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[GENOVA] A piazza Corvetto c’eravamo tutti: nessuna agibilità ai fascisti, mazzieri dei padroni

COMUNICATO IN SOLIDARIETÀ AI COMPAGNI E ALLE COMPAGNE COLPITI DALLE DENUNCE! A PIAZZA CORVETTO C`ERAVAMO TUTTI! NESSUNA AGIBILITÀ AI FASCISTI, MAZZIERI DEI PADRONI.

CONTRO LA REPRESSIONE, TOTALE LIBERTÀ DI LOTTA E DI SCIOPERO PER I LAVORATORI!

La Procura di Genova ha concluso le indagini per i fatti piazza Corvetto del 23 maggio 2019 con cinquanta denunce contro altrettanti manifestanti, cinquanta compagni e compagne colpevoli, secondo l’accusa, di esserci opposti al comizio elettorale di Casa Pound con metodi violenti.

Come S.I.Cobas, non soltanto solidarizziamo con gli accusati, ma rivendichiamo in pieno il loro operato, l’operato di un’intera piazza , di centinaia e centinaia di militanti, lavoratrici e lavoratori che non hanno voluto “far finta di niente” di fronte alla provocazione di un’organizzazione fascista, il cui credo e la cui pratica affonda le sue radici nel razzismo, nella “caccia” all’immigrato, nella propaganda del più vieto nazionalismo, nelle aggressioni vigliacche a compagni e compagne.

Ancora una volta, la scure della “giustizia”, che risparmia sempre i potenti, i padroni, gli affaristi, coloro che ingrassano con il quotidiano sfruttamento di milioni di lavoratori, autoctoni o immigrati, si abbatte invece su chi si è opposto alle scorrerie di una banda di fascisti.

In piazza Corvetto c’eravamo tutti, o meglio “quasi” tutti…

Mancavano certamente coloro che fanno dell’antifascismo un rituale vuoto e istituzionale, non per contrastarne la presenza ma, al contrario, per mascherare, con qualche ipocrita parolina democratica, una prassi quotidiana che sostiene l’attacco che i padroni portano ogni giorno alle nostre condizioni di vita e di lavoro, un attacco che si salda con la repressione statale, che avanza come un rullo compressore sulle nostre esistenze.

Si tratta di una repressione che ha reso il “diritto” di sciopero sempre più simile ad un vuoto simulacro e che colpisce chi lotta con valanghe di denunce, fogli di via, obblighi e divieti di dimora, daspo urbani, sorveglianze speciali, ecc. soffocando ogni possibile agibilità politica e organizzativa.

I Decreti Sicurezza sono stati certamente un giro di vite della repressione, ma le anime belle che si stracciavano le vesti di fronte agli orrori di Salvini, oggi si limitano a balbettare indecentemente di qualche piccola modifica di questi Decreti, che ne mantenga intatto il potenziale repressivo, il quale si avvale, tra l’altro, di un armamentario giuridico cui essi hanno collaborato attivamente: i decreti Minniti-Orlando e la legge Turco-Napolitano, per non citare che due esempi, stanno lì a sbugiardare questi “democratici e antifascisti” da operetta.

In piazza Corvetto avete fatto fatica a cacciarci via coi lacrimogeni…

Farete ancora più fatica a mandarci via dai luoghi di lavoro, dai quartieri, dalle scuole, ovunque il conflitto di classe segnerà l’unico spartiacque concreto fra chi sta con gli sfruttati e chi con gli sfruttatori.

SOLIDARIETÀ MILITANTE ALLE COMPAGNE E AI COMPAGNI COLPITI DALLE DENUNCE!

22 febbraio,

S.I. Cobas Genova