La nuova legge Salvini sta trasformando pesantemente le condizioni dello sfruttamento nei magazzini della logistica.
Esclusi dall’attenzione mediatica riservata alla questione umanitaria, magazzini e fabbriche sono il luogo in cui negli ultimi dieci anni le lavoratrici e i lavoratori in gran parte migranti del S.I. Cobas hanno lottato e scioperato ottenendo importanti conquiste in termini di salario e condizioni lavorative.
Con gli scioperi e i blocchi il S.I. Cobas ha spostato i rapporti di forza dentro i magazzini, ha spezzato il comando fino ad allora incontrastato di multinazionali, cooperative e agenzie interinali e ha rifiutato le divisioni del razzismo.
Questo rifiuto è stato evidente l’8 marzo quando le operaie migranti S.I. Cobas in sciopero contro Italpizza e Yoox hanno partecipato con la loro lotta allo sciopero globale delle donne mostrando la loro forza e il loro rifiuto dello sfruttamento e della violenza razzista e maschilista.
Rendendo punibile penalmente il blocco stradale, la legge Salvini è una legge contro lo sciopero, perché militarizza le vertenze, rendendo sempre più massiccia e violenta l’azione delle forze di polizia.
Fogli di via, rimpatri e minacce di revoca del permesso di soggiorno sono gli strumenti che questure e padroni sono ora liberi di usare contro operaie e operai.
Negando i permessi umanitari, la legge Salvini sta producendo inoltre una forza-lavoro migrante ancora più ricattabile e a basso costo, soddisfacendo così le richieste delle aziende spaventate dal calare dei loro profitti a causa del miglioramento delle condizioni operaie ottenuto grazie alle lotte.
Una forza lavoro rappresentata da richiedenti asilo, sempre più presente dentro i magazzini della logistica e che, ultimamente, viene impiegata anche contro gli scioperi, come mostra il caso della vertenza contro la DHL in questi giorni.
Questa forza lavoro spesso isolata, frequentemente spostata da un magazzino all’altro, con contratti di brevissimo periodo, e per questo difficile da sindacalizzare, è messa nelle condizioni di accettare qualsiasi condizione di lavoro.
Come abbiamo discusso insieme, operai e operaie migranti e richiedenti asilo, nell’ultima assemblea del Coordinamento Migranti a cui abbiamo partecipato domenica 24 Marzo, è necessario creare una comunicazione in grado di spezzare le divisioni che questo governo in accordo con i padroni sta producendo.
Una comunicazione e un potenziamento delle lotte che ci permettano di aumentare la nostra forza per dire no ai padroni e no a uno stato che ci vuole solo forza-lavoro a basso costo, ricattabile e usa e getta.
Per questa ragione sosteniamo la manifestazione lanciata dal Coordinamento Migranti Bologna “Contro il razzismo del governo, contro lo sfruttamento” del prossimo 6 aprile.
In quello stesso giorno noi saremo in piazza a Modena in difesa dello sciopero e delle lotte del S.I. Cobas, che lo Stato vuole colpire con il processo contro il nostro coordinatore nazionale Aldo Milani.
Ma saremo anche affianco alle e ai migranti che scenderanno in piazza a Bologna.
Il legame tra queste piazze mostra l’importanza di tenere unite le lotte e creare sempre più momenti di comunicazione per rompere l’isolamento e rifiutare i ricatti.
Il 6 aprile a Bologna e a Modena saremo in piazza contro lo sfruttamento, contro l’attacco al S.I. Cobas e allo sciopero e contro il razzismo.
S.I. COBAS Coordinamento nazionale