi di genere e di rendere visibili i due problemi cruciali di questo governo: sicurezza (attraverso politiche razziste, si parla di espellere dal nostro paese il delegato fermato, chiedere il perché si perde il posto di lavoro diventa reato) e le questioni di genere (ci sono donne, alcune sole, con bambini, che si trovano in una condizione disperata.
Per realizzare tutto ciò ci sarà una manifestazione con concentramento a Muggiò (MB) in Via Sondrio, 3.
Da lì partirà un corteo fino alla prefettura di Monza, mentre una delegazione di compagne del Si Cobas parteciperà e sarà presente sulla piazza di Milano, sia con le lavoratrici della scuola nell’iniziativa presso il palazzo della Regione e poi successivamente in Piazza Oberdan, per incontrare e parlare con le lavoratrici che sciopereranno sia delle Poste, Sanità, Regione.
Le compagne ed i compagni del S.I. Cobas