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[ITALIA] Il Patto d’Azione per un fronte unico di classe prosegue il percorso, anche a livello territoriale: nuova assemblea nazionale

Oggi alle 18,00 nuova assemblea telematica del Patto d’azione per un fronte unico di classe.
Si traccerà un bilancio delle riuscite iniziative del 6 giugno e si discuterà come proseguire il percorso, strutturando il Patto d’azione sia a livello nazionale che sui singoli territori.

Chi intende partecipare contatti in privato per le credenziali Zoom.

S.I. Cobas


PER UN PATTO D’AZIONE

SINTESI DELLE PRECEDENTI ASSEMBLEE NAZIONALI

I tantissimi contributi, che sicuramente necessiteranno di ulteriori momenti di confronto, hanno in larghissima parte registrato una sostanziale convergenza di contenuti, e manifestato l’urgenza e la necessità di un’unità d’azione – dal terreno dell’agitazione fino a quello delle iniziative di lotta – partendo dalla condivisione di alcune rivendicazioni unificanti da diffondere nei luoghi di lavoro e sui territori:

1. I costi della pandemia siano pagati dai padroni, a partire da una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione al fine di recuperare almeno 400 miliardi di euro;

2. Diritto di stare a casa a salario pieno fino al termine della pandemia, per tutti i lavoratori e le lavoratrici operanti in settori e servizi non essenziali: la nostra salute vale più dei loro profitti;

3. Prevenzione straordinaria, con garanzia del tampone per tutti i proletari, a partire da quelli obbligati a lavorare in queste settimane soprattutto la popolazione sanitaria;

4. Piano di assunzione di nuovo personale sanitario: scorrimento degli idonei e delle idonee nelle graduatorie pubbliche e stabilizzazione dei precari e delle precarie, per garantire anche l’abbattimento dei turni di lavoro e le ferie bloccate;

5. Immediata estensione del Reddito di Cittadinanza. Senza vincoli e con un aumento degli importi tale da garantire a tutti un salario e un reddito per poter campare e nella prospettiva della riduzione drastica e generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario, affinché possano “lavorare tutti e lavorare meno”;

6. Garantire la libertà di sciopero e l’agibilità sindacale, contrastando concretamente i divieti delle questure, dei prefetti e della Commissione di garanzia sugli scioperi: fino a quando si lavora si ha il diritto di svolgere attività sindacale e di scioperare;

7. Regolarizzazione e sanatoria per tutti gli immigrati, a partire dalle migliaia di “irregolari” del settore bracciantile: permessi di soggiorno, documenti anagrafici e riconoscimento pieno del per tutti gli immigrati; garanzia di reddito e di salario, diritto all’abitare e assistenza sanitaria; per la chiusura dei CPR e la riapertura dei porti;

8. Requisizione immediata di tutte le cliniche private, anche oltre l’emergenza, e di tutte le strutture per ricostruire tutti i servizi sanitari territoriali distrutti; contro la mercificazione della salute, per un servizio sanitario unico, universale, efficiente e gratuito;

9. Blocco immediato degli affitti e dei mutui sulla prima casa, così come di tutte le utenze (luce, acqua, gas, internet) e blocco a tempo indeterminato degli sgomberi per tutte le occupazioni a scopo abitativo;

10. Revoca delle misure restrittive – a conclusione dell’emergenza – per reprimere scioperi, mobilitazioni e manifestazioni; contro i Decreti-sicurezza e contro ogni ipotesi di militarizzazione ulteriore dei territori e dei luoghi di lavoro;

11. Revoca di qualsiasi progetto di “Autonomia differenziata”. Che si dimostra essere una penalizzazione per i proletari ei lavoratori del Sud, che replica il fallimentare modello di gestione regionale ed ha contribuito all’emergenza odierna;

12. Drastico taglio alle spese militari (un F35 equivale a 7113 respiratori) e alle grandi opere inutili e dannose (quali TAV, TAP, Muos);

13. Amnistia e misure alternative per garantire la salute di tutti i detenuti e di tutte le detenute;