IN INPS DOBBIAMO INDIGNARCI E MOBILITARCI!
Apprendiamo da un articolo apparso su LA STAMPA dell’11 gennaio 2020 che è in atto una “rivolta” da parte di alcuni dirigenti di prima fascia nei confronti di Tridico per la recente riorganizzazione incentrata sulle nomine dei direttori centrali e regionali dell’Istituto.
Nell’articolo si legge che LA STAMPA è venuta in possesso di una lettera di diffida legale in cui si prefigurano cause all’INPS e alla Corte dei Conti.
Tale documento è stato inviato al Presidente Pasquale Tridico, al direttore generale Gabriella Di Michele, al magistrato della Corte dei Conti delegato al controllo nonché alla Commissione bicamerale di controllo degli enti di previdenza.
Si legge poi nell’articolo: “La diffida ipotizza “vari profili di illegalità”, spoils system per compiacere i 5S e aggravi di spese nella riorganizzazione INPS.
In 6 firmano il documento, in 10 su 40 pronti al ricorso.”
Non ci interessa commentare la vicenda illustrata dall’articolo o peggio parteggiare per una delle due fazioni (lo lasciamo fare semmai ai sindacati di regime).
Non ci meraviglia affatto, anche se non smette di farci indignare, l’ipotesi che l’INPS, considerata anche la gestione di parecchio danaro pubblico, sia oggetto di lottizzazione da parte della classe politica, come del resto da parte dei sindacati di regime che ricevono cospicui contributi attraverso i patronati.
E’ dal 2009 che il Presidente di turno (da Mastrapasqua a Boeri per arrivare a Tridico) di fatto impone la propria riorganizzazione dell’INPS, dando priorità a quanto pare alle richieste della parte politica a cui fa riferimento, ed ogni riorganizzazione imposta (anche con il consenso dei sindacati di regime) non fa che peggiorare e rendere più caotica e farraginosa l’organizzazione del lavoro.
A farne le spese sono stati, come sempre, le lavoratrici ed i lavoratori che ogni giorno nelle sedi territoriali devono garantire i servizi ad un’utenza sempre più legittimamente esigente ed agguerrita (e, spesso, anche aggressiva) con uno stipendio medio annuo decisamente molto distante da quello dei dirigenti.
Sul sito dell’INPS nella sezione Amministrazione trasparente possiamo leggere gli importi delle retribuzioni dei dirigenti di prima e seconda fascia dal 2012 al 2018.
Nel 2018 quasi tutti i dirigenti di prima fascia hanno percepito uno stipendio annuo di 240.000 euro.
Negli ultimi anni abbiamo assistito in INPS ad un progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro a causa dell’aumento dei carichi di lavoro a fronte di tagli ai diritti e al salario (la cui parte variabile diventa sempre più incerta).
Abbiamo assistito anche a pesanti provvedimenti disciplinari che hanno colpito alcuni lavoratori per errori compiuti in buona fede il cui esempio più scandaloso è quello di Mauro, un lavoratore di Roma Monteverde licenziato per presunte irregolarità su pratiche che erano state regolarmente controllate, firmate e validate da responsabili e dirigenti.
Nessuna soluzione poi è stata trovata al problema del mansionismo!
Per noi del S.I. COBAS è necessario prevedere nel prossimo contratto integrativo un’indennità che vada a colmare la differenza tra lo stipendio delle/i lavoratrici/tori delle categorie A e B e quello delle/i lavoratrici/tori inquadrate/i in C1.
Non viene applicata pienamente la normativa vigente in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, né garantita una rilevazione attendibile del rischio da stress lavoro-correlato come previsto dalla normativa vigente!
Di fronte a tutto questo appare alquanto inopportuno il continuo richiamo da parte del Presidente Tridico ai valori dell’INPS o al senso di appartenenza!
Se si vuole recuperare il senso di appartenenza si inizi, ad esempio, a fare chiarezza in merito alla vicenda del licenziamento di Mauro che costituisce un precedente pericoloso per tutte/i le lavoratrici ed i lavoratori dell’INPS.
TUTTE/I INSIEME DOBBIAMO INDIGNARCI E MOBILITARCI!
IL S.I. COBAS SARA’ SEMPRE AL FIANCO DELLE/I LAVORATRICI/TORI IN LOTTA!
13 gennaio
S.I. COBAS Pubblico Impiego