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[NAPOLI] Porto, i lavoratori: sciopero significa rispondere a soprusi, arbitri e licenziamenti creando danni al padrone

Sciopero significa rispodere ai soprusi, agli arbitri e ai licenziamenti creando danni al padrone

Tutto il resto sono chiacchiere e lamenti che non servono a niente, se non a permettere a qualche funzionario e a qualche politicante di far carriera sulla pelle degli operai…

Oggi al Porto di Napoli abbiamo dimostrato come si difendono gli interessi immediati dei lavoratori.

Perché siamo in guerra: una guerra dichiarata e combattuta quotidianamente e in maniera unilaterale dai padroni.
E alla guerra non si risponde con gli appelli, con i piagnistei ai piedi dei politici, con gli scioperi proclamati e non fatti, ne tantomeno mettendo una scheda in un urna una volta ogni cinque anni.

Alla guerra dei padroni, alle loro calunnie e al loro strapotere si risponde in un solo modo: con la lotta di classe organizzata.

S.I. Cobas Napoli

NOTA DEL SI COBAS SULLE DICHIARAZIONI DI FAI-CONFTRASPORTO SULLO SCIOPERO DI IERI AL PORTO DI NAPOLI

Al termine della lunga giornata di mobilitazione organizzata ieri dal SI Cobas per contrastare lo stillicidio di licenziamenti alla Conateco, abbiamo appreso di una nota inviata dal signor Ugo Russo di FAI- Conftrasporto al Quotidiano online “Informazioni marittime”, in cui si stigmatizzano le modalità dello sciopero e si arriva finanche ad invocare l’applicazione del Decreto Sicurezza per reprimere gli scioperi.

È il caso di ricordare a Fai e al signor Russo che la schiavitù sul lavoro non è stata ancora legalizzata, che le leggi a tutela della sicurezza (81/08) e delle libertà sindacali (300/70) non sono ancora state abrogate, e che è giunta l’ora che anche nel Porto di Napoli i diritti dei lavoratori siano rispettati.

La responsabilità oggettiva dei grossi disagi che ieri si sono verificati su tutta la filiera portuale napoletana a seguito della riuscita dello sciopero indetto dal SI Cobas, è da addebitarsi esclusivamente alla condotta di un azienda, Conateco S.p.A. crede di essere il “padre-padrone” dell’intero Porto e di poter disporre a proprio piacimento della vita dei suoi dipendenti e di quelli dell’indotto, minacciando, perseguitando, umiliando e infine licenziando chiunque osi invocare il rispetto delle leggi e del CCNL Porti.

Sarebbe il caso che FAI- Conftrasporto invece di invocare le leggi-Salvini contro i lavoratori in sciopero, si esprimesse nel merito di quanto sta accadendo in Conateco e nell’indotto e mettesse in campo il suo peso e la sua autorevolezza per avviare un dialogo tra le parti e rimuovere le cause del conflitto in corso, a partire da rispetto integrale delle norme sulla sicurezza, dal pieno esercizio della libertà di iniziativa sindacale sul luogo di lavoro e dallo stop ai licenziamenti a fini discriminatori e ritorsivi.

Se non si mette fine una volta e per tutte a questi arbitrii, i disagi verificatisi nella giornata di ieri torneranno inevitabilmente a ripetersi e a moltiplicarsi.

10 luglio

Giuseppe D’Alesio – Coordinatore provinciale SI Cobas Napoli