lL 1° MAGGIO IN PIAZZA PER RIMETTERE AL CENTRO IL CONFLITTO.
Un passaggio di testimone tra 25 aprile e 1° maggio
Per una giornata di lotta internazionalista, anticapitalista, antifascista e antisessista, per una nuova società di liberi e di eguali senza più classi, senza più padroni ne sfruttamento.
I compagni e le compagne del Csa Vittoria aderiscono e parteciperanno al corteo indetto dal Sicobas per una giornata di lotta internazionalista e anticapitalista e saranno in piazza insieme a migliaia di lavoratori immigrati e non, protagonisti dei momenti più avanzati e radicali di scontro politico/ sindacale di questi ultimi anni, per rimettere al centro dell’agenda politica nazionale la proposta di un’indispensabile ricomposizione delle lotte a partire dalla centralità del conflitto di classe.
Una proposta di unità dal basso, delle mille forme in cui si manifestano le incompatibilità con il modo di produzione capitalistico, che si faccia carico e rilanci ogni forma di iniziativa su un terreno anticapitalista, ogni vertenzialità sociale e sindacale, ogni forma di contrapposizione politica e resistenza allo scempio delle risorse del pianeta in una prospettiva di trasformazione radicale e antagonistica della società capitalista.
In un momento di particolare attacco a diritti e garanzie con una repressione sempre più diffusa e mirata a eliminare l’ opposizione di classe e i soggetti politici e sindacali più esposti trasformando in legge dello stato razzismo e discriminazione, incrementando le pene per la resistenza operaia davanti ai cancelli e per la difesa del diritto all’abitare.
Parteciperemo e invitiamo a partecipare in massa al corteo del primo maggio contro i nuovi cani da guardia del profitto capitalista, lega-5stelle che, con l’aura di una insulsa, keynesiana e interclassista redistribuzione di reddito per incentivare i consumi (un’elemosina per irrobustire gli anelli della catena che ci lega al profitto), continuano invece a precarizzare le vite e a calpestare diritti.
In continuità con i governi precedenti, senza intaccare sostanzialmente i meccanismi legislativi che in tema di lavoro e di condizioni di vita hanno scandito e peggiorato la vita di milioni di lavoratori e lavoratrici, proletari e proletarie.
… E pensare che qualcuno brindava su un balcone annunciando di “aver abolito la povertà”!
Il contesto è invece quello di una sempre più esplicita fascistizzazione e tendenza al superamento della formale democrazia parlamentare borghese all’interno della quale sta già avvenendo lo scempio di ogni forma residuale di coscienza della stessa costituzione borghese, prodotto già compromesso del tradimento dell’eroica lotta di resistenza partigiana.
Gli strappi che giorno dopo giorno avvengono, dalla ormai “banale” e oggetivizzata violenza contro gli immigrati, dalle politiche e i concreti atti repressivi, (già da tempo paventiamo una guerra a bassa intensità”) , contro i lavoratori che non si piegano ai ricatti nel silenzio più assoluto della cosidetta opinione pubblica “democratica”, dalla violenza quotidiana contro le donne, dai decreti “sicuritari” pacchetto sicurezza, legittima difesa, costruiscono un pacchetto ideologico/culturale che è un investimento per il futuro, al di la delle conseguenze già gravissime degli stessi, e ci indicano come tendenzialmente (realizzato?) realizzabile un “regime democratico” su base autoritaria sempre più consono alla necessità del capitale di imporre il proprio comando per sopravvivere alla crisi strutturale che ne sta minando le stesse radici.
Quando diventa normalità il ricatto del lavoro in cambio di diritti e si baratta la propria libertà per un falso, ipocrita e strumentale concetto “sicurezza” coniugato invece in autoritarismo, xenofobia e razzismo, discriminazione su base etnica, religiosa o di identità sessuale si manifesta oggettivamente una tendenza al corporativismo e al “dio patria e famiglia” cosi caro infatti alle organizzazioni (bande) neofasciste che hanno incrementato esponenzialmente le loro aggressioni e provocazioni in un clima di sostanziale impunità se non di concreto via libera da parte governativa.
Per questa riflessione crediamo quindi importante portare la parte migliore del 25 aprile, e cioè la memoria storica dellemotivazioni della lotta partigiana al di fuori di ogni paludata istituzionalizzazione, nella giornata del primo maggio.
Crediamo inoltre che essere realmente antifascisti e anticapitalisti, voglia dire oggi essere concretamente nelle lotte che ogni giorno tracciano il confine tra chi sta con i padroni e i suoi i apparati repressivi in divisa o meno e chi invece si getta in prima persona nel conflitto per ribaltare l’ordine che sembra immutabile del dominio di classe.
Con la sollecitazione ad uno sforzo indispensabile per una sempre maggiore organizzazione e concretezza alle nostre analisi, maggiore attenzione, studio e analisi delle ristrutturazioni antiproletarie del capitalismo per sopravvivere alla sua crisi ormai non più congiunturale.
Per questo saremo in piazza il primo maggio, fianco a fianco con chi ogni giorno lotta contro l’ arroganza dei padroni, il fascismo, il razzismo diffuso del governo che li spalleggia e garantisce i loro profitti.
Un primo maggio della solidarietà internazionalista a fianco di ogni proletario nel mondo che si ribelli alle catene del capitalismo, un primo maggio che rimetta al centro il conflitto di classe nelle sue mille forme di resistenza, di iniziativa e prospettiva di classe che si ponga l’obiettivo della distruzione e del superamento della società capitalista.
Per una società di liberi e di uguali senza più classi, padroni e sfruttamento.
Contro ogni fascismo, razzismo sessismo e omofobia.
I compagni e le compagne del Csa Vittoria aderiscono e invitano a partecipare al corteo del 1° maggio indetto dal Si.Cobas con concentramento in P.ta Ticinese alle ore 14,00 dietro lo striscione:
IL CAPITALISMO NON SI RIFORMA SI ABBATTE
Csa Vittoria