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[MODENA] 25 aprile, la resistenza continua: corteo per la liberazione da sfruttamento razzismo e patriarcato, contro i lager “Crp”

Ieri, per la giornata di anniversario della liberazione dall’occupazione nazi-fascista conquistata il 25 aprile 1945, tanti lavoratori (soprattutto operai della logistica) studenti disoccupati precari e pensionati hanno manifestato a Modena con un corteo contro lo sfruttamento, il razzismo e il patriarcato che ancora opprimono le nostre vite.

Con questo corteo di lotta si é anche contestata la realizzazione di un Crp (letteralmente: centri di permanenza per il rimpatrio) nel modenese, ennesimo lager di Stato dove il governo Lega – 5Stelle (in continuità con i precedenti governi “tecnici” o di centro-sinistra o centro-destra) intende – anche su questo territorio a forte presenza immigrata – richiudere centinaia di proletari immigrati per il profitto del padronato italiano, dei signori delle guerre e delle borghesie del sud del mondo già corrotte dell’imperialismo.

Qui sotto, uno degli interventi conclusivi del coordinatore del S.I. COBAS Modena; più in basso, una descrizione della giornata di lotta di ieri a Modena:

Un 25 aprile a Modena

Quest’anno Modena per il 25 aprile era piena di cortei.

C’erano gli anarchici al pomeriggio, collettivi autonomi e sindacalismo di base la mattina e le istituzioni tutte inghingherate a sfilare per le vie del centro.

Se dovessimo riassumere in due frasi il 25 aprile di quest’anno cominceremmo in questo modo. Tuttavia le cose sono un attimino più complicate di così.

Nell’anno in cui il giorno della Liberazione si trasforma in un «derby tra rossi e neri» (parole di Salvini) e in cui, una delle date fondative dell’ordinamento costituzionale è ridotta a semplice contesa, quando non direttamente osteggiata, le cosa sono leggermente più “complesse”.

Tre cortei in città.

Uno di prima mattina che, lontano dalle celebrazioni ufficiali, attraversa il quartiere Crocetta.

È quello organizzato dai ragazzi del collettivo Guernica, partecipato da solidali e dalle lavoratrici e dai lavoratori del sindacato S.I.Cobas.

Numeri bassi (una sessantina di persone) ma tanti contenuti e estremamente variegati.

La partenza è lanciata alle 10.00 davanti al ceppo in ricordo dei caduti dell’eccidio delle Fonderie, giusto in concomitanza col corteo della Banda Popolare dell’Emilia Rossa  (foto sotto) organizzato in centro, a pochi passi dalle celebrazioni ufficiali.

Il corteo passa in mezzo alle case popolari, in un quartiere tanto chiacchierato dalla politica quanto poco frequentato negli ultimi anni.

Tanti abitanti si affacciano ai balconi e scatta pure qualche timido applauso.

Giovani, lavoratori migranti e italiani, è una composizione piuttosto eterogenea quella che sfila lungo la Nonantolana.

La Crocetta, quartiere popolare a due passi dal centro, un po’ periferia un po’ zona da “riqualificare” nel grande ciclo di rigenerazione/spoliazione urbana.

Quando partono gli interventi, solo un paio di tappe a dir la verità, e si parla di problemi vivi, reali e quotidiani come il lavoro, l’affitto, lo sfratto le orecchie sono attente e non quelle distratte e anche un po’ infastidite del solito corteo tra le vetrine del centro cittadino. 

Nonostante un dispositivo di polizia di prim’ordine (tutti i cassonetti e i cestini della spazzatura erano sigillati con il cellophane, va a capire il perché), il corteo viene visto, osservato e ascoltato dagli abitanti.

Alla Crocetta i bar sono vivi anche il 25 aprile, le facce di chi li anima sono le stesse di quelli che sfilano lungo via Nonantolana, facce di lavoratori, gente che spera, problemi, vita quotidiana; da una parte volantini e un rapido scambio di battute, dall’altra i simboli del securitarismo “democratico” contemporaneo che ricorda tanto altri tempi, precedenti rispetto al giorno della Liberazione.

All’altezza del famigerato complesso dell’R-Nord un accorato intervento ricorda il sacrificio e l’esempio di Lorenzo Orsetti (Orso) caduto in Siria combattendo l’Isis.

«Ogni tempesta comincia con una singola goccia. Cercate di essere voi quella goccia.»

Di lì a poco, interverrà anche un lavoratore dello Sri Lanka a ricordare l’attentato che ha appena colpito il suo paese e che, nella domenica di Pasqua, ha fatto più di 200 morti.

Condizioni di sfruttamento sul lavoro qua e terrore laggiù.

Stesso bisogno di Liberazione.

Il corteo termina davanti alla Stazione, uscita Porta Nord, un luogo appena “rigenerato” e “ristrutturato” dall’efficientissima classe politica cittadina.

Qua, proprio davanti a tutta l’ipocrisia del nuovo monumento alle migrazioni voluto ed eretto dall’amministrazione Pd, uno striscione della campagna “Mai Più Lager” ricorda l’imminente apertura del Cpr giusto a poche centinaia di metri da quell’opera.

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Tutto questo accade la mattina perché, nel pomeriggio, con ritrovo alle 15.00 in piazza Pomposa, c’è il temuto e famigerato corteo  anarchico contro il Cpr e il razzismo di Stato lanciato dal laboratorio libertario Ligera.

Corteo autorizzato che sfila lungo la via Emilia per poi svoltare su viale Caduti in Guerra, salire sul cavalcavia in direzione viale Gramsci e terminare il corteo al parco XXII aprile.

Trecento, trecentocinquanta i partecipanti alla chiamata nazionale e un dispositivo di sicurezza d’eccezione.

Al passaggio del corteo i muri di Modena si caricano di significati con scritte contro Salvini e contro i Cpr.

Viene sanzionata una vetrina della Benetton con della vernice gialla e attaccati manifesti contro il razzismo istituzionale.

Interventi al megafono e azioni dimostrative/comunicative si susseguono. Striscioni contro la Bper (che dovrebbe detenere, attraversa la finanziaria Alba Leasing la struttura che ospiterà il nuo Cpr di Modena) e scritte sulle vetrine. Esattamente quel genere d’azioni che farà subito gridare, per bocca della Gazzetta, alla “devastazione”.

Stesso termine poi ripreso subito dal social-Ministro Salvini che sa bene come comunicare e come piegare la cronaca locale a suo favore.

Da lontano, da molto lontano, da Vittorio Veneto, in mattinata il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (lo stesso che con la penna aveva firmato gli ultimi due decreti sicurezza Minniti e Salvini) aveva pronunciato queste parole per le celebrazioni del 25 aprile: «La Storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva.»

Ecco modenesi perbene, prima di dare aria alla bocca o sui social nel commentare questa giornata, respirate e rifletteteci un attimo.

Un attimo ancora.

Modena Senzza Quartiere

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