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[ITALIA] Il capitalismo straccione, tra padroni evasori e Stato di repressione: la truffa dell’Alcar Uno e il caso-Levoni

Clamoroso a Modena: Alcar Uno, l’azienda che aveva organizzato con la digos modenese la pantomima della finta estorsione ad opera del segretario del S.I.Cobas Milani, dopo essere già stata ridicolizzata dal relativo processo, si ritrova ora sotto inchiesta per evasione fiscale di 80 (OT-TAN-TA) milioni euro.

Che dire? noi abbiamo davvero finito le parole, la realtà supera la fantascienza.

Non fosse bastata la “mazzetta” data a un consulente padronale, le intercettazioni della digos che si vantava con i proprietari di Alcar Uno di aver incastrato Milani, i comunicati di solidarietà ai padroni che emise la CGIL… ora questa!

I padroni son nemici a ogni latitudine, ma quello italiano è davvero un capitalismo straccione, caricatura di se stesso al pari delle istituzioni repressive che lo spalleggiano.

S.I. Cobas Piacenza


MAXIEVASIONE ALLA ALCAR UNO DI CASTELNUOVO (MO):
FINALMENTE LA MELMA E’ VENUTA A GALLA

E’ di ieri la notizia che un importante colosso delle carni è stato segnalato all’Autorità giudiziaria e all’agenzia delle entrate per un maxi-giro di evasione fiscale e contributiva.

Dopo 24 ore arriva la conferma che si tratta dell’Alcar Uno di proprietà di Sante Levoni, cioè proprio la stessa azienda in cui per anni il nostro sindacato ha condotto una lotta durissima per affermare i diritti dei dipendenti in appalto, e che fu alla base della squallida montatura che portò prima all’arresto del coordinatore nazionale Aldo Milani con l’infamante accusa di estorsione ai danni proprio della famiglia Levoni, e poi a un processo per cui è ancora in corso la fase di appello nonostante l’assoluzione piena in primo grado.

Le dimensioni della truffa ai danni dei lavoratori e dell’erario pubblico sono gigantesche: 78 milioni di euro di redditi non dichiarati, 8 milioni di Iva non versata e 67 mila euro di ritenute non operate.

Tutto ciò grazie a quel fitto e sistematico utilizzo di somme versate ai lavoratori esentasse con la voce illecita di “trasferta Italia”, e della vendita al nero di tonnellate di prosciutti prodotti “di nascosto” grazie alle condizioni di sfruttamento schiavistico della manodopera garantite dal sistema degli appalti alle finte cooperative.

Tutto ciò a conferma di quanto il SI Cobas e i lavoratori di Alcar Uno e GlobalCarni hanno denunciato per oltre due anni, pagando con i licenziamenti, le manganellate fuori ai cancelli, il carcere e le montature giudiziarie.

Ora che il re è nudo, come sempre arrivano le dichiarazioni e i comunicati-stampa fuori tempo massimo della Cgil modenese: questi signori sono gli stessi che durante la vertenza contro i licenziamenti in Alcar Uno hanno erano in prima fila nella campagna di discredito e di diffamazione del SI Cobas.

Sono stati complici di Levoni fino a ieri sera e ora hanno il coraggio di parlare di “diritti dei lavoratori”…

I VERTICI DELLA CGIL DA DECENNI SONO COMPLICI DI QUESTO SISTEMA, E OGGI DOVREBBERO SOLO TACERE E VERGOGNARSI!

Questa inchiesta ci porta con ancor più determinazione a perseguire la strada della lotta e del conflitto per estirpare il cancro del supersfruttamento nei magazzini modenesi e dei giri d’evasione che ne sono l’ovvia conseguenza.

SI COBAS NAZIONALE