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[COMUNICATO] Per garantire l’approvvigionamento dei beni di prima necessità bisogna chiudere tutto il resto

C’È UN SOLO MODO PER GARANTIRE L’APPROVVIGIONAMENTO DEI BENI DI PRIMA NECESSITÀ: CHIUDERE IMMEDIATAMENTE TUTTO IL RESTO!

È di questi minuti una nota del Viminale ai Prefetti che invita a “prevenire il blocco della distribuzione a seguito dell’attività di protesta da parte di alcune sigle sindacali, che si concretizza in astensioni generalizzate e coordinate dal lavoro nei settori della logistica, trasporto e spedizione”.

Dopo aver fatto per due settimane da Ponzio Pilato, il governo Conte pare ricordarsi solo ora della situazione fuori controllo all’interno di un settore quanto mai strategico per il rifornimento dei beni di prima necessità e che impiega oltre un milione di addetti.

Un settore che è fuori controllo non certo per le nostre agitazioni, ma a causa della volontà dei padroni di speculare sull’emergenza-coronavirus, anteponendo i propri profitti all’interesse generale e alla salute dei lavoratori e rifiutandosi di definire regole certe sulla sicurezza in grado di tutelare realmente, e non solo a chiacchiere, il flusso di beni di prima necessità.

I lavoratori, gli operatori socio-sanitari e l’intera cittadinanza devono conoscere la verità!

E l verità è che il SI Cobas, assieme all’Adl Cobas, da 2 settimane stanno cercando invano di aprire un confronto col Governo al fine di garantire la piena operatività del flusso di beni essenziali a discapito di quelli non essenziali e compatibilmente col rispetto delle misure elementari di prevenzione e di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro.

E invece il governo ha preferito tutelare unicamente i profitti delle multinazionali, firmando un “Protocollo sulla sicurezza” che non garantisce ne la sicurezza sul lavoro e la prevenzione dei contagi, ne tantomeno l’interesse prioritario a garantire il rifornimento di beni di prima necessità: un Protocollo che in queste ore viene definito inutile persino da quei sindacati (Cgil-Cisl-Uil) che lo hanno sottoscritto!

Negli ultimi giorni centinaia di addetti alla logistica hanno contratto il CoVid-19 perché la fame di profitti dei padroni gli impone di lavorare ammassati a centinaia pur di movimentare merci che nel 90% dei caso NON SONO di pubblica necessità (abbigliamento, cosmetici, elettrodomestici, merci di ogni ordine e tipo).

E un lavoratore che contrae il virus in azienda è un potenziale vettore di contagio per altre centinaia di lavoratori e cittadini…

Per assicurare la regolarità del flusso di merci di prima necessità c’è un solo modo:

CHIUDERE TUTTE LE ATTIVITÀ NON ESSENZIALI, IN MODO DA CONCENTRARSI UNICAMENTE SUI SERVIZI ESSENZIALI, EVITARE INGOLFAMENTI E CONGESTIONE NEI TRAFFICI.

RIDURRE DRASTICAMENTE IL PERSONALE OPERATIVO NEI MAGAZZINI E SELEZIONARE I TRAFFICI È L’UNICO MODO PER GARANTIRE AL TEMPO STESSO IL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI PRIMARI (SANITARI, FARMACEUTICI E ALIMENTARI) E IL RISPETTO DELLA SICUREZZA E DELLE MISURE DI PREVENZIONE DEL CONTAGIO SUI LUOGHI DI LAVORO.

Mentre la Cina ha sconfitto il virus chiudendo tutte attività non essenziali e gli USA stanno già facendo altrettanto, e mentre persino decine di sindaci della Lombardia si appellano alle istituzioni per chiudere tutte le attività non necessarie e porre un freno alla catastrofe, i disastri prodotti dalla condotta del governo e dei padroni italiani sono già sotto gli occhi di tutti: dopo un mese i contagi continuano a moltiplicarsi senza sosta!

Auspichiamo che il governo, dopo essersi risvegliato dal “sonno”, si decida finalmente ad avviare un confronto vero e tempestivo con chi rappresenta le istanze e le problematiche della maggioranza dei lavoratori del trasporto-merci e della logistica.

Per quanto ci riguarda, siamo disponibili sin da subito a ragionare su un Protocollo che superi le falle attuali e garantisca regole certe sia alla popolazione che ai lavoratori.

Al contempo, non consentiremo che le lotte dei lavoratori siano usate come alibi per coprire le gravi responsabilità di governo, padroni e sindacati confederali, per mettere in contrapposizione le istanze dei lavoratori con la tutela della salute pubblica e/o per legittimare eventuali azioni repressive.

SI Cobas nazionale