L’ONDA DI RISCATTO DEI LAVORATORI FA TAPPA A FERMO
In più di 500 sabato abbiamo invaso le vie del piccolo centro marchigiano.
Una bellissima giornata di lotta, iniziata già in mattinata con un presidio dei lavoratori di Ambruosi& Viscardi sotto la prefettura, e in cui il SI Cobas ha dimostrato ancora una volta che le grandi battaglie da noi portate avanti non hanno steccati né confini cittadini, provinciali e regionali, bensì sono parte di un tutto: cioè nient’altro che la declinazione a livello aziendale e/o territoriale di una soggettività che oggi è nazionale, domani dovrà necessariamente, e deve già porsi, in una dimensione internazionale e internazionalista; per il semplice motivo che il campo d’azione del nostro nemico di classe è nazionale e internazionale, mai solo locale.
Oggi eravamo a fianco dei nostri fratelli di classe di Ambruosi&Viscardi di Porto Sant’Elpidio con delegazioni da tutta Italia: da Milano a Napoli, da Bologna a Torino, da Genova a Piacenza, da Bologna a Roma.
Ció all’indomani di un accordo che ha garantito ai lavoratori non solo la difesa del posto di lavoro, ma persino un enorme avanzamento in termini di condizioni salariali e tutele legali, e su cui entreremo nel merito a breve con un comunicato ad hoc.
Potevamo dunque restarcene ciascuno a casa nostra, celebrando online e a suon di comunicati il risultato sindacale ottenuto.
Abbiamo invece scelto di essere in piazza lo stesso per tanti motivi: non solo perché siamo radicalmente alternativi sia al sindacalismo venduto e capitolato dei confederali sia al minimalismo rinunciatario del 90% del sindacalismo “di base”, ma perché una battaglia vinta può e deve essere d’esempio per quelle migliaia di lavoratori che ancora sono costretti a sottostare quotidianamente al giogo e ai ricatti dei padroni; non solo perché la lotta in Ambruosi&Viscardi apre una falla importante nello strapotere dei padroni e dei sindacati confederali in una regione come le Marche e in un settore come quello agricolo che finora sono stati solo sfiorati dalle lotte del SI Cobas, ma anche perché questa lotta ha prodotto un’inedita e preziosa alleanza con numerose forze sociali e politiche locali che, in controtendenza rispetto a quadro nazionale quanto mai asfittico, hanno avuto il coraggio di schierarsi senza mezzi termini contro i padroni e a fianco dei lavoratori in sciopero.
Il sostegno anche ieri della Casa del Popolo di Fermo, così come la partecipazione al corteo dei centri sociali delle Marche e della parte sana della sinistra politica e sindacale locale, sono per noi un dato importante da valorizzare.
E ancora una volta è lo sciopero stesso a fungere da discriminante e a configurarsi come principale trait d’union del nostro agire sindacale e politico.
In un’epoca che vede nel nostro paese (e al contrario di quanto sta accadendo proprio in questi giorni in Francia) il principale strumento di contrattazione nelle mani dei lavoratori non solo svilito, dileggiato e criminalizzato dai sindacati ufficiali ma anche brutalmente represso dallo stato con la complicità attiva dell’intero arco parlamentare, assumere lo sciopero come metodo prevalente nell’azione sindacale è già di per sé stesso un atto politico.
Da Fermo usciamo tutti più forti anche in vista delle battaglie dei prossimi mesi per il rinnovo dei CCNL di categoria e in risposta all’ondata repressiva contro le lotte e contro la libertà di iniziativa sindacale.
Solo la lotta paga.
Avanti SI Cobas!
S.I. Cobas