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[PRATO] Dalla caccia alle streghe alla caccia ai fantasmi: i lavoratori continuano la lotta

Dalla caccia alle streghe alla caccia ai fantasmi

L’uomo con la pistola era un vigilantes.

Con la pistola ci lavora, e ha un regolare porto d’armi.

Si evince questo dalle più recenti notizie diffuse in rete.

Insomma, dispiace dover tarpare le ali a chi aveva visto nella prima notizia un occasione per ricamare narrazioni da anni di piombo, pericolo eversione armata e allarmi di vario genere puntando il dito – ovviamente – contro il sindacato.

Non c’è proprio niente da ricamare: è la storia di un vigilantes che si dimentica di lasciare a casa la pistola e va – con poca furbizia – dritto dritto a farsi perquisire dalla polizia municipale che controlla gli ingressi del palazzo per il Consiglio Comunale.

Viene da chiedersi perché questi “dettagli” non siano stati resi noti fin dall’inizio dal Comune.

Si tratta in fin dei conti di una notizia che avrebbe potuto e anzi – sarebbe dovuta – rimanere in quelle due righe a cui si relegano fatti di cronaca di poca importanza: così era stato per tutta la giornata di sabato, e fino al pomeriggio di domenica.

Ma poi qualcosa è accaduto. “E’ stato il Si Cobas!”.

A distanza di 24h dal primo, un secondo comunicato del Comune di Prato inizia a ricondurre al sindacato l’uomo e il fatto, con una immancabile dichiarazione del Sindaco Biffoni che lancia l’ “allarme”.

Seguono, zelanti, le segreterie di CGIL e CISL (per l’occasione al lavoro anche di domenica sera).

Praticamente tutta la stampa locale esce con “titoli shock”.

Nella giornata di ieri ci siamo limitati solo a chiarire che si trattasse di fake-news belle e buone che la dicono lunga sulla smania di sindaco, questura e confederali di criminalizzare le lotte dei lavoratori del distretto.

Se in questi mesi abbiamo assistito ad una vera “caccia alle streghe” dagli esiti magri (misure cautelari respinte da GIP e Tribunale del Riesame, fogli di via bocciati da TAR e Consiglio di Stato, campagna di menzogne sul Panificio Toscano smentite dall’Ispettorato del Lavoro), si può ora dichiarare aperta la stagione della “caccia ai fantasmi” (della “lotta armata” che non c’è).

La verità è che chi ha deciso di imbarcarsi in questa idiota caccia ai fantasmi si sta riempiendo di ridicolo.

Ci si potrebbe semplicemente ridere su, se non fosse che anche questa vicenda esprime tristemente lo stato di salute della democrazia sul nostro territorio e il “modus operandi” di alcune istituzioni che governano il territorio: quando si fa la guerra – a colpi di manganelli, multe e fake news – a chi rivendica diritti, la democrazia è in pericolo.

Una città dove il Sindaco prima definisce “illegalità” gli scioperi e poi tenta grotteschi accostamenti per agitare lo spauracchio del terrorismo, è una città che ha un problema.

24 febbraio

S.I. Cobas Prato e Firenze