VORREMMO ANCHE NOI RESTARE A CASA
MA GOVERNO E PADRONI CE LO VIETANO
Fin dai primi segnali di diffusione del Covid-19 al centro-nord, il S..I Cobas sta lottando in centinaia di aziende per:
• ottenere l’adeguamento dei DVR aziendali alla nuova situazione di emergenza sanitaria;
• imporre l’adozione di mascherine, guanti e dispositivi di protezione individuale e di prevenzione dal contagio;
• verificare tempestivamente la presenza di casi sospetti tra i lavoratori e mettere in quarantena tutto il personale nel caso di contagi conclamati;
• garantire in ogni caso il diritto a restare a casa con una copertura salariale piena nelle aree di maggior contagio;
• preservare il pieno esercizio delle libertà sindacali: se si è costretti comunque a lavorare, allora deve poter anche fare assemblea e, se necessario, scioperare.
Di pari passo con l’aggravarsi della situazione, abbiamo assistito all’iperattivismo del governo Conte, capace di sfornare ben 4 Dpcm in cui, nel giro di 2 settimane si è passati dagli inviti a lavarsi bene le mani alla decisione presa ieri di chiudere tutto il paese in un’unica “zona arancione”.
Una quarantena preventiva che vale per tutti, “tranne” per i milioni di lavoratori dipendenti obbligati ogni giorno dai padroni a stare 8, 10, 12 ore ammassati a centinaia in fabbriche, magazzini, cantieri e negozi, senza alcuna tutela e senza la possibilità di vedersi garantite le misure minime di salvaguardia dai contagi.
Lavorare senza tutele significa favorire e moltiplicare a macchia d’olio l’epidemia!
Finora il governo non ha adottato il minimo provvedimento per limitare i rischi di contagi sui luoghi di lavoro: la tutela della salute finisce dove inizia la sacralità dei profitti dei padroni.
In queste settimane il governo si è ricordato dei lavoratori solo in due occasioni: da un lato per ribadire che bisogna lavorare e produrre sempre e comunque, anche laddove ci sono già dei contagiati e finanche nelle zone rosse; dall’altro per vietare gli scioperi e ogni iniziativa sindacale in nome del “divieto di ogni forma di assembramento”.
La stessa promessa di introdurre congedi parentali straordinari tali da coprire al 100% almeno il disagio dovuto alla chiusura delle scuole, finora è rimasta solo una dichiarazione d’intenti.
Se così stanno le cose, allora è giunta l’ora far capire ai padroni e ai loro governi che non siamo disposti ad ammalarci, ad infettare i nostri cari e ad ammazzare i nostri genitori e nonni in nome dei loro profitti!
Pretendiamo un incontro a breve col governo per affrontare tali problematiche.
O ci garantiscono per legge le necessarie misure di tutela della nostra incolumità e del nostro salario valide per tutte le aziende, oppure la risposta non può che essere una giornata di:
SCIOPERO GENERALE NAZIONALE!
S.I. Cobas nazionale