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[ITALPIZZA] I lavoratori continuano lo sciopero: terzo giorno dai cancelli, tra cariche e lacrimogeni

Italpizza: terzo giorno di sciopero.

Da questa mattina continua il picchetto davanti ai cancelli del colosso alimentare dai cancelli della fabbrica nel modenese.

Ripetute cariche e lancio di lacrimogeni sui lavoratori, che come durante i due scioperi precedenti si trovano a fronteggiare un imponente e aggressivo schieramento di forze dell’ordine, a difesa della proprietà e del profitto del padrone (nonostante le sue numerose, ripetute e acclarate – da Ispettorato, Ministero del Lavoro, ecc. – violazioni delle leggi):

https://www.facebook.com/SenzaQuartier3/videos/1234968856680490/

Riportiamo di seguito il comunicato dei coordinamenti S.I. Cobas di Modena e Bologna:

“Modena 5/03/2019

Riprende lo sciopero a Italpizza: nuova ondata di provvedimenti disciplinari verso le operaie, disatteso l’accordo siglato in prefettura.

Ieri le lavoratrici e i lavoratori delle due cooperative Evologica e Cofamo in appalto in Italpizza, si sono riuniti in un’assemblea sindacale ben presto trasformatasi in sciopero.

Uno sciopero spinto dalla nuova ondata di provvedimenti disciplinari giunti alle lavoratrici per aver partecipato ad un’assemblea sindacale e dall’ennesimo rifiuto da parte di tutte le aziende coinvolte di confrontarsi con le lavoratrici e i lavoratori del S.I. Cobas, nonostante l’impegno assunto in prefettura l’11 Dicembre 2018 che prevedeva:

1. Il reintegro dei lavoratori licenziati, allontanati, trasferiti; 
2. Verifica delle posizioni 
contrattuali (regolarità contributiva e retributiva) con i lavoratori e il proprio 
sindacato. 
3. Verifica della corretta applicazione dei riposi compensativi e dei turni.

Che a Italpizza vi fosse la convinzione di porsi al di sopra delle istituzioni lo avevamo capito all’indomani della sigla di quell’accordo, nel mentre le lavoratrici reintegrate venivano umiliate e allontanate dai colleghi , demansionate, tolte dalla produzione delle pizze e mandate a pulire i tetti a 20 mt d’altezza o a pulire le vetrate esterne e a spalare la neve nel piazzale senza nemmeno avere in dotazione delle semplici giacche per ripararsi dal gelo.

Una situazione intollerabile a cui si era aggiunto il icenziamento delle due Rsa che avevano osato appendere un volantino che parlava di “sicurezza sui luoghi di lavoro” in sala mensa.

Per questo in Gennaio erano ripresi gli scioperi, per la dignità e la determinazione di queste operaie e operai di fronte a dei soprusi intollerabili.

Solo allora ad Italpizza c’era stata una resa, realizzatasi con il ricollocamento delle operaie nelle loro mansioni e con il reintegro delle due Rsa.

Ma ad Italpizza evidentemente non si poteva tollerare un simile esempio per gli altri operai e nel mentre venivano disattesi gli altri due punti del verbale che prevedevano la verifica delle posizioni contrattuali, dei turni e dei riposi, con la complicità del sindacato di comodo Uil veniva preparato e siglato nel mese di Febbraio un accordo che legittimava l’applicazione del ccnl delle pulizie del multiservizi per degli operai che “le pizze non le lavano ma le preparano, le cuociono e le farciscono”.

Un accordo che oltre a permettere un ulteriore abbattimento del costo del lavoro rendeva ancora più selvaggio, deregolamentato e flessibile il sistema di organizzazione dei turni lasciato al libero arbitrio dei capireparto.

Un accordo bocciato in pieno dai lavoratori in un referendum che la Uil e la cooperativa Evologica avevano creduto ingenuamente di poter controllare.

Una volontà operaia espressasi in maniera inequivocabile nonostante i pesanti tentativi di controllo e condizionamento del voto che ha legittimato le ragioni di questa lotta: l’applicazione del giusto contratto, un’organizzazione dei turni di lavoro non determinata esclusivamente da ragioni di flessibilità e lasciata al libero arbitrio dei capiturno.

Una volontà operaia che non può rimanere ancora una volta inascoltata e da cui ha l’obbligo di partire un sindacato che intenda davvero tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

COORDINAMENTO S.I. COBAS MODENA E BOLOGNA